La vera notizia è il ritorno al successo in casa che mancava da quasi sei mesi. Un’eternità per chi è stato abituato a fare della Nuovarredo Arena un fortino, dove l’anno scorso erano arrivate 12 vittorie con tre pareggi e solo quattro ko. Il 3-1 inflitto dalla Virtus Francavilla al Crotone ha permesso alla squadra di Alberto Villa di sbloccarsi nel girone C di Serie C: primi gol, primi tre punti e un messaggio al campionato. Dopo un’estate nel segno della rivoluzione tecnica, la squadra del presidente Antonio Magrì c’è.
E non è un caso il fatto che contro il Crotone i gol che hanno garantito la prima vittoria siano stati firmati da altrettanti nuovi acquisti: Giuseppe Giovinco, Giuseppe Fornito e Alessandro Polidori. Il primo, colpo delle ultime ore del calciomercato estivo della Virtus, ha fatto male al Crotone con una delle specialità della casa: calcio di punizione tagliato a superare la barriera. Il secondo ha messo in pratica una delle chiavi del gioco di Villa: la pressione alta. Aggressione su Lucas Felippe ai confini dell’area calabrese, “scippo” del pallone (con proteste del Crotone) e sinistro violento alle spalle di Dini. Pressione alta è stata anche la parola chiave del definitivo 3-1: a praticarla con successo Macca su Rojas. Cross e stacco preciso di Pollidori. Fine del digiuno di reti e di punti, effetto del doppio 0-1 contro Picerno e Benevento nei primi 180 minuti stagionali, e festa con il tifo di casa.
Lo stesso pubblico che aveva accolto con un pizzico di scetticismo i tanti cambiamenti dell’estate: addio con il dg Domenico Fracchiolla, tornato a Lecco in Serie B con il difensore Caporale. Saluti con Patierno, autore di 19 gol nella scorsa stagione, e alla fantasia garantita dal duo Maiorino-Murilo. I cambiamenti avevano riguardato anche le corsie laterali, con le partenze di Cisco e Pierno, la difesa con le partenze di Idda e Minelli. Così ad Angelo Antonazzo, diventato unico responsabile dell’area tecnica, è toccato imbastire un restyling completo della rosa.
Avviato scegliendo l’esuberanza di Artistico e Zuppel in attacco, proseguito con puntelli di esperienza tra porta (Forte dal Monterosi) e difesa (Accardi, Gavazzi e Monteagudo) e passando per Fornito e Biondi a centrocampo e l’esperienza di Polidori e Giovinco in attacco. Oltre al consueto manipolo di scommesse dalla Serie D, guidato da Nicoli. Il comune denominatore? La voglia di riscattare annate storte di squadra, con retrocessioni – vedi alle voci Accardi e Polidori – o di ritrovarsi dopo stagioni non semplici sul piano personale.
A dirigere le operazioni dalla panchina c’è chi non è certo un volto sconosciuto per i tifosi biancocelesti: Alberto Villa, che da calciatore è stato un attaccante fondamentale con i suoi gol alla scalata della Virtus dall’Eccellenza alla Lega Pro nel biennio 2014/2016. Figlio d’arte – suo padre Renato è un ex difensore idolo per la tifoseria del Bologna – da allenatore ha iniziato sulla panchina del Gallipoli, con gli ultimi cinque anni che lo hanno visto come vice sulle panchine di Carpi, Viterbese e Catanzaro al fianco di Antonio Calabro, suo predecessore a Francavilla Fontana, e protagonista nell’ultima stagione nel gruppo A con la Pergolettese, 11esima in classifica ed eliminata dal Padova nel primo turno della fase a gironi dei playoff. Un’intesa trovata in cinque minuti. «Il progetto Virtus è intrigante, ma voglio che torni ad esserci l’entusiasmo che c’era un tempo» aveva detto al suo arrivo. Quel manifesto oggi inizia a diventare realtà. La nuova Virtus è ripartita. E ha lo stesso “vizietto” della vecchia: in casa lascia pochi punti agli avversari.
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