Chi è Matteo Lovato: il difensore dell’Italia U-21 che gioca nella Salernitana

In principio fu Canossa, poi Padova: l'esordio tra i professionisti con i biancorossi e poi la Serie A, la Dea e la notte di Champions League a Old Trafford, la salvezza con la Salernitana. Adesso l'Europeo Under21: il viaggio di Matteo Lovato

lovato salernitana
28 Giugno 2023

Guendalina Galdi - Autore

Modalità ‘Azzurri’ attivata, Matteo Lovato ha dato così il benvenuto sui social all’Europeo Under21 che spera di vivere da protagonista. Classe 2000, difensore centrale, nato il 14 febbraio nel giorno della festa degli innamorati, lui che il suo amore per il pallone l’ha iniziato a coltivare fin da bambino. E’ di Monselice, provincia di Padova, e dai 6 ai 9 anni ha giocato nel Canossa (a Conselve, mezz’ora sempre da Padova) prima di arrivare nel settore giovanile biancorosso. Ma portarlo al Padova è stato tutt’altro che semplice.

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Matteo Lovato, una storia che inizia a Padova

Quando Matteo aveva 8 anni è arrivata la prima chiamata, declinata. Poi Giorgio Molon, il responsabile del settore giovanile del Padova di allora, ce l’ha fatta raccontando di averlo “inseguito per due anni senza sosta. Lo volevo a tutti i costi nel nostro vivaio. Era un guerriero. Teneva i ragazzi più grandi di lui con facilità estrema e non li faceva passare”. Primi ricordi padovani. La storia di Lovato però è fatta di tante vetrine, tanti interessamenti. Infatti la sua parentesi in biancorosso si è interrotta nel 2016, destinazione Genoa. Under17 rossoblù, poi la Primavera ma nel gennaio 2018 rieccolo a Padova. Riparte dalla Primavera anche qui, poi è arrivata la gioia dell’esordio tra i professionisti. Era il campionato di Serie C 2019/2020 e il 25 agosto, in trasferta contro la Virtus Verona, Salvatore Sullo ha mandato in campo dal primo minuto quel ragazzino con la maglia numero 20. Era soltanto l’inizio.

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Credit: Martina Cutrona

Matteo Lovato e l’addio a Padova, destinazione Serie A

Lovato ha chiuso quella stagione con 17 presenze diventando una costante difensiva del suo Padova. E pensare che era arrivato per fare il sesto difensore. Invece poi ha trovato spazio e soprattutto continuità. Fiducia anche. Perché Sullo in panchina per lui è stato una garanzia di crescita umana e professionale. “Quando mi sono fatto male mi è stato vicino – aveva raccontato lo stesso Lovato in un’intervista alla Gazzetta dello Sport -. Poi durante una seduta avevo toccato la palla più di una volta con la suola, per me in maniera sensata. Invece Sullo continuava a fischiare fallo ogni volta che lo facevo. Pensavo ce l’avesse con me, voleva invece insegnarmi e migliorarmi”.

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Tutto parte del bagaglio prima di chiudere per davvero la valigia e salutare (ringraziando) Padova nel gennaio del 2020. Direzione Hellas Verona ma soprattutto… Serie A. Già Verona, teatro del suo esordio tra i pro con la maglia del Padova (contro la Virtus) e del suo debutto al Bentegodi nel massimo campionato contro l’Atalanta. In gialloblù Lovato non ha vissuto dei mesi indimenticabili – condizionati anche da due infortuni – perché quella contro la Dea è stata la sua unica apparizione in Serie A di quell’annata durata 8 minuti. E nel giugno 2021 è stato tempo di rifare le valigie e spostarsi ancora.

La Dea e la Champions League

L’Atalanta chiama, Lovato risponde. Quel club nerazzurro che aveva affrontato pochi mesi prima da avversario al suo esordio in A. Un altro di quei corsi e ricorsi che hanno scandito la carriera di Matteo. In sei mesi a Bergamo non ha trovato quella continuità che cercava ma la data indimenticabile di quella parentesi resta il 20 ottobre 2021: esordio in Champions League contro lo United a Old Trafford. “Sono contento di aver realizzato il sogno di una vita – aveva commentato Lovato a fine gara -. Un’emozione indescrivibile ma con un retrogusto amaro (finì 3-2 per lo United, ndr)”.

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Notte comunque speciale, come il primo pensiero dopo quel traguardo raggiunto: “Questa serata la dedico alle persone che mi amano e a chi non c’è più. Per te, nonno”. Cuore ma anche testa. Perché il 2022 si è aperto con un nuovo prestito, stavolta al Cagliari. Si riparte, aereo e tanta voglia di continuità che Matteo trova sull’isola. Sedici presenze su 19 a disposizione ma a fine anno la squadra sarda è retrocessa e Lovato è tornato all’Atalanta, tempo (nell’estate 2022) di trasferirsi ancora.

La Salernitana e ora l’Europeo U21

Salerno è la nuova destinazione, quella granata la nuova maglia. La sua stagione però invece di iniziare ad agosto è partita a ottobre a causa di un altro infortunio rimediato durante un’amichevole estiva. Ma Nicola l’ha aspettato e non gli ha fatto mancare la sua fiducia ricordandogli di dover “migliorare sulla convinzione dei propri mezzi”. Con Paulo Sousa poi ha trovato più minuti da metà aprile vivendo poi un maggio da protagonista nelle partite che hanno permesso alla Salernitana di conquistare la salvezza. Prima del nuovo stop muscolare che comunque non ha fatto cambiare idea al ct Nicolato che ha deciso di affidarsi a Lovato nel cuore della difesa della sua Under21. Quel ragazzo che ha 23 anni, che è partito da Padova, ha già viaggiato tanto e ora vuole godersi da protagonista questo Europeo.