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Vis Pesaro, Tonucci: “A 11 anni andavo da solo agli allenamenti in treno. Quella volta con Ibra…”

Denis Tonucci, difensore della Vis Pesaro. Credit: Vis Pesaro 1898 / www.lacasadic.com

Denis Tonucci, difensore della Vis Pesaro. Credit: Vis Pesaro 1898 / www.lacasadic.com

Le parole di Tonucci nel primo episodio di “Inside The Club”

La Vis Pesaro ha presentato sul proprio canale You Tube un nuovo format: “Inside the club”. Il programma ha l’obiettivo di intervistare i personaggi maggiormente di rilievo che gravitano attorno al mondo biancorosso per sottolineare il legame che questi hanno con il club e con la città di Pesaro.

A esordire nel primo episodio è stato Denis Tonucci, esperto difensore biancorosso e pesarese doc. Ecco un estratto delle parole di Tonucci ad “Inside the club”.

Il difensore ha parlato dei sacrifici fatti, anche da bambino, per iniziare un percorso nel calcio: “Qui a Villa San Martino c’era la pista da pattinaggio dove andava mia sorella. Io avevo 4 anni e andavo a vederla. Dopo poco però io mi attaccavo alla rete per vedere i ragazzi giocare nel campo a fianco. Così ho iniziato a 5 anni. A 9 ho avuto la chiamata del Cesena ed è iniziato il mio percorso in una squadra professionistica. Quando ero piccolo c’erano solo due allenamenti a settimana e partendo da Pesaro si andava a Cesena con altri compagni. Dagli 11 anni gli allenamenti si sono intensificati e mio padre col lavoro che fa – ha una pescheria- mi ha detto “Se vuoi fare questa cosa devi andare da solo in treno“, mi ha regalato un telefonino, per avvisarli quando arrivavo e quando ripartivo.

“Già a quell’età dovevo essere grande, mi ha responsabilizzato tanto. Sapevo che i miei genitori avevano fatto dei sacrifici per darmi la possibilità di andare a realizzare il mio sogno, quindi ogni volta che prendevo quel treno e arrivavo al campo sapevo che bisognava dare il massimo sia per realizzare il mio sogno, ma anche per ripagare i sacrifici che loro hanno fatto per me”.

Vis Pesaro, Tonucci: “Quando Ibra mi ruppe il naso e gli diedi del lei”

Tonucci prosegue parlando dell’esperienza in Francia e di un curioso episodio avvenuto con Zlatan Ibrahimovic: “Quell’anno al’Ajaccio è stata un’esperienza formidabile. Giocavamo nella massima serie, in stadi bellissimi e pieni. Quando si pensa alla Ligue 1 magari si pensa solo al PSG ma ci sono anche Marsiglia, Saint-Etienne, non è un campionato facile. Mi porto dietro questa cosa della partita col PSG, dove disputammo una buona gara contro una squadra stellare. Ibra, Thiago Motta, Thiago Silva…nel tunnel vederli era bellissimo. Io avevo il compito di battagliare con quel “Dio” del calcio. La cosa bella è stata che, nonostante i contrasti, lui si era stancato di avermi addosso.”

“Mancavano 5 minuti alla fine e io ero in trans agonistica. Ho sempre messo la gamba e la testa ovunque in campo, vado per saltare e Ibra, essendo alto 2 metri, mi ha colpito in faccia rompendomi il naso. Il bello è stato che io a fine primo tempo gli chiesi la maglia, lui però l’aveva promessa ad Adrian Mutu, gli diedi addirittura del lei. A fine partita andai da lui dicendogli “Mi hai rotto il naso, almeno la maglia me la devi dare” e lui mi disse “Bravo, si vede che sei italiano”. È una cosa che racconto con orgoglio.”

Vis Pesaro interna - Credit_ FB Vis Pesaro - www.lacasadic.com
Vis Pesaro interna – Credit_ FB Vis Pesaro – www.lacasadic.com

Vis Pesaro, Tonucci: “Il futuro? Mi piacerebbe rimanere legato alla Vis”

Conclude parlando del desiderio realizzato di tornare nella “sua” Pesaro e del futuro che lo vede legato al club: “Tre anni fa quando si è presentata l’occasione di tornare ho fatto di tutto per far si che questo accadesse. Grazie al direttore e al mio procuratore siamo riusciti a trovare la quadra per tornare a casa. Dopo un girovagare di 18 anni avevo voglia di tornare. Mi mancava qualcosa a livello calcistico e professionale. Mi sono sempre integrato bene nelle piazze in cui sono stato e ho sempre dato il massimo, come se fossi del posto. Però casa è casa e quando giochi qui c’è qualcosa di più. Magari hai la tua famiglia che riesce a vedere le tue partite, i famigliari di mia moglie, gli amici in curva con cui sei cresciuto. Anche l’aria è diversa. Mi piace poter trasmettere anche ai giovani quello che mi ha dato questo lavoro. Qui ho ritrovato Nicastro anche, con cui avevo legato già a Foggia. Quando era a Pontedera gli dissi nell’orecchio “Quando vieni da noi?”. Il mio “golletto” annuale l’ho sempre fatto, qui mi manca ancora. Vorrei rifare qui ciò che ho fatto a Foggia, il mio gol in rovesciata andò in classifica a Goal Deejay su Sky, sarebbe bellissimo rifarlo qui”.

“Mi piacerebbe rimanere in questo mondo. Vediamo in che veste, se ancora con gli scarpini o con la giacca, anche se sono più un tipo da scarpini. Mi piacerebbe rimanere legato a questa grande famiglia che è la Vis Pesaro, in questi ultimi due anni si è creata una magia con una società stabile, forte che ci tratta come giocatori di alto livello. Avendo io girato tanto capisci che non è una cosa da poco, averla trovata a casa è una cosa bellissima. In 20 anni di professionismo ho trovato un centro sportivo così bello solo altre due volte, in categorie differenti dalla C per giunta. Dobbiamo ringraziare la società perchè se lo merita, ce lo meritiamo noi giocatori e anche la città“.