Di Natale: “Vi racconto la casa di C…arrara”

L'intervista a Totò Di Natale, allenatore della Carrarese: "Questa squadra è un po’ alla Guidolin, compatta che riparte"

Di Natale Carrarese
26 Settembre 2021

Redazione - Autore

Dopo un inizio difficile, è tempo di sorridere per la Carrarese allenata da Totò Di Natale: due vittorie consecutive e sette punti in classifica (decimo posto nel girone B di Serie C). Siamo andati a trovarlo a distanza di ventiquattr’ore dal successo per 1-0 contro la Fermana con gol del promettente Tunjov, centrocampista classe ’01 in prestito dalla Spal.

Oggi andiamo in trasferta. Ma niente ‘piani alla professore’, eh. Veniamo in pace, caro Totò. Bussiamo con un certo, naturale imbarazzo (troppi e troppo belli i ricordi, uno dietro l’altro dei suoi gol con la maglia dell’Udinese) alla sua porta. Apre, con un bel sorriso, Totò Di Natale… “Benvenuti alla Casa di C…arrara…”. Occhio che siamo gelosi.

In tv scorre veloce Udinese-Fiorentina e non potrebbe essere altrimenti. Una partita che per certi versi ricorda Carrarese-Fermana di sabato… “Diciamo di sì, dai. Squadre ben messe in campo, la decide chi è più cinico…”. Tac, segna Vlahovic. A questo punto non è che pensi che portiamo sfortuna e ci sbatti fuori, eh? “Ma no, tranquilli (ride, ndr). Fortuna e sfortuna nel calcio contano, ma fino a un certo punto. Servono le idee e credere sempre in quello che si fa, lo dico sempre ai miei ragazzi. Sono uno che non parla tantissimo, soprattutto prima delle partite, mi piace osservare, magari un po’ in disparte e poi vado molto ad istinto…”.

Ecco, qualcosa ci hai anticipato, spoiler pieno: Totò Di Natale che padrone di casa, alias allenatore, è? “In panchina non mi fermo un attimo, un po’ come quando giocavo. Penso e cammino, cammino e penso. Cerco di farmi sentire, soprattutto con gli attaccanti (ride)”. E pensare che… “Non mi ispirava neppure fare l’allenatore fino a qualche anno fa. Poi l’incontro a La Spezia con Pasquale Marino mi ha fatto scattare la scintilla. Dico la verità, non c’è confronto tra fare l’allenatore e fare il calciatore. E’ il triplo più difficile. Lì devi pensare a te stesso, nel mio caso a buttarla dentro, qui invece il discorso è inverso, a cosa non devi non pensare!? Però ti dico, quando vado in panchina, mi diverto da pazzi. E’ una sensazione bellissima…”.

Tanti sorrisi, altrettanti aneddoti. La bellezza di Totò è che in campo e fuori è la stessa persona: frizzante, vivace ma allo stesso tempo decisa e pragmatica. Osserva la sua Udinese, che non riesce a segnare e allora è d’obbligo sfogliare un po’ l’album dei ricordi… “Che bello che era giocare con Sanchez…”. Giusto qualche anno fa, insomma… “Se proprio vogliamo fare un paragone questa Carrarese è un po’ alla Guidolin, squadra compatta che riparte. Io voglio che i ragazzi si muovano senza palla, soprattutto gli attaccanti, come facevamo io e Alexis e cerchino di proporre. Siamo partiti con il 4-3-3 per poi passare al 4-3-1-2 in queste ultime partite. Non è stato un inizio facile anche perché abbiamo avuto grossi problemi con il Covid e solo in queste ultime settimane siamo stati al completo”.

È’ giustamente compiaciuto Totò. La sua è una casa a misura d’uomo. Giusta. Non è sfarzosa né opulenta… “Per cominciare meglio una casa più piccola. E’ inutile andare ad abitare in un palazzo di dieci piani se poi le fondamenta non sono solide. Prima o poi, viene giù tutto. Questa è una casetta simpatica, non mi manca davvero nulla. C’è una tifoseria bellissima, appassionata, il presidente è una persona molto seria e con la società c’è un’ottima sintonia. Sto davvero bene”.

E se dovessimo, così, per gioco s’intende, scegliere un super, super attico…. Napoli? “Beh sì, dai. E’ il sogno di tutti i napoletani. Poi certo mi piacerebbe anche allenare l’Udinese. Ma sono sogni appunto, pensiamo al presente…”. Martedì la Reggiana di Aimo Diana, bella sfida. E poi in panchina solo grandi firme, due settimane fa Gila a Siena… “Mi dispiace per Maurizio Domizzi perché sarebbe stato bello affrontarlo sabato. Gli mando un abbraccio…”.

Ficcanasiamo un po’ per casa Di Natale. Ci vorrebbe un tour con guida per parlare di tutti i quadri (alias gol) appesi, ma ce n’è uno in particolare al quale Totò tiene davvero tanto… “Io sono molto devoto e questa è una cosa abbastanza nota, così anni fa un ragazzo di Udine mi aveva regalato un quadro con dipinta la Madonna. A Udine lo avevo portato nello spogliatoio, ora lo custodisco gelosamente in casa. Ci tengo tantissimo, è la luce del mio percorso”.

La partita è appena finita… “Non mi avete fatto vedere niente (ride, ndr)”. Salutiamo Totò Di Natale con un bel sorriso. Usciamo in punta di piedi, ma molto in fretta perché la tentazione di rientrare è davvero tanto. Che bella la casa di C…arrara!

A cura di Lorenzo Buconi