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Galuppini-Maistrello e l’esultanza dedicata a noi, a La Casa di C

Il sogno è sempre stato quello. Fisso nella testa. Unire le mie due passioni. Lo scrivere e il calcio. La penna al pallone. Diventare ed essere un giornalista sportivo. Raccontare storie, scavare nelle loro profondità. Cercare e dare sfumature. Dar voce a chi merita. Parlare di calcio. Scrivere di calcio. Ed è per questo che amo fare interviste. E così è nata la mia avventura in questa nuova casa, La Casa di C. Una Casa fatta di persone, squadre, passione, storie.

La mia prima intervista è stata a Francesco Galuppini, attaccante del Renate. Era il 6 ottobre: “Va bene per le 17.30?” “Ok perfetto! A dopo grazie”. E in qualche modo, a lui sono legato. Come ci si lega necessariamente alle prime volte. Quelle belle. Poi è stato il turno dell’altro attaccante, Tommy Maistrello, unico nel saperti travolgere con la sua simpatia. Infine, sono arrivate le interviste di persona. Un appuntamento settimanale. Giovedì alle 11, targato Renate. Cevoli, Silva e poi…

“Ciao Nico, come stai?”

Che dici di fare un’intervista doppia a Gallupini e Maistrello?”, scrivo a Fabio Mariani, l’addetto stampa del Renate. “Mi sembra un’ottima idea. Sento i ragazzi”. Poco dopo: “Confermata. L’idea li piace molto. Ci sarà da divertirsi”. Come dargli torto. Amici in campo e fuori. Estroversi e ironici. Personaggi perfetti. Appuntamento a giovedì 2 dicembre, ore 11, naturalmente.

Il rapporto di amore e odio tra Maistrello e Galuppini

Airpods, cavalletto, telefono e due arance. Sì, due arance. Scoprirete il perché. Si sale in macchina, via, si parte. Direzione Nibionno, dove si trova la sede del Renate. La strada è quella che collega Milano a Lecco. La città e il lago. Le montagne sullo sfondo, con la prima neve che si affaccia timida. Arrivato in sede, c’è Fabio ad accogliermi. Poi le presentazioni di persona con Francesco e Tommy, anche se la sensazione era quella di conoscerli già da tempo: “Ciao Nico, tutto bene?”. Sorrisi, un cinque scambiato. Un caffè insieme e si parte con l’intervista video. Battute e risate. Aneddoti e retroscena. I palleggi con le arance e le telecronache. E… l’esultanza.

Airpods e microfono: la promessa di Galuppini e Maistrello

Di esultanze ne hanno inventate tante. Dal fulmine, in “onore” dell’orecchino di Tommy al sorseggiare un tè a Mantova, per il Palazzo Te. E allora ecco l’idea: “Pensate e imitateci in esclusiva l’esultanza per il prossimo gol”. Un’esultanza esclusiva per La Casa di C: “AirPods e microfono, come per questa intervista”.

E il gol è arrivato subito. Puntuale. Anche se, conoscendoli, i dubbi erano pochi. 15’ del primo tempo di Renate-Juventus U23. Ripartenza Renate, palla a Galuppini che serve Maistrello. 1-0. I due si cercano. Hanno una promessa da mantenere. Tommy mette gli auricolari, Francesco il microfono. Qualche ora dopo arriva una foto da Fabio: “Esultanza fatta!”. “Ogni promessa è debito”, il messaggio di Tommy. Tre i cuori mandati da Francesco. Felicità e soddisfazione. Il sorriso sul mio volto e i brividi lungo il mio corpo. Tu chiamale se vuoi, emozioni.

Sogni ed emozioni

Un gesto che vale tanto. Un significato profondo. Un’esultanza con i miei, i nostri “strumenti del mestiere”. Con quegli Airpods e con quel microfono Francesco e Tommy hanno portato La Casa di C in campo con loro. In quel magico momento che è l’esultanza di un gol. Un momento intimo, in cui il tempo si ferma. La gioia prende il sopravvento. E noi eravamo con loro. Eravamo parte di loro. Un attimo che racchiude tanto, che racchiude tutto. Racchiude le interviste fatte. I rapporti instaurati con il mondo di Renate, con Fabio, con Tommy e con Francesco. I messaggi scambiati con lo stesso Francesco in queste settimane. Più di semplici giocatori. Più di semplici intervistati. Si è all’interno di una dimensione diversa. Rapporti umani. Empatia e sintonia. Legami che si sono creati. Qualcosa d’altro. Qualcosa che va oltre.

I miei strumenti del mestiere in quell’esultanza dedicata a noi. Quella fusione tra la penna e il calcio. Raccontarne l’essenza in tutte le sue sfumature. E mentre ne scrivo mi nasce ancora un sorriso. Spontaneo. Vero. Emozioni profonde. Le emozioni belle. Come se di quel sogno scritto all’inizio, una piccola parte si fosse realizzata.

A cura di Nicolò Franceschin

Nicolò Franceschin

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