“Il mio sogno chiamato Monterosi” parla il presidente Capponi

Alla scoperta del Monterosi Tuscia insieme al presidente Luciano Capponi. Una squadra che vuol rappresentare un territorio intero e non una singola città.

Monterosi Luciano Capponi
2 Ottobre 2021

Redazione - Autore

Il Monterosi fa parlare di sé nel campionato di Lega Pro dopo la promozione ottenuta nella passata stagione dal campionato di Serie D. Una realtà nuova che vuol coinvolgere un intero territorio intorno al club eliminando ogni forma di campanilismo. Il presidente, Luciano Capponi, ha le idee chiare e sa che la sopravvivenza della società, in un calcio sempre più elitario, non può sopravvivere se non con l’aiuto di tutti. Ecco perché si è valutato il cambio di denominazione in Monterosi Tuscia nell’attuale stagione sportiva, per poi cambiarlo definitivamente in Tuscia a partire dalla prossima stagione.

La favola chiamata Monterosi

Capponi ha le idee chiare su tutto questo e sa che la Tuscia, terra confinante tra Lazio, Umbria e Toscana, potrà avere un club che rappresenti tutte le realtà locali e che coinvolga tutti i paesi limitrofi nella creazione di un progetto sportivo unico: “Ho sempre scritto favole nella mia vita e ad un certo punto ho pensato che nessuno fino a quel momento ne aveva scritto una sul calcio. Quando vidi il campo sportivo in pozzolana, in quella landa desolata chiamata Monterosi mi venne in mente di partire da lì. Trasformai quel campo in un prato verde e come tante foglioline iniziammo a creare qualcosa. Costruimmo un piccolo stadio dove iniziare le nostre attività, per crescere. Il nostro viaggio è iniziato dalla terza categoria alla Serie C.

Quando mi presentai nel calcio, con le mie idee, la gente rideva, non mi dava retta. Adesso che ci vedono nel professionismo, con l’ambizione di andare in Serie B, ridono molto di meno, perchè hanno visto di cosa sono capace.” Queste le parole dell’ eccentrico presidente del club laziale che ci accoglie al telefono con grande serenità e voglia di far bene in questo campionato.”

“Il gioco del calcio, non la guerra” i valori del Monterosi

“Voglio migliorare il sistema, nella mia follia sogno un mondo dello sport completamente diverso, che ritorni ad assumere vecchi valori ma contestualizzato ai tempi moderni.” Il numero uno del Monterosi sembra aver le idee chiare, e dalla sua piccola realtà vuol far sentire la propria voce all’interno del sistema sportivo. Capponi ci parla al telefono di redistribuzione, parole importanti di principi oramai scomparsi nel calcio di oggi: “Il primo punto, fondamentale è far ritornare ad apprezzare “il gioco del calcio” allontanandoci da questa convenzione di “guerra del calcio”. Il secondo punto è sul business del calcio. Non si possono modificare gli aspetti economici di questo sport, semmai si possono apportare dei miglioramenti introducendo sistemi di redistribuzione senza privilegiare le solite società. Questo vuol dire investire a partire dai settori giovanili, che devono diventare un centro di aggregazione e di riferimento.”

Il presidente del Monterosi Tuscia mentre premia Zeman, allenatore del Foggia, alla prima giornata di campionato.

Redistribuzioni, giovani e stadio nella Tuscia

Il Monterosi Tuscia vuol coinvolgere tutto il territorio partendo, appunto dalle giovanili: “Abbiamo creato un settore giovanile con soli ragazzi della provincia, coinvolgendo tutte le realtà locali. Vogliamo valorizzare il nostro potenziale senza rincorrere giovani in giro per l’italia entrando in meccanismi contorti, che rovinano la crescita dei giovani. Sappiamo che il percorso è difficile, duro, ma la mia favola inizia da qui.”

Ma Capponi pensa anche alla possibilità di un nuovo stadio e di un centro sportivo dedicato ai ragazzi: “Vogliamo creare un’isola felice dedicata alla crescita dei giovani, oltre che regalare uno stadio degno per il nostro progetto. Abbiamo individuato l’area nel vicino comune di Sutri, dove il sindaco Sgarbi, ci ha mostrato grande disponibilità. Mi auguro che il territorio risponda, io ci lavoro da 6 anni, ma in Italia c’è ancora un concetto Medievale di difesa del territorio e di guerre fratricide. In tutti questi anni sono riuscito ad assorbire 10 realtà presenti sul territorio che ci hanno dato la possibilità di crescere.”

A cura di Michelangelo Freda

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