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“Tu non sai quanto ti amo”. Il Catanzaro perde solo in campo: quanto amore dalla sua gente

Emozioni. Applausi. Colori. Sogni. Passione. Potremmo continuare all’infinito. Perchè lo spettacolo di Catanzaro-Bari resterà per sempre negli annali della Serie C. Prima contro seconda. La capolista contro l’inseguitrice. Termina 1-2, ma quanto accade in campo non è minimamente equiparabile a quello accaduto sugli spalti del Nicola Ceravolo. Lo stadio è gremito, come non lo si vedeva da tanto, tantissimo tempo. La gente parla, grida, urla, gioisce e impazzisce di Catanzaro. Una passione fuori dal comune. Viaggi dal nord al sud e la frase alla famiglia che ti aspetta da tanto tempo: “Nel weekend torno, gioca il Magico”. Si, perchè per i catanzaresi, il giallo e il rosso rappresentano magia. Di padre in figlio. Di bambini, entusiasti e con le sciarpe al collo che tirano dalla mano i propri padri verso l’entrata. Una tradizione che si rimanda e che si celebra in giornate come queste. Giornate di festa, a prescindere dal risultato.

Credit Andrea Rosito

La partita

Catanzaro chiama, Bari risponde. Nel primo tempo la squadra del grande ex Vivarini fa la voce grossa. Trova il gol del vantaggio con Fazio, gioca e fa divertire il proprio pubblico. Una tifoseria pazza di gioia, prima e dopo la rete. 8000 anime che cantano per il Catanzaro. La mente inizia a volare, il sogno sembra concretizzarsi. Un’apnea di 17 anni. Tanto il tempo da cui i giallorossi mancano dalla Serie B. A far tornare tutti coi piedi per terra ci pensa il grande bomber. Mirko Antenucci dal dischetto la pareggia sul finire del primo tempo. A far calare gli spettri, a far precipitare i sogni, ci pensa Andrea D’Errico. L’esterno del Bari disegna un arcobaleno dopo 20 secondi dall’inizio della ripresa. Nocchi non può nulla, il settore ospiti implode. Ma il Ceravolo, al contrario di quanto successo nelle passate occasioni, continua a cantare. Suggellando una passione, lunga 93 anni. Il Catanzaro non riuscirà quasi mai a rendersi pericoloso fino alla fine della partita e il Bari mette un piede sul gradino della Serie B.

Credit Andrea Rosito

“Quello stemma sopra il cuore, rappresenta il primo amore”

“Tu non sai quanto ti amo”. Basterebbe questa frase per descrivere il pomeriggio dei tifosi del Catanzaro. Quello di oggi al Ceravolo è stato uno spettacolo incredibile. La città è tornata finalmente a riunirsi con la sua squadra. Una sconfitta  passata in secondo piano, Catanzaro aveva e ha bisogno di queste emozioni. Lo si percepisce dal pre gara, con i botteghini e il piazzale antistante allo stadio pieno di tifosi. Lo si nota da uno stadio intero che canta per 90′ minuti. A fine gara solo applausi per una squadra battagliera. Compatti e uniti, verso i playoff. Inseguendo il sogno. E a fine gara, uscendo dal Ceravolo, tra le mille voci che discutono, riecheggia quella del bambino che tirava dalla mano il padre per entrare. “Papà, quando ci veniamo un’altra volta?”. 

A cura di Francesco Marra Cutrupi.

Redazione

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