Torres, Pazienza si presenta: “Chiarezza, passione e voglia di creare un nuovo ciclo”

Michele Pazienza, credit: FB Torres / www.lacasadic.com
Il nuovo allenatore rossoblù ha parlato in conferenza stampa, illustrando idee, filosofia e ambizioni per la stagione che verrà.
Michele Pazienza si è presentato ufficialmente come nuovo allenatore della Torres. In conferenza stampa, l’ex allenatore di Benevento e Avellino ha spiegato cosa lo ha spinto ad accettare la proposta del club sardo: “C’è stata più di una chiacchierata con la dirigenza e il presidente. Il progetto, la voglia di creare un nuovo ciclo, di ripartire con una programmazione e un progetto diverso, è stato un qualcosa che ha stuzzicato interesse. Ciò che mi ha colpito maggiormente è stata la loro chiarezza. Ho avuto possibilità di fare altri colloqui con diversi club, ma la loro chiarezza, la passione e la dedizione al lavoro sono stati fondamentali“.
Una delle chiavi del suo lavoro sarà la capacità di costruire un gruppo solido, lavorando sulla mentalità e sull’identità tecnica e tattica della squadra: “L’obiettivo è quello di trasmettere una delle mie caratteristiche ai calciatori. Io, per forza di cose, avevo dei limiti tecnici quando giocavo: a questo dovevo sopperire con altre caratteristiche, del lavoro e dell’intelligenza tattica. Io però nelle mie squadre ho bisogno della qualità individuale. Questo non lo fa solo l’allenatore, ma anche i calciatori. Il loro voler mettere la propria disponibilità nel voler creare un gruppo forte, che possa fare grandi cose, è fondamentale. Credo che grandi gruppi possono fare grandi cose“.
Pazienza non ha nascosto di arrivare da due esperienze complesse, ma proprio da queste vuole ripartire con maggiore consapevolezza: “È chiaro che arrivo da due esperienze non positive, ma tutte ti lasciano qualcosa. Nel mio lavoro va sempre preso quanto di buono si presenta. Ho ragionato molto su cosa si poteva far meglio e serve avere la lucidità di riconoscerle e l’umiltà di capire cosa si sbaglia. È chiaro che come tutti sono un essere umano e commetto errori“.
Uno degli obiettivi del nuovo ciclo sarà il ringiovanimento della rosa, ma senza rivoluzioni: “Ringiovanire una rosa non significa che di fronte vi troverete una squadra solo di giovani, ci saranno scelte da fare e stiamo facendo delle valutazioni insieme al direttore e al presidente. Vogliamo creare il giusto mix per affrontare un girone tosto con ambizione. Questa categoria se non la si prende nel modo giusto, può rappresentare una grande insidia“.
Metodo, allenamenti e cura dei dettagli: la via di Pazienza
Tra gli aspetti più interessanti toccati da Pazienza c’è il metodo di lavoro settimanale. L’allenatore ha le idee chiare su come costruire un’identità attraverso allenamenti mirati e supporto visivo: “Non so se sia un bene o un male dire di me che faccio lavorare tanto. Dipende da come viene vissuta la settimana di allenamenti. Non sono un amante delle doppie sedute perché credo che il lavoro può essere raggiunto in un allenamento di un’ora e mezza. Anche perché il troppo può lasciare confusione”.
Un’attenzione particolare verrà posta al supporto video e alla lettura delle situazioni di gioco, strumenti fondamentali per la crescita collettiva: “A me piace accompagnare gli allenamenti con sedute video, è più facile per un calciatore riconoscere visivamente gli spazi o delle situazioni di gioco. Alla fine non vado io in campo, ma i miei giocatori. Io devo dare loro tutti gli input che gli possano dare dei vantaggi. Sotto l’aspetto comportamentale cerco anche di modellare la pressione e l’adrenalina della partita in base al momento e al caso specifico. È un vantaggio partire dall’inizio della stagione perché lavori per gettare le basi“.

Torres, Pazienza: “Provare a confermarci, migliorando qualcosa”
Infine, Pazienza ha ribadito che l’obiettivo non sarà quello di promettere risultati, ma di lavorare per costruire qualcosa di duraturo, partendo da basi già solide: “Cerco di dare gli input e le indicazioni, affinché i calciatori possano trovare beneficio. Non esiste una mia idea di gioco, ma le caratteristiche che inserisco in una squadra. Sono queste che formano un’idea e un’identità della squadra. Come detto, non chiedo calciatori specifici, ma caratteristiche ben delineate“.
Il nuovo allenatore ha apprezzato il fatto che la proprietà non gli abbia imposto una classifica da raggiungere, ma abbia presentato un progetto serio e strutturato: “Nella chiacchierata fatta con la proprietà non mi è stata chiesta una determinata posizione in classifica, ma mi è stato presentato un progetto. Il fatto di ripartire da una squadra con una buonissima base, reduce da risultati importanti, è segno che qualcosa di importante e del materiale c’è e non va toccato. È vero che ci sono alcune situazioni per ringiovanire la rosa, vanno ritoccate. Da parte mia, difficilmente ci sarà una richiesta specifica, fatto salvo di situazioni particolari. Si era entrati nel discorso di ambizioni e proclami, ecco fa parte dell’essere umano avere voglia di fare meglio. Ma molto spesso è importante fermarsi per consolidare quanto si è riuscito a ottenere. Basti vedere il Napoli che dopo che ha vinto lo Scudetto, l’anno successivo ha fatto tanta fatica. Ecco questo è un esempio, ma non vuole essere mettere le mani avanti, ma solo uno spunto di riflessione su quanto sia difficile confermarsi. L’idea di base, che mi ha presentato la società, è quello di provare a confermarsi, migliorando qualcosa“.