Catanzaro-Catania ma non solo: parla “Re Giorgio Corona”

Per il match di stasera tra Catanzaro e Catania, ai nostri microfoni il doppio ex Giorgio Corona.

27 Settembre 2021

Redazione - Autore

Dilettanti, professionisti, ma sempre facendo gol. Da Borgo Novo, quartiere della sua Palermo, alla massima serie con il Catania. Non c’è nessuna differenza per Giorgio Corona, per tutti “Re Giorgio”, che a 47 anni ricorda la sua carriera da 258 gol e il suo passaggio tra le fila di Catanzaro e Catania oggi avversarie nel “Monday Night” di Serie C. Le piazze in cui il bomber siciliano ha messo piede fanno seguire al nome “Re Giorgio” solo emozioni e ricordi, ricordi di gol, tanti gol. 

PARLA IL CAMPO

L’estate del 2003 consegna al Catanzaro un Giorgio Corona “on fire” così come oggi definiamo i periodi di forma dei nostri attaccanti, “Re Giorgio” lascia la C2 con il Brindisi dopo un titolo di capocannoniere e una Coppa Italia di Serie C segnata proprio da un suo gol in finale tra le mura amiche dello stadio “Franco Fanuzzi”. 

Lasciai Brindisi con amarezza, i playoff ci scapparono di mano per un 1-0 che non riuscimmo a ribaltare. Ricordo benissimo la tristezza del presidente negli spogliatoi. Da lì il passaggio al Catanzaro, crebbi nel ripescaggio e soprattutto i giallorossi si spinsero per acquistarmi a titolo definitivo dopo una comproprietà tra Brindisi e Messina che non mi aiutava”. Nel Brindisi ha avuto modo di giocare con Antonio Calabro, attuale allenatore dei giallorossi : “Certo, ho visto recentemente Antonio – ricorda –  ed è sempre un grande trascinatore, ha sempre avuto l’indole da leader, è una persona giusta che senza mezzi termini dice come stanno le cose”.  

Con il Catanzaro “Re Giorgio” continua a segnare, in una categoria che non lo aveva ancora visto protagonista come la C1. Con 19 reti supera il record di gol in una sola stagione di Massimo Palanca e spinge i calabresi alla promozione in Serie B. 

L’ATTACCANTE DI RAZZA 

11 Settembre 2004. Il Catanzaro ospita il Bari e Corona fa gol all’esordio. “Vero, ho sempre segnato all’esordio in ogni categoria in cui ho militato tranne la C2 dove mi sbloccai solo dalla terza giornata”. E dietro a questa statistica quasi unica cosa c’è? :”In realtà molta fortuna, ma devo ammettere che avevo un senso spiccato per il gol. Mi definivano “attaccante di razza” perché mi concentravo sull’errore del difensore e sapevo sfruttarne la minima esitazione. Oggi ne vedo pochi di attaccanti con queste caratteristiche, ne saprei contare 2 o 3 ma parliamo ovviamente di super campioni”. 

Nel 2006 il passaggio è diretto, direzione Catania. A 32 anni esordio in Serie A con il Cagliari in trasferta. Anche qui con un destro al volo al 10′ del secondo tempo Corona regala la vittoria ai suoi: “Arrivai a Catania dopo un periodo difficile del Catanzaro che scelse di vendermi perché ero tra i pochi ad avere richieste. Anche qui segnavo gol anche quando fischiavano fuorigioco, era una sensazione la mia,  mi spingeva a spingere in rete ogni palla“. 

Stasera Catanzaro e Catania vanno in campo per chiudere la quinta giornata di Serie C girone C : “Non voglio schierarmi, nel girone C sono presenti tanti squadre che hanno fatto parte della mia carriera e che dovrebbero sicuramente essere in serie più prestigiose. Tifo per tutte loro in un campionato che mi pare molto equilibrato, vincerà sicuramente chi ha più cattiveria ma ci sono squadre che alla lunga potrebbero prevalere per via della loro qualità, vedasi Catania, Bari e Palermo”. 

DA MALDINI A CORONA, CHE FUTURO PER GIACOMO? 

Nell’ultimo turno di Serie A, abbiamo visto in gol Daniel Maldini con il suo Milan mentre papà Paolo era sugli spalti nel match contro lo Spezia-. Che rapporto c’è tra “Re Giorgio” e suo figlio Giacomo Corona? : “Ho visto le immagini e sono stato contento di vedere Paolo emozionato per un gol, visto che lui non ne faceva tanti. Conosco bene queste emozioni perché le vivo con mio figlio Giacomo che oggi gioca nella prima squadra del Palermo. Non sono mai stato ad un suo allenamento perché non lo ritengo necessario, con lui il mio lavoro è solo da un punto di vista mentale”. 

“Giacomo deve crescere – ammette papà Giorgio – cerca ancora la sua prima presenza con il Palermo ma è giusto che attenda il suo momento. Tanti procuratori si sono interessati a lui ma anche in questo campo mi affido al mio senso, ho avuto dei contatti che a primo impatto mi sono parsi negativi tra quelli positivi c’è stato invece quello del mio “fratello di campo” Iaio Balestri che verrà direttamente in Sicilia per incontrarci”. 

IL “RE GIORGIO” DI OGGI 

E oggi “Re Giorgio” cosa fa? :” Lavoro in una scuola calcio qui a Palermo nel quartiere che mi ha lanciato dalla terza categoria, Borgo Novo. Stiamo lavorando bene, alcuni nostri calciatori oggi sono già affermati in Serie C e siamo contenti, io in primis di aiutare i ragazzi che non possono permettersi la scuola calcio e che accogliamo a braccia aperte pur di toglierli dalla strada”. 

A cura di Antonio Salatino