Zeman e Auteri: i gemelli diversi uniti dallo spettacolo

Zeman e Auteri raccontati da Del Grosso: "Mi piace il loro coraggio, quel buttarsi in avanti ed alzare la difesa sono preparati"

26 Settembre 2021

Redazione - Autore

Ad accendere nuovamente il fuoco in questo confronto ci ha pensato, già il 18 giugno, Daniele Sebastiani, numero uno del Pescara.
Ho scelto Auteri perché mi ricorda Zeman”.

A quel punto, per il Delfino, la nostalgia ha preso letteralmente corpo, “colpa”, principalmente, di quell’indimenticabile promozione in Serie A datata 2011-2012.

Ve li ricordate?
I millimetrici lanci di Marco Verratti (partito poi clamorosamente verso Parigi).
Gli ubriacanti dribbling targati Lorenzo Insigne (rientrato di diritto a rappresentare la sua Napoli).
Le numerose esultanze a marchio Ciro Immobile, (capocannoniere in quell’annata con ventotto gol ed attuale simbolo biancoceleste).
Immagini certamente indelebili ma decisamente da contestualizzare, con raziocinio, in relazione al presente.

Perché dentro questo nuovo corso biancazzurro, partito a razzo nel girone B di Lega Pro, con undici punti nelle prime cinque giornate, albergano idee già sperimentate col sapore del successo.
Principi figli del rischio ma certamente propensi allo spettacolo.
E mentre siamo qui a sottolineare i punti in comune tra passato e presente quali pressing alto, verticalizzazioni precise e grande fiducia nei giovani, ci chiediamo fino in fondo: ma Auteri e Zeman possono realmente essere paragonati? E su quali basi concrete?

Si, il confronto é assolutamente possibile. C’è da entrambe le parti grande dispendio sul piano fisico, ricerca continua dello spettacolo offensivo : occhio però, occorrono squadre arrembanti per questo tipo di gioco, altrimenti l’imbarcata è dietro l’angolo.”

Zeman e Auteri, parla Del Grosso

A guidarci alla scoperta di questo particolare credo calcistico è Cristiano Del Grosso, ex tra le altre di Atalanta e Siena nonché attuale allenatore della formazione under 16 del club dell’Adriatico, che poi aggiunge:

Mi piace il loro coraggio, quel buttarsi in avanti ed alzare la difesa sono tutto frutto di una preparazione mentale prima che tecnica, io stesso sposo il concetto difesa a tre, anche se forse, prediligo un po’ più l’utilizzo del trequartista perché approvo molto l’idea di una figura tra le linee che dia qualità alla manovra nonostante un ritmo forsennato, da entrambi però possiamo solo imparare.

Interrogato poi sul significato che, per un giovane possa assumere una figura così carismatica, l’ex terzino non ha dubbi: “Per loro questa è un’arma in positivo, sono due allenatori che entrano nella testa, ti inculcano il loro modo di pensare in modo certosino ed attento ai dettagli, i vari esempi citati (Di Lorenzo e Ciciretti per Auteri, il tridente azzurro per Zeman), ne sono una forte testimonianza”.

Il perché di questa attrazione magnetica, risiede anche (e soprattutto) nei dettagli: “Non so se condividano anche il concetto dei famosi “gradoni”, ma il bizzarro fatto che fumino entrambi fa riflettere: si tratta di uno sfogo dettato dall’ansia, da fuori non sembra ma stiamo parlando di due persone emotive e pacate che, con questo particolare, credo evidenzino un fondamentale sempre bello da ricordare anche nel calcio: siamo tutti esseri umani”.

Impossibile, poi, non alludere all’inizio scoppiettante di capitan Memushaj (due gol in quattro partite da centrocampista) , ennesimo punto in comune tra passato e presente, sul quale l’ex terzino si esprime così:
Ledian ama la maglia, è dotato di grande leadership e la stima tra lui e Auteri è reciproca. La fascia al braccio, il mettersi sempre a disposizione dei ragazzi più giovani, il modo di allenarsi ed il talento lo rendono un giocatore straordinario che non c’entra nulla con questa categoria”. Ultime e significative battute sul campionato che verrà che, secondo Del Grosso, “sarà affascinante e deciso da due fattori”.

Quali? “Pubblico ed equilibrio: il primo perché piazze come questa riceveranno un’enorme spinta, il secondo perché nonostante partenze sprint la C ci ha insegnato a non dar mai nulla per scontato, nonostante qualche investimento esoso che non è mai esclusivo sinonimo di vittoria”.

I pezzi del puzzle sono così ben delineati.
Perché il passato guida, da una parte all’altra.
Catanzaro.
Pescara.
Foggia.
Nocera.
Bari.
Roma.
Salerno.
E via discorrendo
Immerso tra divertimento e fiamma bollente.
Del calore che risuona forte.

È già Pescara-Foggia.
Forse ai playoff, o magari direttamente in B, chissà.
Nuvola nera su sfondo grigio.
Spirale fumosa su una sfida, per forza di cose, destinata a prendere vita. Con una sigaretta in mano e lo sguardo sempre avanti.

A cura di Damiano Tucci