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Vis Pesaro, Stabile: “Napoli mi ha forgiato. All’Atalanta ho visto Kulusevski e…”

Davide Pio Stabile - Attaccante Vis Pesaro

Davide Pio Stabile - Attaccante Vis Pesaro

Intervista all’attaccante della Vis Pesaro Davide Stabile, che ha parlato così ai canali ufficiali del club.

Il gol perennemente nel sangue, la fame che sgorga in ogni dove, la consapevolezza della strada fatta e dei chilometri che restano. Davide Pio Stabile ha le idee chiare e, in un’intervista concessa ai canali ufficiali della Vis Pesaro, le ha ordinate una ad una, partendo dalla sua infanzia per arrivare poi fino all’approdo nei professionisti.

L’intervista parte così, con il ricordo della sua prima casa. Ovviamente, Napoli: “E’ la città dove sono cresciuto, lì ho le mie radici. Mi ha forgiato. Rispetto alle altre realtà ti costringe a crescere prima. Sono andato via presto, ma ogni volta che torno è speciale”. Due, invece, le persone che più delle altre lo hanno aiutato a spiccare il volo: “Mio padre mi ha sempre trattato con il bastone e la carota, gli devo tutto. Mentre mio nonno mi ha praticamente cresciuto, facendomi da genitore. Quando è venuto a mancare ne ho risentito, mi aveva trasmesso lui la passione per il calcio. A lui dedico anche un rito pre partita: faccio il segno della croce e gli dedico ogni gol”.

Tra le prime cartoline della sua memoria calcistica, invece, c’è il gol del suo attuale allenatore – Roberto Stellone – siglato alla Juventus con indosso la maglia azzurra: “Penso sia uno dei migliori mai passati da noi. Ricordo un aneddoto, quando c’era Zeman in panchina: il mister fece un gol di rapina, lì mi fece capire che incarnava il nostro spirito. Rientra tra i miei punti di riferimento”.

Poi, il periodo all’Atalanta, descritto come arricchente: “Ho lasciato casa a 13 anni, ma ho sempre voluto cogliere tutte le occasioni. Sicuramente è stata una bellissima avventura, anche se ho avuto dei momenti no. Chi mi ha colpito? Ho visto Kulusevski, Palestra, Okoli e tanti giocatori forti. Questa è la cosa bella della Dea, perché bada prima a farti stare bene e poi al lato tecnico”.

L’approdo alla Vis e la Nazionale: a tutto Stabile

Il racconto prosegue con gli aneddoti legati all’esordio in Nazionale, antecedente ai suoi passi in maglia Vis Pesaro: “Quando ero in Under 15 ricevetti la chiamata della Nazionale, per me un onore. Con l’Under 19 ho fatto un amichevole contro l’Albania e mi sono allenato con giocatori di livello. Ho realizzato un piccolo sogno. Mi aveva colpito Pisilli, fortissimo, nonché un bravissimo ragazzo”.

Poi, come detto, l’approdo nel club biancorosso, a cui lega attimi e ricordi: “Arrivato alla Vis ho segnato subito contro il Bologna. Quando ho ricevuto la chiamata del club non ho esitato, conoscevo l’ambiente e alcuni ragazzi avendoci giocato anche in Serie D. Volevo venire qui a tutti i costi e ho sempre dato tutto sin dal primo giorno. Inoltre, qui ho segnato anche il mio primo gol tra i professionisti, contro il Livorno. Lo feci dopo soli due minuti, è stato tutto così veloce e intenso. Non ho pienamente realizzato quello che è successo, se non dopo il triplice fischio”.

Davide Pio Stabile - Attaccante Vis Pesaro
Davide Pio Stabile – Attaccante Vis Pesaro

Parola d’ordine: mentalità

Postilla finale dell’intervista è dedicata ai valori che il ragazzo propugna sul campo, figli di una forza insita che ne alimenta fame e sogni: Mentalità? L’ho acquisita nel tempo, anche tramite le esperienze negative. Ho lavorato molto su me stesso, penso che la testa faccia il 90% nel giocatore. Ho un obiettivo e sono ossessionato da esso. Sin da piccolo volevo fare questo e quando ho rimpianti mi sento male, perché dò sempre tutto. Faccio parecchia autocritica, ma resto umile e alla lunga le persone così trarranno i risultati“.

Parole d’ordine? Tre: “Ambizione in primis, poi perseveranza e mentalità. Il lavoro paga. Bisogna restare concentrati. Cerco comunque di stare bene di testa, esco con gli amici e gioco a paddle. Gioco anche a Fifa, a conferma di come il calcio sia sempre presente”. E tra dieci anni? “Mi auguro di avere la stessa fame e di vedermi ancora più in alto”.