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“La fortuna” del Cesena è la sua umiltà

Minimo sforzo massimo risultato? Alle volte finisce anche così. Questo il frame per riassumere la ventesima vittoria stagionale del Cesena. 1-0 all’Arezzo e strada spianata verso la solitaria vetta della classifica del girone B. I tre punti dalle parti dell’Orogel Stadium quasi non fanno più notizia. Quello che risalta da questo match è che il Cesena vince, ma non segna nessuno. Possibile per una squadra che fa registrare un record di gol pari a 55 reti totali? Nessuno fa meglio nell’intero calcio professionistico italiano. Ebbene sì. Contro gli amaranto la squadra di Toscano vince con un autogol. Chiosa devia un tentativo di cross di Berti che sorprende Trombini e si insacca. Insomma, al Cesena sembra girare tutto per il verso giusto. La fortuna? In fondo fa parte del gioco.

Credit: Luigi Rega

Alla fine basta vincere

Per il Cesena ha segnato con il numero…”. No, questa volta no. Il classico ritornello che accompagna le esultanze dei giocatori bianconeri all’Orogel Stadium dopo i gol contro l’Arezzo non riecheggia fra gli spalti. Lo speaker si prende una serata di riposo, ma nessun timore, il Cesena vice lo stesso. Come? Nessuno segna e porta a casa i tre punti? Già, è un autogol del difensore amaranto Chiosa a decidere il match. Attenzione; lo zampino alla fine la squadra di Toscano ce lo mette sempre. È, infatti, una bella giocata di Berti a dare il “LA” all’azione che porta al vantaggio bianconero. Palla sulla destra, scatto verso il centro dell’area del giovane gioiellino di marca Cesena, tentativo di cross ribattuto dal difensore e pallonetto che sorprende il portiere aretino. È proprio il caso di dirlo: i bianconeri vincono in qualsiasi maniera. Anche una partita “sporca” – così l’ha definita l’allenatore Toscano (LEGGI QUI) – come quella con l’Arezzo. E, forse, è proprio questa l’immagine che meglio descrive l’annata che sta vivendo la squadra romagnola. Sempre sul pezzo, mai deconcentrata in campo. Abile nel rialzarsi e nel trovare la molla per riprendere la corsa quando le difficoltà sembrano travolgerla. Questione di spirito, di atteggiamento e di piena coscienza di quello che è il proprio “essere”. Una squadra costruita per dominare non per vincere.

E poi chissà…

Nessuna forma di supponenza o pretesa. Mentalità vincente sì, ma umile nel metterla in pratica. Per un derby contro il Rimini che regala un Cesena imprendibile c’è un Arezzo che, da neopromossa, spesso mette in risalto qualche defaiance di Prestia e compagni. Costringendoli a ricorrere a falli, a volte inutili, ma necessari. Come ripete sempre l’allenatore: “L’unico obiettivo è migliorare”. Ebbene, il Cesena vince anche le partite così. Faticando, ma affidandosi al proprio istinto e alla propria consapevolezza. L’umiltà e il basso profilo di tutti come bussola. La Dea Bendata, che vuoi o non vuoi, è sempre padrona del gioco. Chissà…

Alvise Gualtieri

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