Union Brescia, Pilati: la fine di un incubo durato 284 giorni

Il rientro in campo del 19

“La felicità più grande non sta nel non cadere mai, ma nel risollevarsi sempre dopo una caduta”.

13 marzo 2025. Il ginocchio di Pilati fa un movimento innaturale, accompagnato subito da uno strano rumore: ci sono pochi dubbi, è qualcosa di grave. Di lì il pianto e la paura. L’ansia dei mesi difficili che attraverserai e le domande su come e quando tornerai.

È l’inizio di un calvario. Proprio nel momento migliore della stagione. Uno stop che mentalmente forse fa più male di quanto non lo faccia il ginocchio. Da lì la terapia: tra difficoltà, cadute e dubbi di non tornare più come prima, ma affrontata sempre con una grandissima forza d’animo e di volontà.

Ieri, 22 dicembre, dopo 284 giorni il rientro in campo. Un momento che ha significato tantissimo per un ragazzo che non ha mai smesso di crederci e di lavorare per riprendere a sognare da dove aveva lasciato. Il pubblico, lo spogliatoio, il pallone e quelle sensazioni che solo il campo sa darti. Bentornato Alessandro.

Il 19 nel destino e la forza di rialzarsi

L’entrata in campo a testa bassa dopo il cambio, la concentrazione e gli occhi di chi non aspettava altro che questo momento. Sei minuti che ristabiliscono lo scorrere del tempo dopo 284 giorni, ma che in fondo ti fanno anche capire che è come se non fosse cambiato nulla.

Il 19 rientra alla 19esima giornata, in una coincidenza che sa più di scherzo del destino e lo fa dopo un percorso intenso e non senza difficoltà. Diciannove è anche nel titolo del docufilm girato dal Brescia per raccontare la riabilitazione di pilati e mandare un messaggio chiaro come dice il titolo: “NINETEEN – tutto è sopportabile”