Cesena-Rimini, un secolo di storia del derby della Romagna

100 anni esatti dalla prima sfida tra bianconeri e biancorossi

Cesena Rimini tifosi
29 Settembre 2023

Alvise Gualtieri - Autore

L’immagine più diffusa della Romagna è quella di un territorio volto al divertimento, alla convivialità e alla tradizione popolare. Sempre con il sorriso sulle labbra e gli occhi pieni di allegria. Tutto vero. Ma quando si parla di pallone qualcosa cambia. Siamo nella settimana del derby per eccellenza: Cesena Rimini. Una partita che va oltre i consueti 90 minuti di gioco. Comincia a far parlare di sé e a scaldare i cuori dei tifosi già nei giorni precedenti. Domenica 1 ottobre alle 16:15 le due squadre si sfideranno a viso aperto sul prato dell’Orogel Stadium Dino Manuzzi. Supremazia territoriale, sfottò, tradizioni, folclore, passione e amore per le proprie origini. Cesena Rimini è e sarà questo. Il tutto per celebrare al meglio una ricorrenza più unica che rara. Vediamo.

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Anche dopo cento anni è sempre derby Cesena Rimini

Romagna: ottobre. Gli ombrelloni si stanno chiudendo. Lungo il litorale è facile imbattersi in bagnanti in preda alla ricerca di accaparrarsi gli ultimi caldi raggi di sole. In lontananza è già possibile scrutare qualche duna di sabbia. L’affluenza nei locali più in voga sta calando pian piano. Mojito e spritz lasciano spazio al Vin Brulè e alle caldarroste. Nell’entroterra i contadini cominciano a riporre i trattori nelle rimesse. Le balle di fieno sono già stipate nelle stalle da diverse settimane. Finisce anche la vendemmia. E come di consueto nascono i dubbi sul vino che verrà: “Gradi? L’uva avrà fatto abbastanza zuccheri?”. Vita nei campi. Lenta, ma meticolosa. L’attenzione si sposta negli uliveti. Gli agricoltori più attenti si aggirano fra gli alberi per una prima conta delle olive prodotte. “Troppo grandi. Renderanno poco; anche quest’anno poca roba”. L’insaziabilità del contadino. Questa è l’immagine della Romagna in quella fase di passaggio tra l’estate e l’autunno. Ed è con questo sfondo che il popolo della “Terra del Gallo” si appresta a celebrare uno degli eventi più attesi. Non è un segreto. Dopo il culto del lavoro c’è quello dello sport. Domenica 1 ottobre si gioca una delle partite di calcio più attese. Più sentite e vissute. Il “Derbyssimo” Cesena Rimini. Una sfida che racchiude tutto il sapore di un territorio. La gente, le tradizioni, la cultura, i sapori. Nulla escluso. Il derby è tutto questo. Anche dopo un secolo. Già, perché la gara che andrà in scena all’Orogel Stadium tra la squadra di Toscano e quella di Raimondi avrà un che di “storico”. Sarà l’occasione per celebrare un traguardo unico. Il derby romagnolo compie cent’anni.

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Credit: Rimini FC

La prima sfida tra biancorossi e bianconeri

1923-2023. Un secolo di sport dal sapore di Romagna. Cesena Rimini del primo ottobre sarà questo. 100 anni esatti dalla prima sfida tra le due squadre. Un derby che esce dagli schemi. Capace di attirare l’attenzione anche di chi il calcio non lo contemplerebbe mai nelle proprie giornate. Motivo? Semplice. Perché in ballo c’è la gloria di un territorio. L’eterna battaglia del “chi è più romagnolo“. La mai sopita rivalità tra contadini e pescatori. La piadina alta un dito e quella talmente stesa da essere sottile come un lenzuolo. Questione di cuore e di storia. La consuetudine che diventa legge. Fin dagli albori. Quando ancora, in quel 4 febbraio del 1923, le due squadre di fatto non esistono. Ad affrontarsi sono i bianconeri della Renato Serra e i biancorossi della Libertas Rimini. Le progenitrici delle future Cesena, la prima, e Rimini, la seconda. Il teatro della sfida è il piccolo campo di Viale Oberdan della città del Cavalluccio. Nei pressi del Quartiere Fiorita dove oggi sorge l’Orogel Stadium Dino Manuzzi. Si gioca la prima giornata del campionato di IV Divisione: il livello regionale inferiore del campionato di calcio italiano. La categoria più bassa di tutto il panorama professionistico. L’entusiasmo delle due società, però, non risente di questo aspetto. E la ragione la detta la storia dei club. Quella è la prima partita in assoluto tra la futura Cesena FC e la futura Rimini FC. Per la cronaca: vincerà la Libertas Rimini. Una gara che negli anni attraversa Serie D, Serie C1, Serie C2, Serie B e oggi arriva nella Lega Pro Serie C. E festeggia 100 anni. Perché in Romagna la tradizione e l’amore per le proprie radici ha un valore inestimabile. E anche un campo da calcio può divenire l’emblema di questo sfrenato senso di appartenenza.

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Credit: Rimini FC

Cesena Rimini secondo Bruno Pizzul: quella volta che il giornalista descrisse il derby della Romagna

Cesena Rimini è un match talmente particolare che negli anni si guadagna anche l’attenzione dei quotidiani sportivi presenti sull’intero territorio nazionale. Una diatriba quella tra bianconeri e biancorossi che colpisce persino uno degli esponenti più celebri del giornalismo sportivo italiano: Bruno Pizzul. Il telecronista friulano, come ricorda il Corriere di Romagna, alla viglia del derby di Serie B del 1978-1979, dedica una paginata dell’ “Intrepido” alle due tifoserie. Dona un’immagine granitica e precisa di quello che questa partita suscita negli animi dei rispettivi tifosi. “Tra Rimini e Cesena di chilometri ne corrono pochini. Eppure sarebbe difficile trovare due città più diverse, divise, ostili addirittura. Rimini è il mare, la pesca, il turismo; Cesena è il simbolo della Romagna contadina, tradizionale, terraiola. Questa rivalità profonda ha trovato naturalmente facile esca nel calcio. La storia tra Cesena e Rimini è simile a una raccolta di bollettini di guerra. Epici scontri, colossali scazzottature, rappresaglie crudeli e sfottò feroci”. La raffigurazione dettagliata, colorata e verosimile vergata dalla penna di Pizzul è l’esatto compromesso tra lo scherno da stadio e il campanilismo imperante sulla Via Emilia. Vada come vada Cesena Rimini, ancor prima di giocarsi, scrive già l’ennesima pagina di storia di una Romagna che non smetterà mai di amare e rispettare le sue origini. Anche dopo un secolo. E se lo dice Bruno Pizzul