Avellino, la rivoluzione dei D’Agostino: dalle macerie del fallimento ai record

Giovanni e Angelo Antonio protagonisti di una vera e propria rinascita biancoverde

14 Febbraio 2022

Redazione - Autore

Una questione di dignità: la missione della famiglia D’Agostino alla guida dell’Avellino va oltre il semplice business sportivo. Dalle ceneri di un fallimento al ritrovato orgoglio di rappresentare una città alle soglie della Serie B: l’impegno della proprietà biancoverde ha raggiunto i primi, indiscutibili risultati. Da un lato la voglia di restituire la giusta categoria ai colori amati fin da bambini, dall’altro l’ambizione di spingersi oltre e catapultare l’Avellino in un mindset commerciale e sociale, moderno e all’avanguardia.

In testa due uomini, ispiratori e realizzatori della rivoluzione: Angelo Antonio e Giovanni. D’Agostino il cognome, biancoverde il DNA.

Un sogno chiamato Avellino: Angelo Antonio D’Agostino

Candidarsi a numero 1 della squadra tifata sin da bambino può rappresentare tanto un vezzo quanto una priorità. Per l’imprenditore e politico di Montefalcione, Angelo Antonio D’Agostino, l’Avellino ha assunto negli anni i crismi dell’urgenza. Un progetto d’amore, come ammesso al Corriere dell’Irpinia al momento dell’acquisizione del club nel 2020: “Sono sempre stato tifoso dell’Avellino, che seguivo anche in trasferta quando il lavoro me lo consentiva. La mia società, negli ultimi 15 anni, ha supportato il club come sponsor. Avevo ricevuto varie proposte d’acquisto in precedenza: non si sono mai concretizzate per una serie di problemi che mi hanno persuaso a fare marcia indietro. Ultimamente però, sentivo di voler intraprendere un progetto d’amore per la mia città, per la mia Irpinia, per la mia squadra”.

A salvare una squadra totalmente in balia del caos societario, e allo sbaraglio dopo il fallimento del 2018 con numerosi cambi di proprietà, arriva un uomo che all’Irpinia e ad Avellino ha deciso di riservare una fetta molto importante della propria carriera. Imprenditore impegnato in settori diversificati, dall’edilizia all’editoria, passando per energia e automotive. D’Agostino si presenta alle porte del club con un passaporto professionale di altissimo profilo, al quale contribuisce l’impegno politico che lo porterà a diventare primo cittadino del proprio comune, Montefalcione.

Interessi radicati sul territorio e una passione sconfinata per la propria squadra del cuore hanno reso Angelo Antonio la scelta vincente per la credibilità di un nuovo, e soprattutto dignitoso, progetto sportivo e commerciale. Non è un caso che le ambizioni di D’Agostino abbiano fin da subito incluso investimenti di alto profilo per la città. A partire da un nuovissimo stadio. Un gioiello che il popolo biancoverde spera di veder completato entro il 2024: “È un progetto ambizioso per la provincia e la Campania. Nella regione saremmo l’unica società di calcio con uno stadio di proprietà. Vorrei portarlo a termine proprio come l’ho immaginato. Costerà 50 milioni di euro e avrà una capienza di 21.500 posti a sedere e coperti. Sarà un impianto a servizio della città e dei visitatori, con negozi, palestre, parcheggio interrato e sale ristorante”.

La rivoluzione sportiva: Giovanni D’Agostino

Idee, passione, ma anche risultati. L’uomo a cui il nuovo patron dell’Avellino decide di affidare il controllo diretto della nuova società è Giovanni D’Agostino, suo figlio. Non una semplice controfigura, bensì un tifoso e professionista totalmente devoto e coinvolto alla rinascita del club.

Non c’è gloria senza vittorie, e di questo Giovanni è pienamente convinto: il nuovo corso sportivo dell’Avellino riparte dalla consapevolezza di rappresentare una delle piazze più calde d’Italia. Ad affiancarlo l’esperto direttore sportivo Salvatore Di Somma.

Un tandem che si dimostrerà efficace fin da subito, con la scelta di Braglia alla guida tecnica come primo segnale di rinnovamento. Al termine della prima stagione saranno 68 i punti in classifica: un clamoroso quanto inaspettato secondo posto in graduatoria che permetterà all’Avellino di tornare a giocare le finali playoff per la Serie B. Ci penserà il Padova a interrompere in semifinale il cammino degli irpini, ma la prima, vera stagione targata D’Agostino si rivela un successo sotto tutti i punti di vista.

Diretto, verace, a volte anche impopolare: Giovanni D’Agostino non ha paura di metterci la faccia e raccontare con sincerità e schiettezza il proprio punto di vista. Per il bene dell’Avellino. Con il supporto del Ds Di Somma la rosa degli irpini rinasce e si dota di giocatori di caratura: Di Gaudio, Maniero, Murano e per ultimo Kragl. Una batteria di calciatori fuori categoria che non tradisce le aspettative e impreziosisce un percorso che vede l’Avellino come la squadra con più punti nell’anno solare 2021 nel Girone C di Serie C. 76 contro i 73 del Catanzaro secondo in graduatoria.

Il processo di rinascita sta andando avanti spedito. Il presente dice terzo posto, 45 punti come il Catanzaro, sette meno del Bari capolista. Solo due sconfitte in 25 partite, il 2-0 inflitto al Monterosi come ultimo risultato conquistato sul campo. Questione di famiglia. Questione di dignità.

A cura di Pietro Marchesano