Amarcord Simonini: “Che impresa la promozione in A. Faccio sempre il tifo per il Cesena”

La nostra intervista al centravanti bianconero degli anni '80: tra passato, ricordi, aneddoti e il presente con il derby contro la Reggiana

14 Novembre 2021

Redazione - Autore

La febbre da derby continua a salire. Reggiana-Cesena è la classica gara che qualsiasi calciatore vorrebbe disputare. Al “Città del Tricolore”, si registrerà probabilmente il record di presenze visto che ad oggi, sono stati staccati più di 5000 tagliandi dai supporters della Regia ai quali bisogna aggiungere i mille di sponda bianconera e i dati tendono al rialzo.

Un match che vale per la testa della classifica e che vedrà in prima linea come spettatore, anche un grande bomber degli anni ’80, Fulvio Simonini, che con i “Cavallucci Marini” ha conquistato una storica promozione in serie A, al termine della lunghissima stagione 1986-87. Nonostante sia passato oltre un trentennio, i ricordi sono ben presenti nella mente di “Furia”: “Fu un’impresa epica. Giocammo un campionato infinito, ma ne valse la pena (ride n.d.r.). Si concluse tra l’altro con la formula dei gironi all’italiana contro Lecce e Cremonese l’8 luglio.

Eravamo partiti malissimo, poi con l’arrivo nel mercato di riparazione di Aselli e Bordin che tra l’altro segnò nella finale contro il Lecce, qualcosa è cambiato. Inoltre, eravamo guidati da un allenatore molto preparato e una persona straordinaria come Bruno ”Maciste” Bolchi, che riuscì a tirare fuori il meglio da quel gruppo fantastico. Conquistammo 13 risultati utili consecutivi che ci permisero di compiere la rimonta”.

Simonini, tra ricordi e aneddoti del suo Cesena

E’ stato veramente un finale di stagione al cardiopalma. Cinque squadre in due punti. “Ho ancora i brividi… (ride, n.d.r.). Salivano in serie A tre squadre. L’annata si concluse con la promozione diretta di Pisa e Pescara con 44 punti, tantissimi visto che una vittoria ne valeva due e non tre come adesso. Dietro arrivammo noi, il Lecce e la Cremonese a 43 e per poco non si inserì nella griglia il Genoa che terminò la stagione a 42.

La formula quindi era quella con tre gare secche in campo neutro e chi faceva più punti si aggiudicava la serie A. Noi pareggiammo con il Lecce e vincemmo contro la Cremonese. Idem fecero i pugliesi e quindi rigiocammo contro i giallorossi a San Benedetto a luglio. Era un caldo infernale in tutti i sensi e spesso, sento ancora nelle orecchie i boati dei nostri tifosi alle reti di Bordin e Cuttone e il tripudio dopo il fischio finale. Finì 2-1 per noi. Stupendo e memorabile”.

Con il senno di poi, arrivare all’8 luglio e perdere sarebbe stato drammatico: “Ovviamente! Tra l’altro in quell’annata segnai 11 gol e sarebbe stato un peccato fallire perchè non sarebbero serviti a nulla. Fra tutte quelle segnature, sono particolarmente legato alla mia prima rete su azione in campionato contro la Cremonese, nonostante sia coincisa con una sconfitta”. A proposito di gol. Quell’anno Simonini ha segnato anche davanti ad un certo Diego Armando Maradona: “Il 7 di Settembre in coppa Italia. Passammo in vantaggio con la mia rete, ma il vero capolavoro lo fece Diego. Era veramente fenomenale”.

“Contro la Reggiana sarà dura. Chiaramente farò il tifo per il Cesena”

Dopo quella stagione, è stato ceduto al Padova. Il motivo? Non per una questione tecnica. Tuttavia con quell’addio Simonini ha rinunciato alla serie A che aveva conquistato con tanto sudore: “Esatto. Il Cesena poteva contare davanti su un giovane di prospettiva, un certo Ruggero Rizzitelli e far quadrare il bilancio con la mia cessione e quella di altri compagni. Mi è dispiaciuto andar via nonostante avessi ancora due anni di contratto e lasciare la massima serie ed un ambiente ideale per giocare a pallone. La tifoseria romagnola è di una passione ed un attaccamento alla maglia incredibile. Anche in serie D hanno fatto 10000 abbonamenti e questo dato la dice lunga.

Nel 1992 il d.s. Cera e il mitico presidente Luganesi mi hanno contattato ed ero prossimo al ritorno in terra romagnola, ma per un’inezia tutto è saltato all’ultimo momento. Pazienza, cose che capitano. L’unico rammarico che ho è quello di non aver giocato con la maglia bianconera al Manuzzi. Ai miei tempi, l’impianto si chiamava “La Fiorita” e le tribune erano distanti dal campo. Con la gente attaccata al rettangolo verde sarebbe stato ancor più emozionante.”.

Tornando al giorno d’oggi, Simonini si aspettava un Cesena così pimpante e pronto a contendersi il primo posto? “Onestamente no. Avevo indicato Modena e Reggiana come favorite ma il Cesena sta disputando un torneo sorprendente e il tutto mi fa enormemente piacere. Contro la Reggiana sarà dura, gara da tripla, ma chiaramente tiferò per il Cesena. Mi auguro che abbia la meglio sulla squadra di Diana”.

A cura di Stene Ali