Sogni, speranze e sacrifici. Da Parigi al derby della Mole: Bayeye e l’amicizia con Pogba

San Siro e la serata perfetta del classe 2000, arrivato in estate in granata

1 Marzo 2023

Redazione - Autore

“Una storia bellissima”. Ivan Juric aveva risposto così alla domanda su Bayeye e Adopo. I due hanno deciso l’ottavo di finale di Coppa Italia entrando dalla panchina ed eliminando il Milan. E poi l’esordio in A con il suo Torino contro l’Empoli. La prima. Da titolare. Un viaggio fatto di sogni, speranze, lavoro, sacrifici e anche riscatto. Un mix denso per regalare e regalarsi una miriade di emozioni tutte in una sera. La storia è fatta per essere scritta e così Bayeye ha deciso di iniziare a scriverla a modo suo.

A Milano una chance da sfruttare in pochi minuti. Un Theo Hernandez da dover tenere sotto controllo e quel pizzico di emozione nel giocare a San Siro. Un sogno diventato realtà. Da Parigi alla Scala del calcio, chissà quante volte Bryan ha pensato, da bambino, al suo futuro. Una storia di viaggi e obiettivi da raggiungere, dalla Francia all’Italia e un soprannome che gli calza proprio a pennello: ‘Frecciarossa’, un po’ come le sue cavalcate sulla fascia. Infine l’emozione del derby della Mole, la sfida contro la Juve seguita dalla panchina e poi la maglia scambiata con l’amico Pogba.

“Dove tutto è cominciato”

Una storia particolare quella che lega Bayeye con Paul Pogba, tornato in campo con la Juve a distanza di diversi anni. I due alla fine della partita si sono scambiati la maglia con un post messo sui social: “R.L.S dove siamo partiti e Torino dove siamo arrivati”. Questa la scritta che ritrae i due sorridenti dopo la battaglia sul terreno di gioco. 

R.L.S. è l’acronimo di Roissy-La-Source. Roissy-en-Brie è un paese a una trentina di chilometri a est di Parigi e rinominato proprio dai ragazzi del quartiere R.L.S.  e proprio lì sono cresciuti il centrocampista della Juve e l’esterno del Torino. Un campetto in cemento in mezzo ai palazzi è da lì che è partita la loro cavalcata per ritrovarsi insieme sul campo dell’Allianz Stadium. 

San Siro ai piedi di Bayeye

Minuto 111′. “Bryan vieni, tocca a te”. Prepararsi al volo per entrare. La tua squadra è in dieci contro un Milan che spinge forte e ha calato tutti gli assi dalla panchina. Le ultime direttive di Ivan Juric e via, dentro a San Siro. Una manciata di minuti, palla rubata e via in ripartenza. Una corsa frenetica, già ci aveva abituato a Catanzaro in Lega Pro, e il passaggio perfetto per Adopo, amico e compagno già in Francia. Pallone in rete. Un gol ‘made in C’ per firmare il passaggio del turno. 

Una serata perfetta. Nove minuti per lasciare il segno e ripagare la fiducia di Juric. Una cartolina da San Siro, fatta di abbracci e sorrisi. Un viaggio partito da lontano. Sogni nel cassetto tenuti e conservati lì da tirare fuori nel momento giusto. Da Parigi a Torino passando per Catanzaro e ora il ‘Frecciarossa’ Bayeye si è fermato a San Siro. Una fermata breve, perché la corsa dell’esterno francese è già pronta a ripartire. 

Il viaggio di Bayeye: da Parigi all’Italia

Parigi. Sì, la vita e la carriera calcistica di Bryan Bayeye parte proprio dalla capitale francese ma non nel Paris Saint Germain. Il pallone diventa sin da subito il suo migliore amico. Un cassetto pieno di sogni e speranze perché l’obiettivo è chiaro e limpido nella testa. Prima il Troyes e poi il Nizza, il classe 2000 inizia ad avvicinarsi all’Italia. La sua crescita non passa inosservata nel Bel Paese. Il Catanzaro mette gli occhi su di lui e nel 19/20 lo porta in Calabria. 

Valigia pronta. Lasciare tutto e via. Inizia una nuova avventura. Lontano da famiglia e amici di sempre. Una partenza non semplice, perché dietro a un cambiamento importante c’è per forza l’ambientamento. Ci vuole tempo e fiducia. Il primo anno in Italia è difficile, ma Bryan continua a lavorare in attesa dell’occasione. 

Bayeye
Credit US Catanzaro 1929

Da esubero a risorsa del Catanzaro: ‘Carpe Diem’

Due presenze da 15′ complessivi. Poco, troppo poco per lasciare il segno. Poi il prestito al Carpi di Pochesci. La voglia matta di incidere e un riscatto che arriva parzialmente. Il ritorno in giallorosso. Con Calabro è considerato un esubero, ma con l’arrivo di Vivarini diventa una risorsa. La visione cambia così come la fiducia e questa viene ampiamente ripagata da Bayeye. 

Il classe 2000 diventa un elemento imprescindibile dello scacchiere. ‘Carpe Diem’ o cogli l’attimo. Frase che calza a pennello con Bryan. La fascia destro è il suo habitat naturale e ci ha messo poco a convincere Vivarini ha concedergli una chance. Lavoro, determinazione e costanza. Tre parole per conquistarsi il posto e non mollarlo. Le sue qualità escono alla grande: corsa, velocità, tanta gamba e fisicità. Un finale di stagione che non passa inosservato. Il Torino lo segue da tempo e in estate affonda il colpo decisivo. Dal Catanzaro al Torino, è tempo di prendere un altro treno e iniziare una nuova avventura, stavolta con vista Serie A. 

juric torino

L’arte del sacrificio, l’occasione Torino e gli sforzi di una vita ripagati

“Lavorando così, la vita ti ripaga”. Parole che suonano quasi profetiche quelle di Juric. Proprio l’allenatore al termine della partita contro il Milan ha parlato del confronto avuto con Bryan a pochi giorni dalla sfida di San Siro. Il ragazzo lavora sodo, si allena a mille e sta aspettando la sua occasione. Nel mercato invernale sarebbe dovuto partire in prestito, forse in B (la Reggina lo voleva), ma gli infortuni di Ola Aina e Lazaro hanno bloccato tutto. 

Un chiaro segnale del destino. Tutto scritto nelle stelle, perché il fato ha riservato a Bryan una serata magica. Sul prato di San Siro contro il Milan e l’assist perfetto per il gol vittoria. A scriverlo così potrebbe sembrare la trama di un film, ma è tutto vero. Una storia fatti di viaggi, sacrifici e voglia di riscatto: Bayeye, dalla Lega Pro alla Serie A: il ‘Frecciarossa’ che non ha intenzione di fermarsi, ora più che mai. 

A cura di Simone Brianti