Luca Moro: “Questo è un anno fondamentale per me. Il sogno? Giocare il Mondiale”

L'intervista all'attaccante del Catania che si è raccontato in una diretta Instagram con Gianluca Di Marzio per La Casa Di C: tra campo e vita privata, dall'imminente derby col Palermo al calciomercato

Luca Moro Catania
10 Dicembre 2021

Redazione - Autore

Dici Luca Moro e pensi ai gol. Quei 16 segnati finora che l’hanno fatto diventare in pochi mesi uno dei gioielli più richiesti della Serie C. Un campionato in cui si sta esprimendo al meglio. Segna sì, ma soprattutto cresce. In una ‘culla’ passionale come Catania che ora non aspetta altro che esultare per un suo gol. Che poi, detto poco prima del derby col Palermo…

Ma Luca Moro è anche molto di più. Un ragazzo di 20 anni che ha lasciato casa per fare un’esperienza in grado di dargli quella consapevolezza di puntare ancora più in alto. Gioca alla PlayStation (rigorosamente dopo pranzo), da piccolo tifava Inter, poteva diventare un ciclista ma si è innamorato del calcio guardando le finte di Ronaldo. Oggi ammira Lewandowski e sogna il Mondiale. Insomma, Luca è davvero… Moroviglia

Si è raccontato a 360° in una diretta Instagram con Gianluca Di Marzio che, in sinergia con la Lega Pro, ha permesso ai tifosi del Catania e ai tanti appassionati che l’hanno seguita di scoprire ancora meglio il calciatore e il ragazzo. 

 
 
 
 
 
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Luca Moro, l’oro di Catania

Il ‘clima-derby’ è stato inevitabilmente uno dei primi argomenti dell’intervista: “E’ molto sentito qui a Catania e in Sicilia in generale. Queste due squadre si sono affrontate per tanti anni in Serie A e vogliono entrambe vincere. Oggi siamo andati a ricevere la benedizione di Sant’Agata con la squadra, poi abbiamo fatto un giro in centro. Magnifico”, ha raccontato Moro. “Siamo tutti carichi, è la partita che aspettiamo. E’ fondamentale per noi. Esultanza? Ci penso il giorno stesso. Non me la preparo. Io di solito guardando dei video per caricarmi prendo spunto da lì. 

So che questo derby è sentito tantissimo e mi farebbe molto piacere lasciare il segno anche in questa occasione. Vorrebbe dire mettere un ‘puntino’ anche sulla Sicilia e far esplodere i tifosi del Catania che ci tengono tantissimo. So che per loro è questione di vita o di morte. Noi lo stiamo preparando e vivendo bene”. 

Un clima che si fa quindi sempre più caldo in vista della partita più attesa, ma anche più disteso – spostandoci sul lato societario – visto che sono stati pagati gli stipendi di ottobre: “E’ un segnale forte. Adesso tocca a solo a noi, non abbiamo scuse”. 

“Un anno fondamentale per me in Lega Pro”

Ma tornando al campo, l’exploit di Luca Moro è sotto gli occhi di tutti: “Come lo vivo? E’ stato un mix tra sorpresa e volontà. Sono stato mandato a giocare in prestito e volevo mandare un chiaro segnale al Padova di chi sono io. Volevo che fosse l’anno decisivo, il primo vero tra i ‘grandi’. Molti volevano conferme da me e spero di darne ancora fino alla fine. Cosa mi ha dato Catania? Quando arrivi in una squadra nuova così giovane e ti trattano come tutti gli altri è bellissimo e non è scontato. Qui sono lontano da casa ma il gruppo mi ha fatto sentire subito partecipe. C’è tutto per far bene. Perché ho scelto il Catania? Sapevo che era una piazza importante e che qui mi sarei ‘fatto le ossa’. Potevo crescere definitivamente ma poteva anche andare male… Comunque volevo un’esperienza così perché poteva rendermi subito pronto per palcoscenici importanti. Conoscendo la piazza, la sua storia e i suoi tifosi.

E giocare in Lega Pro ti fa vivere un’esperienza totalmente realistica, con i tifosi, con la squadra. Ti dà modo di esprimere il tuo calcio.  

Catania mi sta lasciando veramente un ottimo segno, ottimi ricordi. Anche un ottimo futuro. 

Ho notato che ora anche gli avversari adesso mi affrontano diversamente. E mi fa piacere anche quando i tifosi delle altre squadre mi applaudono nel riscaldamento. E’ qualcosa che non si vede tante volte. Nelle prime partite l’approccio era più quello verso un ‘ragazzino’ e mi lasciavano più spazio, ora invece appena il pallone si avvicina all’area mi iniziano a placcare subito. E devo fare sempre di più per spiazzarli ogni volta”.

Il Luca Moro rossAzzurro e il calciomercato

E parlando di calciomercato, non mancano di certo le pretendenti per l’attaccante rossazzurro (di proprietà del Padova), dalla Juventus al Monza. Un pensiero al futuro in tal senso? Non saprei… Il passaggio a Catania si è deciso l’ultimo giorno di mercato, quindi so che non si sa mai niente del futuro. Vedremo a fine stagione…”. Già, vedremo. 

Intanto, un’altra maglia che Luca Moro non vede l’ora di indossare di nuovo (dopo l’esperienza in U20 di poche settimana fa) è quella della Nazionale. “E’ stata un’esperienza fantastica. Prima avevo fatto solo una stage con l’Under18. Fare una partita ufficiale con la maglia azzurra dà un orgoglio incredibile. Sentire l’inno dà felicità e bisogna viverla in modo spensierato. Bisogna godersela e meritarla. 

Il mio sogno è giocare il Mondiale con la Nazionale. Punto più in alto possibile. Qatar? Vedremo. L’obiettivo è tra 4 anni ma vediamo”.

Luca Moro è un altro di quei giocatori per cui la Lega Pro è una palestra fondamentale per crescere. “Come Lucca, sì. Oltre lui, seguivo anche Bianchi, mio ex compagno di squadra. Prima di venire qui mi sono detto: anche io voglio fare come loro. Questo è un anno fondamentale per me”. 

Juventus, Monza. Ma una porta per l’estero Luca Moro la lascerebbe aperta? “Non chiudo nessuna porta e per il calcio andrei ovunque. Mi piace molto la Premier ma anche la Bundesliga. Si giocano due tipi diversi di calcio ma sarebbero belle esperienze penso. Serie A? Vediamo prima come finisce l’anno. C’è ancora tutta la seconda parte di stagione. Bisogna finire l’anno e poi si tirano le somme”. 

Moro, che numeri e che numero (di maglia): il #24

Una rete ogni 64′ (meglio di Salah e Lewandowski) e una media-gol impressionante. 16 in 14 partite giocate. “Ma non ci penso troppo, non mi focalizzo troppo sui dati. So che devo sempre fare meglio per avere un futuro migliore”.

I numeri e poi ‘il’ numero. Quello di maglia, che richiama un passato che fa brillare gli occhi a qualsiasi tifoso del Catania: “Sì, ho il numero 24 come Spinesi”. E raggiungendo 24 gol diventerebbe il miglior marcatore stagionale della storia del Catania. “Non l’ho preso volutamente. Un attaccante aspira sempre al 9 ma era occupato. Il 24 è libero ho detto va bene. E’ stato un colpo di fulmine e c’è questa bella coincidenza. Ora puntiamo a quello. Con Spinesi non ho avuto modo di conoscerlo ma so dell’anno splendido che ha fatto in Serie A”. Corsi e ricorsi storici. Chissà… 

La personale gol-parade di Luca Moro. E sui rigori…

Dei 16 gol di quest’anno, qual è quello che ti ha emozionato di più? La domanda potrebbe farlo vacillare. Invece no. Come sotto porta. Ed è tornato subito col pensiero a quelle reti che hanno segnato la sua stagione: “Il primo gol è sempre al primo posto sicuramente. Poi il secondo è stato molto importante, quando mi sono girato nell’area e ho calciato di sinistro. Con quello ho avuto una carica e una consapevolezza diversa. E mi ha aiutato a fare anche tutti gli altri”. 

Anche quelli dagli undici metri, che ha iniziato a calciare con una freddezza che prima non aveva: “Prima battevo i rigori cercando di scegliere un angolo e calciando forte. Poi ho visto che sbagliavo, non mi apparteneva e ho cambiato metodo. Adesso vengono bene. Ma tocchiamo ferro (ride, ndr)…”.

Tra Lewandowski, il ciclismo e… gli arancini

Sorridente, spigliato, per nulla banale nè emozionato. O forse un pochino, quando ha ripensato al video-messaggio di Lewandowski, il suo idolo: “Lo ringrazio ancora per quel video. E’ un modello calcisticamente parlando ma anche a livello di persona. Quello che fa lo fa sempre al massimo”. Ma c’è un altro giocatore a cui si ispira Luca Moro? “Scamacca mi piace molto per la passione che mette quando gioca”. 

Ma riavvolgiamo il nastro, a quando Luca Moro era un bambino, nerazzurro (“Una squadra del cuore? Da piccolo ho sempre tifato l’Inter”), e poteva diventare un… ciclista. “Facevo mille giri intorno al palazzo. Poi ho iniziato a vedere qualche video di partite. Ronaldo, le finte… E da allora solo calcio. Fin dalla prima elementare, quando ho iniziato, mi piaceva questo sport. Mi impegnavo come non facevo in altro. Poi andare a Padova mi ha cambiato. Mi è costato qualche sacrificio ma mai pesante, perché mi è sempre piaciuto. Poi non è stata una scelta facile lasciare Padova, la squadra della mia città. Però il club ha ambizioni importanti e alla fine è stata una scelta giusta e io sono contento di averla fatta. Entrambi siamo soddisfatti. 

Cosa mi piace di più di Catania? Purtroppo qua si mangia troppo bene e bisogna mettere dei ‘paletti’, altrimenti non si esce dal fritto. Arancini, cannoli… Fantastici”. Luca Moro e le sue passioni oltre il calcio. Quelle di un ragazzo di 20 anni che abita a Torre del Grifo e ogni tanto esce con Greco, Cataldi, Ercolani nei giorni di riposo. E che emozione essere fermato per strada per un selfie o un autografo: “Per me è un’esperienza nuova avere tutta questa attenzione. La gente mi ferma, i ragazzini mi chiedono una foto. Mi guardano tutti con occhi diversi. E alla fine sono come me qualche anno fa quando he guardavo i più grandi”. Però la vera forza sta davvero nella squadra: “Ma siamo un bel gruppo nel complesso. Non in tutte le squadre si trova questa complicità con tutti i compagni. Quando si sta bene si lavora bene”.

Baldini, Catania

Baldini, Sipos e il mondo Catania 

“Baldini? Mi ha cambiato il modo di giocare. Prima venivo troppo spesso incontro e non attaccavo la profondità. Invece lui vuole che i suoi attaccanti guardino sempre la porta. In questo mi ha aiutato tanto. Un altro allenatore che mi ha lasciato il segno è Centurioni. Mi ha fatto esordire e il suo lavoro era più improntato al lato difensivo. Mi diceva di aiutare molto la squadra anche in difesa ed è qualcosa che mi sta aiutando anche ora”. Bagagli che fanno parte della storia di un attaccante giovane ma con le idee chiare e che condivide il reparto rossazzurro con Sipos: “Decide sempre l’allenatore chi gioca o se insieme, ma ci sono stati momenti in cui abbiamo giocato in coppia non mi sono mai posto il problema di passargli la palla o no davanti alla porta. O io o lui dobbiamo sempre buttarla dentro”.  

Un messaggio a Catania e ai tifosi

“Ringrazio tutti per l’affetto che mi stanno dimostrando in questi giorni. Ai tifosi del Catania dico: vi aspetto tutti domenica e vi voglio numerosi”.