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Lumezzane, ecco Troise: idee ed esperienza per ripartire

Troise, crediti SS Arezzo, www.lacasadic.com

Il Lumezzane cambia subito guida tecnica: l’ex Arezzo rimpiazza Paci, che paga un avvio stentato.

Un amore mai sbocciato. Si potrebbero racchiudere così i sei mesi di convivenza tra il Lumezzane e Massimo Paci. E nessuno avrebbe da ridire. Perché l’allenatore, pur contribuendo alla salvezza dello scorso anno, non ha inciso come sperato nell’ambiente rossoblù. Lasciando la squadra immersa in dubbi profondi: l’inizio della stagione corrente è stato molto complesso. E ha sancito la fine di un rapporto che, molto probabilmente, non è mai davvero iniziato.

Subentrato a marzo dopo l’esonero di Arnaldo Franzini, il classe ’75 ha raccolto quattro punti nelle prime cinque partite del suo operato. Curiosamente, anche le ultime del campionato 24/25, concluso al quattordicesimo posto. Troppo poco. Il peso della terra di nessuno ha dunque spinto la società ad attivarsi ben presto sul mercato. Che il Lumezzane conduce attivamente, inserendo giocatori di giovani e di prospettiva. Affiancati, parallelamente, dal peso offensivo di Alfredo Donnarumma. Semplicemente, un purosangue della categoria. Ma è troppo poco. Ancora una volta.

Perché il campo espone presto a fatti chiari: il gruppo conserva lacune pregresse. Permanenti. E Paci non riesce a sterzare la situazione, sempre più articolata, difficile, senza apparente via d’uscita. Presto detto, la sconfitta in Coppa contro la neonata Inter Under 23 apre un ciclo negativo che si ripercuote anche sul campionato. Dove il Lumezzane perde le prime quattro partite, scivolando subito in fondo alla classifica. Pesanti, incontrovertibili, i ko contro Vicenza (5-0) e Triestina, che nonostante le difficoltà societarie vince al ”Saleri” e strappa un verdetto amaro. Duro. Paci esonerato. I valgobbini ripartono da zero.

Da qui, la necessità di voltare pagina. È storia nota: sarà Emanuele Troise a prendere possesso della panchina rossoblù. Sarà lui a trainare il Lume verso lidi sicuri. O almeno, questa è la speranza condivisa da società e dirigenza. Anch’esse costrette a esaminare le proprie coscienze, perché l’avvio appena fatto registrare non mette d’accordo nessuno. Ma la scelta di affidarsi all’ex allenatore dell’Arezzo potrebbe segnare una svolta. Perché ha dimostrato di saper raddrizzare situazioni scomode: chiedere a Rimini per ulteriori informazioni.

Lumezzane, ecco Troise: esperienza e duttilità per salvare la categoria

Proprio Rimini è la piazza che ha lasciato il segno più tangibile del suo marchio di fabbrica. Nato a Montesanto, Troise incorpora nelle sue corde quelle prerogative su cui ogni allenatore basa la sua crescita personale. Dinamismo e controllo, idee e orgoglio, calore e freddezza. Contrasto di emozioni, vivacità di colori, uguale: risultati. Tanti. Identificabili in una gavetta che ne risalta la capacità di adattarsi e trasformarsi. Partendo da Latina, nel ruolo di vice-Pecchia, toccando la sua Napoli (fa parte dello staff tecnico di Benitez), arrivando fino ai primi assoli. La carriera da solista inizia a Mantova, non prima di aver completato il suo bagaglio in quel di Bologna (collaboratore di Delio Rossi) e Casertana (allenatore dei Berretti).

Sulla panchina biancorossa, il classe ’79 mette in pratica quanto assorbito. Poche parole, virtù dei grandi. Difatti, raggiunge l’obiettivo: salvezza al primo colpo. Sormontate le insidie della C con un buon decimo posto, Troise è però costretto a ripartire dal quarto gradino. Mantova non conferma, lui si ritaglia un angolo di cielo a Cava de’ Tirreni. Sponda Cavese, ovviamente. Dove sfiora a più riprese il nuovo salto tra i grandi, sfuggito solo per il rotto della cuffia: un secondo posto, uno spareggio-promozione perso contro il Brindisi. Rammarico, rabbia, frustrazione. Sì. Ma anche tanta voglia di rimettersi subito in pista. Come? Con una sfida. Difficile e al contempo affascinante: il Rimini.

Rimini Troise
Credit: Rimini F.C.

Un’impresa che andrà ripetuta

Stagione 2023/2024. I romagnoli navigano negli abissi della Serie: dopo sette giornate, il club occupa l’ultimo posto in graduatoria. Serva una scossa forte. Serve un credo chiaro. Servono labbra sagge da cui pendere. E spalle solide su cui poggiare. L’identikit perfetto delinea tratti già noti: Emanuele Troise. Lui, ancora lui, il prescelto. Che rimpiazza Raimondi, che impone presto la sua filosofia. Variazioni tattiche, 4-3-3 compatto e graduali iniezioni di fiducia. Ecco la ricetta vincente, che vale 12 risultati utili consecutivi e comoda permanenza nel professionismo. Il decimo posto agguantato a fine anno sta stretto e vale ancor di più.

E poco importa se l’esperienza ad Arezzo si conclude presto (esonero con la squadra al sesto posto): il tempo restituisce a chi osa. Detto, fatto: Lumezzane chiama. E Troise, come al solito, risponde presente. Messaggio chiaro: vuole ripetersi. Vuole un’altra impresa. Vuole un’altra storia da raccontare.