Dal Pontedera al possibile ritorno alla Juventus: chi è Matteo Tognozzi

Tognozzi ai tempi del Granada
Alla scoperta dell’ex direttore sportivo del Granada con un passato al Pontedera.
È proprio vero che certi amori fanno giri immensi e poi ritornano. Matteo Tognozzi è pronto a far nuovamente tappa a Torino, sponda bianconera, per ricoprire un ruolo di spicco nell’area tecnica della Juventus che verrà, visto il possibile addio di Cristiano Giuntoli.
Il dirigente classe 1987 è nato e cresciuto a pane e calcio, grazie in particolare al padre Stefano, scout e direttore sportivo, ma soprattutto uomo di fiducia di Luciano Spalletti, di cui Matteo ha ripercorso le orme. I due hanno seguito insieme proprio l’attuale C.T. della nazionale italiana nella sua avventura sulla panchina dello Zenit, per il quale Tognozzi ha fatto scouting tra il gennaio del 2011 e il giugno del 2014. Poi, altre esperienze all’estero: osservatore per Amburgo e Bayer Leverkusen, direttore sportivo del Granada nella stagione appena conclusa.
Nel mezzo, però, un passaggio fondamentale. Sì, perché il classe ’87 è stato tra i principali artefici del progetto “Juventus Next Gen“, scovando grazie al suo fiuto da scout alcuni tra i talenti più puri del calcio europeo e mondiale: Dean Huijsen, Matias Soulé, Samuel Iling Junior, Radu Dragusin e Kenan Yildiz sono solo alcune delle sue geniali intuizioni, avute nel corso dei 6 anni già trascorsi alla Continassa come caposcout, dal 2017 al 2023.
Ma non è tutto. La sua esperienza manageriale sui campi di calcio, infatti, è iniziata molto presto. La prima volta da direttore sportivo, appena ventenne, è in Serie D con il Pontedera, squadra oggi militante in Serie C. Sarà qui, nella sua Toscana, che Tognozzi muoverà i primi passi verso la realizzazione del suo sogno. Lo stesso che aveva quando, ad appena 10 anni, assisteva estasiato agli allenamenti dell’Empoli di Luciano Spalletti: vivere il calcio a 360°, diventarne un protagonista.
Tognozzi, gli anni a Pontedera
Come dicevamo, Tognozzi ha iniziato molto precocemente la sua carriera. Nel 2007, infatti, ha ricevuto l’incarico di direttore sportivo del Pontedera, in Serie D, spronato da suo padre Stefano:“Matteo ascoltami: come calciatore già sai che non arriverai mai ad alto livello. Non perdere tempo, smetti e inizia a lavorare con me nel calcio. Vedrai che arriverai a livelli che come calciatore per te sono inavvicinabili”. Più o meno così è andata, come raccontato dal figlio alla testata “Il Tirreno” nel 2020. E allora basta con il calcio giocato, tempo di sedersi dietro la scrivania. Appena ventenne, studente di lingue all’Università di Pisa, per Matteo si aprono le porte del domani.
Inizialmente affiancato dal padre, dal 2009 è, a 22 anni, solo nel ruolo di “Sports Director” del club, in una situazione non facile da gestire, a causa delle problematiche economiche della società. Nonostante questo riuscirà sempre a raggiungere l’obiettivo salvezza nelle sue tre stagioni a Pontedera, dal 2007 al 2010. Dopo la parentesi in granata un’altra stagione in Serie D, con il Rosignano, prima di partire per la sua avventura allo Zenit.

Il ritorno in Italia e il progetto “Next Gen”
La vena da scout, la meticolosità nella ricerca, l’abilità nell’individuazione del profilo giusto. Tognozzi, dopo aver girato il mondo alla caccia di talenti e prospetti interessanti del calcio del futuro, nel 2017 fa rientro in Italia da caposcout. Sarà, fino al 2023, il “deus ex machina” assieme a Federico Cherubini dietro il progetto della Juventus, orientato alla valorizzazione di giocatori che possano cimentarsi da subito tra i professionisti, pur restando in casa propria. Ecco la “Juventus Next Gen” in Serie C.
“È stata un’idea illuminata di Andrea Agnelli. Abbiamo lavorato su un’idea che sembrava difficile da realizzare e invece è diventata la fortuna della Juventus, grazie a una dirigenza che ci ha creduto molto, con direttive precise e spazio di manovra”. Queste le sue parole rilasciate poco meno di un anno fa ai microfoni di Gianlucadimarzio.com. Ma buona parte del merito, sicuramente, è da ascrivere alla dedizione e all’impegno mostrati da Tognozzi, che hanno portato ottimi frutti. Non solo i talenti sopra citati, ma anche tante altre soddisfazioni: Facundo Gonzalez, Rouhi, Nonge, Savona. Giocatori in rampa di lancia ancora in orbita Juve, che ritroveranno ben presto una figura a loro vicina. Proprio là, sotto la Mole, per proseguire un lavoro non ancora terminato.