Terza vittoria consecutiva, seconda segnando quattro gol. Prima squadra a fermare la Juve Stabia in questo campionato. Stiamo parlando della Casertana di Vincenzo Cangelosi. L’allenatore è stato per più di trent’anni il secondo di Zdenek Zeman, dal 1989 al 2021. Da Foggia a Foggia. Dal boemo, nei tantissimi anni di lavoro fianco a fianco, ha appreso la sua ideologia di calcio spumeggiante e offensivo. Tutto ciò che la Casertana ricercava.
Ora la domanda è: l’allievo supererà il maestro? L’ultima esperienza insieme li ha visti protagonisti sulla panchina del Foggia, in Serie C nella stagione 21/22. Cangelosi dopo anni di lavoro al fianco di Zeman, nella scorsa stagione ha avuto l’opportunità di essere primo allenatore. È stata la Casertana a dargli questa chance. La squadra campana lo scorso anno in Serie D dopo otto partite aveva conquistato solo nove punti, ruolino di marcia che ha spinto la società a cambiare guida tecnica. Il presidente D’Agostino aveva inizialmente effettuato un sondaggio per comprendere quali fossero le reali possibilità di portare alla propria corte proprio l’allenatore boemo. Quest’ultimo, tuttavia, aveva espresso più volte la volontà di non scendere di categoria. La società è riuscita quindi a convincere il suo vice, Cangelosi, ad accettare la proposta.
La scelta di credere in Vincenzo Cangelosi si è rivelata azzeccatissima. Il cambio allenatore e le motivazioni della Casertana hanno fruttato i risultati sperati. Cangelosi esordisce sulla panchina rossoblù con una vittoria. Da quel momento in poi, il club campano ha raccolto 11 vittorie, 1 pareggio e 5 sconfitte. Dunque 34 punti in 17 giornate. Tutto ciò è valso il terzo posto finale e quindi i playoff poi vinti contro la Paganese. Risultato che dopo una lunga estate giudiziaria ha dato il suo verdetto finale: la Casertana è promossa in Serie C. Il mercato è stato poi adeguato alla categoria e dopo un’inizio non del tutto convincente Cangellosi e i suoi ragazzi hanno dato una svolta. Ora si trova in piena zona playoff, sognare è lecito.
A cura di Gian Maria Abelli
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