Alvini, la gavetta dagli amatori alla Serie B con la Reggiana (e non solo). Ora la Serie A lo cerca

La storia dell'allenatore, formatosi in Serie C, che è sempre più vicino al debutto in massima serie

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3 Giugno 2022

Redazione - Autore

Massimiliano Alvini è ormai sempre più vicino al debutto da allenatore in Serie A. Da giorni il suo nome viene accostato alla Cremonese, club promosso nella massima serie da secondo classificato. La Serie B ha imparato a conoscerla già con la Reggiana, con cui al termine della stagione 2019-2020 conquistò il ritorno in cadetteria dopo 21 anni. Prima, tanta Serie C. Dopo, la guida del Perugia da giugno 2021. E domani? Magari la Serie A.

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Alvini, dai dilettanti alla Serie B

L’allenatore di Fucecchio, Firenze, è partito da molto lontano prima di ottenere importanti traguardi. Il suo primo incarico lo ottenne nella squadra amatoriale della zona, quasi per gioco, nella stagione 1995-1996, accorgendosi che la giacca da allenatore gli calzava proprio a pennello. Cinque anni dopo, Alvini si è ritrovato sulla panchina del Signa, che ha portato in Eccellenza al suo primo anno. Con il Quarrata, club in provincia di Pistoia, si è ripetuto per poi iniziare ad ambire a grandi progetti. L’occasione perfetta è arrivata qualche anno dopo con il Tuttocuoio. A luglio 2008 ha firmato il contratto con la società di Ponte a Egola, Pisa, dando il via a un ciclo incredibile: in 5 anni li ha portati dalla Promozione alla Lega Pro, vincendo nel 2010 anche la Coppa Italia Dilettanti

Il meticoloso lavoro di Alvini viene apprezzato tanto da guadagnarsi la panchina della Pistoiese. Dopo un anno è arrivato l’esonero, ma la sua carriera è proseguita all’AlbinoLeffe, sempre in Serie C. Un nono e un quinto posto soddisfacenti nei primi due anni, poi un nuovo esonero. Le capacità e l’intelligenza calcistica di Alvini, però, non sono passate inosservate e la prima ad approfittare di queste qualità, nell’estate successiva, è stata la Reggiana. Subito una promozione in Serie B, dopo 21 anni di attesa, con la vittoria dei playoff, risultato che gli è valso il premio di miglior allenatore, riconosciuto con la Panchina d’Oro di Serie C. L’anno successivo non è poi riuscito a mantenere la categoria, arrivando a interrompere la sua storia con i granata.

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“Alvini? Il calcio è la sua vita”

Nell’estate del 2021, Alvini è stato ingaggiato dal Perugia, con cui ha firmato un biennale. Obiettivo? La salvezza, che l’allenatore ha raggiunto con 9 giornate d’anticipo, arrivando addirittura ai playoff dopo una grande vittoria con il Monza all’ultima giornata. Al primo turno il Perugia è stato costretto a cedere il passo al Brescia, ma niente è riuscito a cancellare il grande lavoro di Alvini.

Preciso, preparato, appassionato. Nulla è stato lasciato al caso, mai. “Il sabato mattina, dopo l’allenamento di rifinitura, entrava nello spogliatoio e mentre facevamo la doccia utilizzava le bottiglie di shampoo e bagnoschiuma per spiegarci come avrebbero giocato i nostri avversari il giorno successivo“, ha raccontato a Il Tirreno Francesco Colombini, suo ex giocatore nel Tuttocuoio ora in Serie D all’Aglianese. “Al Tuttocuoio, ci diceva sempre: ‘Non alleno per vivere, ma vivo per allenare’. Ed è proprio così. Il calcio è la sua vita”, ha detto invece Giuseppe Arvia, altro suo ex calciatore attualmente al Muravera.

Tra il 3-4-1-2 e il 3-5-2 ha impostato la sua filosofia calcistica che lo ha lanciato nel professionismo. Sarà presto Serie A? Forse. Ma del resto, un allenatore Uefa Pro che si è diplomato con la tesi “Dal modello di gioco alla preparazione della partita: affrontare il Napoli di Maurizio Sarri” non può che puntare a grandi palcoscenici per ambizioni e capacità.

A cura di Lucia Arduini