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Messina e i Fumagalli: di padre in figlio, Jacopo e Ermanno si godono la vittoria

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Tale padre, tale figlio. Un proverbio sentito e risentito, ma che non potrebbe essere più azzeccato per Ermanno e Jacopo Fumagalli, rispettivamente portiere e centrocampista del Messina. Il primo è stato decisivo con i suoi interventi nella partita contro la Casertana, il secondo, invece, ha assaggiato per la prima volta il professionismo, andando in panchina nel match del ‘Pinto’. Una giornata indimenticabile per i due calciatori. E chissà se li vedremo in campo insieme nelle prossime uscite della squadra siciliana.

Ermanno e Jacopo Fumagalli: chi sono i due giocatori del Messina

Papà Ermanno di professione fa il portiere e a 41 anni con più di 700 presenze collezionate tra Serie C, Serie B e Serie D, non ha alcuna intenzione di smettere. Il prossimo obiettivo? Raggiungere (un’altra) salvezza con la maglia del Messina, squadra in cui è tornato nella passata stagione a distanza di vent’anni dalla prima esperienza nel 2002/03. Jacopo non era ancora nato.

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Il figlio Jacopo, invece, gioca nelle giovanili del Messina. L’allenatore dei giallorossi, Giacomo Modica, dopo le buone prestazioni in Primavera ha deciso di convocarlo ‘con i grandi‘ nella sfida contro la Casertana. Le parate del papà sono state fondamentali per trovare una vittoria importantissima per la classifica. Un’emozione incredibile per il classe 2005, arrivato in Sicilia in questa stagione dopo le esperienze, sempre nelle giovanili, con Viterbese, Borgo San Donnino e Fiorenzuola. La prossima tappa? L’esordio tra i professionisti, magari proprio insieme a papà Ermanno. La famiglia Fumagalli, intanto, si gode la vittoria, in attesa di poterne conquistare tante altre insieme.

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Ermanno Fumagalli: “Se non si vive di emozioni è inutile fare questo sport”

Al termine della partita i due sono stati intervistati ai microfoni del Tg1 e hanno raccontato l’emozione provata. Papà Ermanno si è detto orgoglioso del giovane: “Avere un figlio accanto è la cosa più bella che un padre può ottenere dal calcio“. Jacopo ha poi raccontato cosa significa diventare compagno di squadra del padre: “È da quando sono piccolo che vado a vedere le sue partite ogni domenica e viverla insieme a lui sullo stesso campo è un’emozione enorme. Papà mi ha sempre insegnato che nulla cade dal cielo, che se voglio qualcosa devo sempre inseguirla“. Infine, il portiere ha spiegato così la bella giornata trascorsa: “Se non si vive di emozioni è inutile fare questo sport“.

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