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Triestina, il lungo saluto social di Menta: “Trieste mi ha insegnato cosa significa lottare”

Triestina, direttore generale Alexander Menta - www.lacasadic.com

Triestina, direttore generale Alexander Menta - www.lacasadic.com

Le parole dell’ex dg della Triestina

La Triestina ha ufficializzato la separazione dal direttore generale Menta, che ha voluto congedarsi dalla piazza con un lungo messaggio pubblicato sui propri canali ufficiali.

“Ci sono momenti nella vita in cui le parole non bastano e questo è uno di quelli. Ieri mi sono separato da un club e da una città che ho imparato ad amare. E la verità è che fa male. Profondamente. Quest’estate, la mia missione era semplice e impossibile allo stesso tempo: salvare il club. Questa era la realtà. Nessuna favola. Nessun conforto. Nessun tempo per respirare. Ogni singolo giorno era una battaglia contro il tempo, contro i debiti, contro la paura, contro le persone che non credevano. Non ho dormito, non mi sono fermato”.

Prosegue: “Ho lottato notte e giorno perché sapevo cosa sarebbe successo se avessi fallito, non a me, ma a tutti coloro che portano questo distintivo nel loro cuore. La verità più dura di tutte è svegliarmi oggi, guardarmi allo specchio e sapere di non aver raggiunto il mio obiettivo. Conoscere il mio potenziale, sapere di cosa sono veramente capace e non essere ancora all’altezza… quella sensazione è un peso che porterò con me per molto tempo. Non mi nascondo dalle responsabilità. Non scappo dalla realtà. La possiedo. Questa fa male. Quando tutti gli altri vedevano un club andare in pezzi, io vedevo solo una cosa: un club per cui valeva la pena morire. E mi sono messo tra le fiamme volontariamente, perché la Triestina meritava qualcuno che non se ne andasse quando le cose si mettevano male. Qualcuno che avrebbe sanguinato per questo”.

“Ho trovato soluzioni quando non ce n’erano. Abbiamo portato nuovi investitori quando le luci erano quasi spente. Abbiamo aperto porte che erano chiuse. Abbiamo dato a questo club una possibilità, non una promessa, una possibilità. E nella vita, le possibilità a volte bastano per costruire miracoli. A coloro che sono rimasti leali, a coloro che mi sono stati accanto quando sarebbe stato più facile sparire, il mio rispetto per voi va oltre le parole. Non dimenticherò mai chi era con me nell’oscurità e la mia Sara per essere sempre stata lì per me. Non ho una casa. Non appartengo a nessun posto. Ecco perché questo fa così male: perché questo posto è diventato la mia casa. Questa città, la sua gente, il suo mare, il suo cielo, la sua bellezza. Trieste mi è entrata dentro. Alla nuova proprietà, voglio dirlo chiaramente: grazie”.

A conclusione: “In un mondo in cui così tanti inseguono denaro ed ego, voi avete scelto l’umanità. Avete fatto sacrifici che la maggior parte delle persone non conoscerà mai. Avete intrapreso una missione che spaventerebbe i più. La Triestina è viva grazie a persone che credono ancora nel cuore più che nel profitto. Questo è raro. Grazie”