Arezzo, goditi Varela: strappi, muscoli e passione per i gol pesanti

Nell’Arezzo che batte il Rimini e preserva la vetta, spicca l’ennesima prestazione convincente di Muhamed Varela. Ancora a segno, ancora decisivo.
“Prendi tutto ciò che Dio ti dà, dai il tuo meglio per meritartelo”. Frase che racchiude il senso dei nostri passi, e che Muhamed Varela ha imparato a fare propria. Non solo perché l’ha utilizzata sotto uno dei suoi video social (pubblicato ai tempi della Torres), ma soprattutto per il modo in cui essa si riflette sulle sue stesse prestazioni sportive. Semplicemente, un repentino crescere, nella maturità e nella consapevolezza, che il portoghese classe ’98 maneggia finalmente a pieno regime, con la continuità dei grandi. Ritagliandosi, logica conseguenza, un posto in cima. E non da solo: insieme a lui, infatti, c’è l’Arezzo.
La squadra che ne ha prelevato le prestazioni lo scorso 8 luglio, senza però poter immaginare quello che, di lì a poco, avrebbe apportato alla causa. O forse sì: il ragazzo non è sicuramente nuovo a dimostrazioni di talento innato. Ma non era notoriamente incline ai gol pesanti, quantomeno nel professionismo. Quella Serie C che ha testato sulla pelle con le maglie di Torres e Reggiana, toccando in entrambe le avventure quota 4 reti stagionali. Parliamo di due stagioni complete, ed è bene tenerlo a mente. Perché, in sole 8 partite e 190 minuti complessivi agli ordini di Cristian Bucchi, Varela ha già segnato 3 reti.
Di cui due consecutive, contro Carpi e Rimini, per giunta arrivate subentrando dalla panchina. Esattamente come il primo centro di questa serie, realizzato a Pontedera con la specialità della casa: coast to coast dalla destra e conclusione vincente. In quel gol c’è tutto Varela: Fisico, freschezza, estro e tanto, tantissimo cuore.
Lo stesso che, oggi, batte forte, a ritmo di imprese. Perché l’Arezzo è primo, ha vinto 7 partite su 8 e sembra possedere tutto il materiale tecnico e umano che serve per volare, per credere, per sognare. Varela incluso, ovviamente.
Gli inizi a Lisbona e l’amicizia con Leao, poi la Sardegna e i primi passi in D
Dai vicoli di Lisbona, fino al nostro Paese. No, non è l’opera di conquista teologica predicata da Antonio di Padova, tanto per citare una parte della nostra stessa storia. Ma è la parabola calcistica di Muhamed Varela Djamanca, che ha presto trovato nell’Italia un’isola felice…partendo proprio da un’isola: la Sardegna. Nascerà qui, il sogno del classe ’98, tra mare, sole e pallone. Ma è un’altra storia: ci arriveremo. Prima, infatti, il ragazzo muove passi in patria, partendo dal settore giovanile dello Sporting (dove stringe amicizia con Rafa Leao) e Real Sport Clube, e arrivando fino a Belenenses e Desportivo das Aves. Esperienze formative e arricchenti, che tracciano il percorso. La cui successiva – e decisiva – tappa, quella tricolore, regalerà motivi per sorridere.
Nella stagione 2017/2018, Varela approda dunque a San Teodoro, raccogliendo le prime presenze in Serie D. Saranno ben 30, congiuntamente condite da 6 reti e 1 assist che attirano prontamente il Budoni. Club che coccola ed esalta: il portoghese tocca quota 7 gol e serve 8 assist. Trovando lo slancio definitivo, direzione Lanusei e Gladiator 124, piazze dove migliora in rapida successione i suoi score personali: 13 reti per i sardi, 14 per i tirreni di Santa Maria Capua Vetere. Un biglietto da visita importante, che fa scuola e arriva presto su scrivanie di prestigio: il professionismo chiama. Varela, al solito, risponde presente.

Reggiana, Torres, Arezzo: un violento…crescendo
L’anno della svolta è il 2022. Varela vola a Reggio: l’Emilia chiama, il granata responsabilizza. E Reggiana sia. Il portoghese sperimenta il professionismo, sbarcando sul pianeta C per…conquistarlo. Proprio così: al primo tentativo, Muhamed scala la cadetteria. Come? Con il solito apporto prezioso: 25 presenze, 3 gol, 4 assist e una serie di guizzi decisivi che ne inquadrano, definitivamente, lo stile di gioco. Esterno a tutta fascia, seconda punta o terminale offensivo, Varela incorpora nel suo metro e 78 velocità, atletismo, forza fisica e movenze sinuose, esplicate attraverso dribbling e tecnica, strappi in campo aperto e affondi verticali, duttilità e senso del dovere. Insomma: un jolly offensivo che, poco dopo, farà le fortune di altre due piazze.
Chiedere per informazioni alla Torres, che lo acquista nell’estate del 2024 affidandogli parte delle sue speranze di crescita. Missione che, difatti, il classe ’98 segue alla lettera, sprigionando a ciclo continuo esplosività e fiuto: in 32 partite segna 4 gol, serve 6 assist e contribuisce allo splendido terzo posto agguantato dal club. La Sardegna, ancora una volta, fa breccia nel cuore di Varela, che conserva ogni attimo. Anche lontano da essa: infatti, dopo una sola stagione in rossoblù, l’attaccante passa all’Arezzo, ma non dimentica. Né l’isola e la sua bellezza, né le vecchie abitudini: spaccare le partite resta il marchio di fabbrica. E vale tanto: gol, vetta, certezze. Perché fermarlo?