Le amichevoli, la possibile fusione e un Airone “condiviso”: il primo derby ufficiale tra Union Brescia e Lumezzane

Alessandro Mercati, centrocampista dell'Union Brescia (Credits: Union Brescia)
Di quali colori si tingerà il bresciano? Lo scopriremo direttamente il prossimo 7 dicembre. La data dello scontro tra Union Brescia e Lumezzane.
Un territorio, due realtà, le rispettive sfumature di bellezza. Storie diverse, fedi discordi e colori lontani che, quantomeno per un pomeriggio, si ritroveranno lì. Faccia a faccia, direttamente sul campo. E la tela si graffia, nel segno di una confronto che promette bagarre. Da una parte l’Union Brescia, biancoblu d’orgoglio; dall’altra il Lumezzane, rossoblù elettrizzante. Seconda contro tredicesima, una storia che necessita (ancora) di un primo capitolo.
Ebbene sì, perché gli unici precedenti tra le due squadre risalgono, rispettivamente, al 2016 e al 2023. E non sono stati incontri ufficiali, ma amichevoli. Con risultati sempre favorevoli alle Rondinelle, che hanno vinto sia il primo che il secondo duello: rispettivamente 1-o e 4-1. Insomma, c’è un minimo conto in sospeso. E, finalmente, potrà essere risolto sul palcoscenico dei pro.
Quella Serie C che il Brescia ha riagguantato quest’estate, dopo aver rasentato il fallimento ed essere successivamente ripartita dalla fusione con la fu Feralpisalò. Proprietario, Giuseppe Pasini, che ha fin da subito provveduto a ricostruire fondamenta e identità al grido di…Union. Riscontri dal campo, pressoché positivi: il gruppo di Aimo Diana, nonostante qualche intoppo di percorso e il precoce strappo in vetta del Vicenza, è secondo insieme al Lecco. Poco male.
Lato ospiti, invece, il Lume onora a modo suo il terzo step del nostro calcio da oramai tre stagioni. Non senza difficoltà, proprio come visto quest’anno: l’inizio di stagione, contrassegnato da 5 sconfitte consecutive, ha subito generato tensioni e scossoni. Culminati nell’esonero di Paci, nell’arrivo di Troise e nell’inizio di una nuova rincorsa: i valgobbini, adesso, occupano la tredicesima piazza, non perdono da sette gare e sono in diritto di credere nel colpo grosso. Sarebbe romantico. Sarà interessante scoprire se accadrà. Restate connessi.
Brescia, Lumezzane e quella proposta di fusione…
Alt. Facciamo un passo indietro. Sapevate che Brescia e Lumezzane potevano diventare una cosa sola? Esatto, proprio così. Imperativo riavvolgere il nastro. Ai mesi più frenetici, quelli che hanno preceduto la fondazione delle nuove Rondinelle di Pasini. Prima del noto accorpamento con la Feralpisalò, però, vagava persino l’idea di fondere il Lume per dare al capoluogo una squadra professionistica che ne portasse in alto il nome. Gli incontri comunali di Palazzo Loggia avrebbero previsto anche la presenza dell’Ospitaletto: nulla di fatto, come noto.
Una possibilità, quella di vedere i rossoblù “rifornire” la nascita del nuovo Brescia, che era stata pesantemente bocciata persino dal sindaco di Lumezzane Josef Facchini. Così: “Mi stupisce leggere retroscena su fantomatiche fusioni di squadre pur di salvare la società cittadina e farla iscrivere almeno in C, di fatto sacrificando altre realtà sportive come la nostra, Salò oppure Ospitaletto. Premesso che non tocca a me decidere, da tifoso e spettatore ritengo che ciascuna realtà sportiva meriti adeguato rispetto. Ognuno ha fatto il suo percorso, ha i suoi colori e la sua storia”.

I doppi ex della sfida: dal campo alla scrivania
Lo scontro inizia quindi fuori, ma continuerà entro i limiti del manto verde. Con la stessa volontà di imporsi sull’altra, con ulteriori scontri nello scontro: alcuni interpreti hanno giocato in entrambe le squadre. Seppur per poco, come Simone Cantamessa, che – da ex Feralpisalò – era rimasto in estate nei ranghi estivi del nuovo Union Brescia, salvo poi essere ceduto al Lumezzane.
Lumezzane che, a roster, può contare su un altro ex giocatore biancoblu: il centrocampista Fabrizio Paghera, che con il (vero) Brescia è cresciuto e ha debuttato tra i professionisti, raccogliendo 54 presenze complessive spalmate in tre stagioni diverse. E non è finita qui: il presidente rossoblù è stata la Rondinella più iconica. Ed era un Airone: proprio lui, Andrea Caracciolo. Primatista di presenze e di reti in maglia biancoblu, ora pronto a guastarne la festa. Che storia, il calcio.
