Artioli: “Il primo gol lo sognavo così. San Siro è il ricordo che porterò nel cuore”

Il centrocampista del Grosseto si racconta ai nostri microfoni: passato, presente e un futuro tutto da scrivere

Foto Noemy Lettieri - Us Grosseto 1912
3 Dicembre 2021

Redazione - Autore

“Voglio dare un contributo importante per la salvezza del Grosseto” parte da qui la chiacchierata con Federico Artioli. Il classe 2001 è alla sua prima stagione con i professionisti. Giovanissimo ma con le idee chiare su quelli che sono e saranno i suoi obiettivi futuri: “Voglio giocare più partite possibili per crescere e migliorarmi, poi chissà…”. A fine stagione si tireranno le somme, ma intanto chi ben comincia è a metà dell’opera.

Artioli: “Ho segnato e mi sono trovato sotto il muro rosso dei tifosi, era come lo sognavo”

L’arrivo a Grosseto per Federico è stato positivo: “Mi hanno subito accolto molto bene tutti e questo è stato importante per me”. Sentire la fiducia dei compagni e dell’allenatore è importante, soprattutto quando sei un giovane e vivi la tua prima esperienza con i ‘grandi’. Inizialmente l’inserimento non è stato facile, pochi minuti per poter dimostrare, ma Federico sa che c’è da lavorare, lavorare e ancora lavorare per emergere. Poi quando meno te lo aspetti scocca la scintilla. Il gol, il primo tra i professionisti nel derby contro il Siena: “Ho segnato e mi sono trovato sotto il muro rosso dei tifosi, era come lo sognavo”.

Il sogno è diventato realtà e Federico lo ha festeggiato a dovere. Via la maglia, quasi come una liberazione e di corsa a prendersi l’abbraccio di tifosi e compagni. Un gol con dedica speciale: E’ per mio nonno che non c’è più” doppia emozione, riversata con gioia verso il cielo. Un legame forte, quello con la famiglia per Federico, soprattutto con il fratello: “Il rapporto con mio fratello è ottimo ci sentiamo sempre. E’ stata la mia fortuna, ha saputo consigliarmi anche in base alla sua esperienza passata”. Un ancora di salvezza nei momenti difficili e un rapporto indissolubile anche a chilometri di distanza. 

Foto Noemy Lettieri – Us Grosseto 1912

Da Ferrara a Sassuolo: la paura nel lasciare casa fino alle panchine in A

“Mai non mollare mai” è una frase che calza a pennello per Federico. A 14 lascia casa, Ferrara, per andare a Sassuolo in convitto: “Volevo subito andare via. Ambientarmi è stata dura. Mi hanno aiutato tanto i miei genitori e c’era sempre mia mamma che mi dava quel consiglio giusto per convincermi in positivo”. Non ha mai mollato Federico e anzi, ha sempre trovato la forza per continuare. “Dopo un anno lontano da casa mi sono abituato” eccome se si è abituato. In neroverde arriva fino alla Primavera. Punto fermo della squadra di Bigica, eredita la fascia da capitano. Una responsabilità in più. 

In Primavera fa vedere ottime doti tecniche in mezzo al campo e una buona visione, tanto da spingere De Zerbi a portarlo ad allenarsi con la prima squadra. Dal giocare con i compagni al dialogare con Locatelli, Berardi, Magnanelli: “Avevo instaurato un bel rapporto con loro, soprattutto con Magnanelli che veniva sempre da noi giovani per aiutarci”. Gli allenamenti sono duri, soprattutto se in panchina c’è uno come De Zerbi: “E’ un martello, voleva sempre il massimo da tutti, anche da noi giovani e allo stesso tempo ti aiutava. Avevi un po’ d’ansia nell’andare al campo. Però mi ha insegnato tanto” racconta Federico. Di li a poco arriva la prima convocazione contro la Roma, e poi la seconda in maniera molto particolare: “Devi fare un giro in centro o vieni a San Siro con noi? E da li mi sono ritrovato sul pullman per andare a San Siro”. Lo stadio è una bolgia e Federico si emoziona: “Un ricordo che porterò sempre dentro al cuore”. 

Foto Noemy Lettieri – Us Grosseto 1912

Dall’idolo Ronaldo, alla maglia di “Barella”: con un sogno nel cassetto

Cristiano Ronaldo o Messi? Quante volte si è sentita questa domanda in Tv, ma Federico non ha dubbi: “Il mio idolo è Cristiano Ronaldo” da sempre in ‘conflitto’ con il fratello: “A lui piace Messi”. “Da piccolo vivevo male anche la premiazione del Pallone d’Oro, ma ora un po’ meno” dice ridendo. L’idolo è Cristiano, ma Federico si ispira ad un talento nostrano: Riguardo al mio ruolo mi piace molto Barella, gli avevo chiesto la maglia a San Siro ma purtroppo aveva già a chi darla e alla fine l’ho presa da Vidal”. La chiacchierata volge al termine, ma prima vogliamo sapere il sogno nel cassetto: “Il mio sogno è giocare in Champions League e in Serie A”.

A cura di Simone Brianti