I consigli di Italiano, la maglia di Evacuo e ‘ossessione’ come parola chiave. Musso: “Torres scelta giusta, ci rialzeremo”

Antonino Musso / Credit: Torres / Alessandro Sanna / www.lacasadic.com
L’attaccante della Torres Antonino Musso si è raccontato in un’intervista ai microfoni de LaCasadiC.com
“L’ossessione batte il talento, lo batterà sempre”. Il famoso monologo del film Hustle, con Adam Sandler nei panni dello scout del basket Stanley Sugerman, sembra essere anche il motto di vita e professionale di Antonino Musso, attaccante della Torres. “Tante volte ho pensato di non farcela, ma la mia ossessione per il calcio mi ha portato fin qui. Il mio percorso negli ultimi anni è stato soprattutto mentale. Devi imparare a gestirti a livello emotivo, altrimenti ti condiziona. Paradossalmente se fossi stato un po’ più menefreghista me la sarei vissuta con più leggerezza. Perché comunque il calcio è divertimento. Però senza quella cattiveria, quella fame non avrei raggiunto ciò che volevo”.
Di ruolo numero 9, un bomber. Anche se lui si definisce un calciatore atipico, a discapito magari delle apparenze. Due lauree in scienze motorie e management dello sport, spinto dalla sorella a continuare a studiare. Per una propria cultura generale e anche pensando a un futuro dopo il calcio. “Sta arrivando anche la terza in nutrizione umana, mi manca una materia. Mi sono iscritto la prima volta a 18 anni, come tanti ragazzi non avevo ancora idea di quello che volevo fare oltre a giocare a pallone. Devo dirle grazie, mi ha convinto a fare l’università perché lei non è riuscita a farla”.
Un legame profondo con la sua famiglia e la sua Sicilia. “Mi manca tantissimo come mi manca la mia terra. Mi appoggiano moltissimo, sento sempre la loro presenza e sono veramente un ragazzo fortunato a essere cresciuto in una famiglia con valori importantissimi. Ma sanno il motivo per cui sono qui“. Già, perché il presente ora si chiama Torres e porta in Sardegna, da un’isola all’altra. Una nuova sfida, per un ragazzo ambizioso. “Penso che certe cose non si possono spiegare, Sassari era il posto giusto al momento giusto per continuare il mio percorso di crescita. Avevo bisogno di un ambiente stimolante, di una squadra competitiva in una piazza che pretende. Penso di aver fatto la scelta giusta.”
Nonostante i risultati difficili di questo inizio di stagione rossoblù, le motivazioni e le ambizioni sono sempre alte. “Per come sono fatto io, i momenti difficili li vedo come delle sfide. Questo periodo ci ha aiutato tanto per crescere, ci siamo guardati in faccia e ci siamo uniti ancora di più nelle difficoltà. Tutto questo ci ha dato qualcosa in più che ci porteremo dietro tutta la stagione. Credo molto nel lavoro, ci sono stati cambiamenti e bisogna avere un po’ di pazienza per far sì che portino risultati. Noi siamo al 100% con il nostro allenatore, crediamo nel suo lavoro e lo stiamo seguendo. Siamo una squadra viva“.
“La gatta frettolosa fa i gattini ciechi”: l’esordio di Musso al posto di Evacuo con Italiano in panchina
Esiste quasi un filo diretto che lega Trapani a Sassari, il Trapani alla Torres. Da Fischnaller, due stagioni da protagonista con la squadra sarda e ora già decisivo in Sicilia, alla storia di Antonino Musso, cresciuto calcisticamente nella società granata. L‘esordio in prima squadra al posto proprio di un calciatore mai dimenticato a Sassari, protagonista di una storica doppietta al Napoli nel 2006: “Felice Evacuo è un esempio per me. Ho avuto la fortuna di averlo come compagno di squadra da giovane ed è stato fondamentale. I numeri parlano chiaro, penso sia stato l’attaccante della storia della Lega Pro che ha inciso più di tutti nelle squadre dove è stato. Siamo molto amici e ci sentiamo spessissimo. Non colleziono maglie di giocatori, ma ne ho solamente una appesa: quella di Felice, che mi porto sempre dietro. Lui lo sa e scherzando mi dice che è il mio amuleto“.
Uscire da scuola per andare a Trapani ad allenarsi con la prima squadra, per vivere quello che per molti ragazzi è un sogno. Con un ‘maestro’ speciale in panchina: “Vincenzo Italiano è un fenomeno, da subito ce ne siamo accorti tutti. Ora è facile dirlo, ma quando tocchi con mano certe cose capisci veramente che alcune persone sono destinate a fare qualcosa di importante. Al primo giorno di allenamento è arrivato, ha messo la porta a centrocampo e ha guidato la squadra come se stesse giocando alla Playstation! Due formazioni contrapposte con il 4-3-3, un gioco quasi codificato. Sapeva quello che voleva ottenere. Ricordo sempre una frase che mi diceva, che mi è rimasta impressa soprattutto nei momenti complicati: ‘la gatta frettolosa fa i gattini ciechi’. Perché io già in quel periodo volevo arrivare a tutti i costi ma dentro il campo ero frettoloso e frenetico. Mi è servito più avanti”.

“Dove sono andato a finire”: dai modelli in campo agli idoli da bambino
La forte determinazione è sempre stata una caratteristica principale di Antonino Musso. Il voler lottare contro il destino anche quando le cose sembrano mettersi di traverso, per crederci sempre e ripartire con umiltà. “Quando mi allenavo da giovanissimo con il Trapani di Cosmi che faceva la B (l’anno in cui sfiorò la Serie A), non accettavo di andare in prestito in Serie D o in altre categorie inferiori. Nella mia testa io volevo giocare già lì. Poi sono andato a Troina, in un posto complicato e difficile. E lì mi sono detto ‘ho smesso di giocare, dove sono andato a finire’. Non riuscivo a gestire al meglio le emozioni, questo non mi faceva esprimere bene. Dall’anno di Bra ho lavorato tanto su questo aspetto, tutto arriva attraverso il lavoro. Avevo 23 anni, da lì ho cominciato a vivermela diversamente e sto lavorando ogni giorno per dare il mio meglio che ancora non è arrivato”.
Di grandi esempi da seguire come compagni di reparto ne ha avuti parecchi: “In primis mi viene da dire sempre Evacuo, era un giocatore incredibile. Anche Calaiò era di un livello superiore con una qualità pazzesca. Si è ritirato proprio quando ero a Salerno, ma giocava come si dice con la sigaretta in bocca. Senza dimenticare Reginaldo, Petkovic, Coronado. Quegli attaccanti lì mi hanno lasciato qualcosa”. Da bambino invece, i classici poster in camera erano principalmente due: Alex Del Piero e Cristiano Ronaldo. “Mi divertiva fare assist da piccolo, sono cresciuto da seconda punta. Volevo emulare le giocate di Del Piero e avere la mentalità di Cristiano”.
Musso: “Possiamo giocarcela con chiunque, lo spessore del gruppo è incredibile”
Per quanto riguarda il presente, Antonino Musso si è ambientato subito nel mondo rossoblù. Con parole chiare che sanno già di leader e punto di riferimento, non solo in campo: “A fine stagione sarei soddisfatto se a livello di squadra riusciranno a uscire fuori i reali valori della Torres. Non voglio legarmi a una posizione specifica in classifica, perché penso sia una conseguenza. Sono sicuro però che possiamo dare fastidio a tutti e giocarcela con chiunque. Soprattutto se prendiamo un po’ di fiducia e consapevolezza. La vittoria che non arriva è un peso e un un po’ un blocco mentale, ma sono convinto che ne usciremo e diremo la nostra. Sono una persona molto ambiziosa, che vuole sempre di più. Non gioco per soldi, magari passo per falso ma ho dato sempre priorità al mio percorso di crescita. Quest’estate ho avuto delle proposte dalla serie B, ma sono contento di essere qui alla Torres e di dare il mio contributo alla causa. Per quanto lavoriamo tutto è possibile“.
Per chiudere, un pensiero speciale: “Voglio ringraziare la società e i compagni, mi sono ambientato benissimo perché qui c’è un gruppo di uno spessore incredibile. In questo periodo i tifosi non ci hanno mai fatto mancare il loro supporto. A me le chiacchiere non piace farle, ma posso promettere la maglia sudata sempre e tanti sacrifici per la Torres”. Il Vanni Sanna nel frattempo aspetta di gioire di nuovo con il suo bomber: “La mia esultanza devo ancora sceglierla. Faccio per ora quella di Lautaro, da quando a Bra i miei compagni mi dicevano che giocando somigliavo a lui. In un futuro dovrò sicuramente sceglierne una mia, però deve venire spontanea”. Con la solita ossessione di sempre, parola chiave della carriera di Antonino: “Il gol che sogno di fare me lo tengo per me, però ovviamente si può immaginare. Spero arrivi già quest’anno“.