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Bruscagin: “Siamo inca**ati, la SPAL non è di Tacopina ma dei tifosi”

La SPAL, credit: fb SPAL / www.lacasadic.com

La SPAL, credit: fb SPAL / www.lacasadic.com

Le dichiarazioni di Matteo Bruscagin a La Nuova Ferrara

Dopo la salvezza all’ultimo respiro contro il Milan Futuro nel doppio confronto ai playout, la SPAL sta vivendo uno dei periodi più tristi della propria storia. La Co.Vi.So.C ha respinto la documentazione per l’iscrizione al campionato, con la squadra di Ferrara che non parteciperà al prossimo campionato di Serie C.

Sulla vicenda si è soffermato il difensore Matteo Bruscagin che ha raccontato il suo stato d’animo dopo le vicende delle ultime settimane: “Rabbia, delusione, frustrazione e potrei andare avanti ancora un bel po’. È stato un fulmine a ciel sereno, nessuno di noi se lo aspettava. Sabato 17 maggio eravamo riusciti a salvarci in un’annata brutta, vissuta tra mille difficoltà, ma pensavamo di aver dato una nuova spinta alla Spal. Quando, invece, ci hanno comunicato che la società non si sarebbe iscritta a me è mancata la terra sotto i piedi.

E ancora: Ho pianto perché ho visto buttare all’aria il lavoro e la fatica fatta in questi anni, a prescindere che fossi in una condizione di scadenza contrattuale. Ripeto, noi calciatori siamo i primi a essere consapevoli che la stagione è stata dura, ma la barca era arrivata in porto. Vedere vanificata tutta la fatica in questo modo penso sia svilente sia dal punto di vista professionale che umano.

Fino ai primi di giugno eravamo sereni, non c’era stata nessuna avvisaglia di una possibile catastrofe. I direttori, pur a grandi linee, stavano pianificando la prossima stagione nelle cose principali. Nei primi giorni del mese sono iniziate le voci e vi posso garantire che anche noi ci tenevamo aggiornati. Eravamo preoccupati ma fiduciosi, perché anche gli anni scorsi tutto era stato fatto all’ultimo. Invece è poi arrivata la video-call in cui i direttori, e non la proprietà, ci hanno dovuto comunicare che la SPAL non si sarebbe riuscita a iscrivere“.

Bruscagin: “Siamo tutti a pezzi”

La comunicazione di non iscrizione della squadra ha portato alla profonda delusione tra i giocatori: “Siamo tutti a pezzi. Increduli, smarriti, incazzati. Per motivi diversi siamo comunque tutti legati alla SPAL e a Ferrara. In questi giorni ci stiamo continuando a sentire e a confortarci perché nel gruppo ci sono rapporti che vanno oltre al campo.

Ho chiesto se si potevano avere notizie certe sulla precedente fideiussione depositata e chiarimenti sugli aspetti burocratici e sull’iter che avrebbero voluto seguire. Sappiamo che questo dipenderà dal futuro di Tacopina con la SPAL, se ci sarà un proseguo o un fallimento. A oggi non abbiamo ricevuto aggiornamenti ma rimaniamo alla finestra quotidianamente. Cercheremo di capirne di più. L’ultimo pagamento del 16 aprile era riferito fino alla mensilità di febbraio. L’associazione molto probabilmente si farà certificare il debito sportivo dalla Covisoc, interverrà la Lega e noi capiremo quale strada percorrere”.

Joe Tacopina credit Spal copertina
Il presidente della Spal Tacopina – credit SPAL – www.lacasadic.com

“Il disinteressamento di Tacopina ci ha dato fastidio”

Il difensore classe ’89, ha poi toccato l’argomento Tacopina: “Ci ha dato molto fastidio. Fino a 25 giorni fa eravamo pur sempre in campo per rappresentare anche la sua società. Giusto pensare ai dipendenti e al vivaio, ma la SPAL è una grande famiglia e il rispetto va dato a tutti e in questo caso non c’è stato. Siamo gli stessi che avevano assicurato alla Spal la permanenza tra i professionisti. Oggi, di questo, ne andiamo ancor più orgogliosi e fieri. La SPAL non è Tacopina. La Spal è la sua città, i suoi tifosi e i suoi dipendenti. Una grande famiglia che oggi è stata messa in ombra da un gesto folle”.

Sulla possibile permanenza alla Spal: “Fosse stato per me avrei continuato a indossare la maglia con orgoglio, fierezza e piacere. Io e la mia famiglia ci siamo trovati benissimo in questa città, che vive di calcio. Col direttore Casella, alla fine dei playout, ci eravamo fatti la promessa di aggiornarci una volta conosciuti budget e programmazione. Voglio godermi la famiglia e gli amici. Ora sto andando una settimana in Trentino per staccare la spina e ricaricarmi mentalmente. Poi quando tornerò guarderò se saranno nate possibilità. Compirò 36 anni a breve ma mi sento ancora in forma e ho tutte le motivazioni per continuare a giocare perché il calcio mi diverte e mi fa star bene”.