Zeman, 76 volte auguri: una vita al massimo e il bello deve ancora venire a Pescara

Un viaggio nella vita dell'allenatore più anziano d'Europa

12 Maggio 2023

Manuele Nasca - Autore

Oggi Zeman compie 76 anni. Una vita vissuta guardando calcio. Da una panchina, sempre con lo stesso sguardo. Con la sigaretta in bocca e quel “fumo” di saggezza. Da quando ne aveva 40, a oggi: la musica non è mai cambiata. Perché quando hai una passione la coltivi per l’eternità. E cosi, giunti a quota 76, l’obiettivo è fare in modo che il bello debba ancora venire; sempre. Equilibrio, senso della misura. Mai una parola fuori posto. Tornato a Pescara con un unico obiettivo: vincere e tornare in Serie B. Che sia il giorno del suo compleanno, conta per gli altri. Non per lui che in fondo, vuole ricevere il più bel regalo dagli spareggi promozione.

Zeman, “il piacere dell’onestà” e “L’ultima sigaretta”

Una vita al fianco degli ultimi, sempre seguendo l’ossessione e il rispetto delle regole. Sempre, contro chi a volte le ha dribblate. E poi, la sigaretta. Una delle tante compagne di viaggio. Ma forse quella che, in fondo, la fa stare meglio. Seconda solo ad un pallone che rotola. Per questi motivi la vita inarrestabile di Zeman può essere riassunta in due opere: “Il piacere dell’onestà” di Luigi Pirandello e “L’ultima sigaretta” di Svevo. “Non c’è nulla di disonorevole nell’essere ultimi. Meglio ultimi che senza dignità”, fu una delle sue frasi più celebri. Perché “talvolta i perdenti hanno insegnato più dei vincenti. Penso di aver dato qualcosa di più e di diverso alla gente”. Cuore e testa, sempre e solo per divertire il pubblico. La ricerca dello spettacolo, il coraggio delle idee, anche a costo di fallire. Il piacere del rischio che si fonde al gusto impagabile della vittoria.

Zeman

Zeman al calcio ha dato tanto. Dal Licata al Foggia “dei miarcoli”, fino al Pescara e alla promozione in Serie A con Verratti, Immobile e Insigne. Poi la Roma di Totti, la Lazio di Nesta e Nedved. Sempre con una sola e unica ossessione: quella di divertire. “Si deve cercare di mantenere la passione dei tifosi e cercare di giocare per i tifosi. Dare spettacolo. Io penso che non basta vincere uno a zero per essere felici e contenti se non si è dato niente alla gente. Penso che la gente debba tornare a casa contenta… Che ha visto qualche cosa. E si è divertita”; Parole che sono già storia. E che verranno per sempre studiate, lette, fatte proprie. Come una regola per chi vuole insegnare calcio. Un manuale teorico e, insieme, pratico. Tutto in poche frasi, per descriversi.

All’insegna di un calcio pulito, con la testa al prossimo obiettivo

Semplicemente l’allenatore più anziano d’Europa a sedere ancora su una panchina. Insieme a Roy Hodgson del Crystal Palace (anche lui del 1947, ma nato ad agosto). Un esempio per molti, un ogetto di discussione per altri. Il gioco delle parti, nulla di più. Ma Zeman ha sempre lottato per un calcio pulito. A volte, schierandosi contro i poteri forti. Un uomo coraggioso, in campo come nella vita. Una vita “aspirata” fino in fondo. Il più possibile. Goduta, vissuta, dominata, rispettata. Forse è proprio vero che l’età è soltanto un numero. Ce lo ha insegnato un maestro come lui. Che a 76 anni è ancora a caccia di obiettivi, di idee, di vittorie. Proprio col suo Pescara, quella seconda casa che vuole riportare dove merita.

zeman pescara

Db Genova 20/05/2012 – campionato di calcio serie A / Samdporia-Pescara / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Zdenek Zeman

Col suo solito 4-3-3 che ha attraversato decenni, generazioni. Mentre al centro del dibattito c’era l’evoluzione del calcio moderno, lui si tappava le orecchie e andava avanti per la sua strada. Forse perché Zeman rappresenta il tempo stesso: presente, passato e futuro insieme. Con qualche capello bianco in più, ma con la solita apparente freddezza. Nessun regalo, siamo sicuri. Solo il piacere di un’altra sigaretta e lo sguardo proiettato al 18 maggio, quando la sua squadra esordirà ai playoff nel primo turno nazionale (ottavi di finale). Da lì, si aspetta il regalo più grande di tutti. Con l’entusiasmo che lo ha sempre accompagnato negli anni. Serve aspirare, ancora più forte. Ancora una volta.

A cura di Manuele Nasca