‘Lo strano caso di Cristian Mutton’: l’Inter di Zaniolo e quella cessione che salvò il Como. Alla scoperta del nuovo “Re” di Pontedera

Chi è la rivelazione del Pontedera

24 Dicembre 2022

Manuele Nasca - Autore

In ambito calcistico il mio prototipo di giocatore è Lukaku, perché ha doti fisiche pazzesche ma le abbina anche a un’ottima tecnica e una grande velocità“. Con queste parole Cristian Mutton si era presentato nel giorno del suo arrivo al Pontedera. Sogni, ambizioni, una vita in giro per l’Italia. E quel trasferimento all’Inter che salvò il suo Como. “Sarò sempre riconoscente, sapere che il mio trasferimento li ha aiutati mi fa tantissimo piacere”, diceva a ‘La Provincia’. L’inizio, in Lombardia, il presente in Toscana. Terre così belle e così differenti. E il cerchio, non ancora chiuso, che parla di una tripletta pazzesca contro l’Olbia, nella 20^ giornata di campionato. Il suo personalissimo regalo di Natale. Il modo migliore per chiudere un anno che gli ha regalato soddisfazioni.

Mutton, dall’Inter con Zaniolo al Bologna: una storia da raccontare

L’esordio tra i professionisti a soli 17 anni. Un prodigio, un futuro roseo davanti a se. Tutta la trafila lì, fino al gennaio del 2017, quando passa un treno troppo bello per farselo scappare. Cristian, ci salta su. Con l’entusiasmo di un ragazzino pronto a raggiungere il suo sogno. Era l’Inter Primavera di Stefano Vecchi e di un giovane, che sarebbe poi diventato un titolare fisso della Roma: Nicolò Zaniolo. Coi nerazzurri, una soddisfazione dopo l’altra: prima la vittoria dello scudetto e poi della Supercoppa. La maglia da ereditare e non far rimpiangere? Quella di Andrea Pinamonti, bomber dei giovani nerazzurri. Le cose non vanno per il verso giusto: solo 2 le reti e 8 le presenze. Tanti insegnamenti, tanti valori da contenere sempre nella valigia dei ricordi. E in quella della vita.

Credit: Gianni Mattonai

Il passo successivo è Bologna, dove colleziona ben 14 presenze con la Primavera. 213 chilometri e 2 ore e 15 minuti in macchina. La distanza che c’è tra la sua nuova “casa” e Milano. Una parabola in cui Mutton ha imparato calcio e respirato emozioni, come lui stesso ha amesso una volta arrivato a Pontedera: “Fare esperienza nella primavera di squadre top come Inter e Bologna è stato sicuramente importante per me, sia dal punto di vista del gioco che di quello mentale. Tutto quello che ho appreso me lo sto portando dietro ed è la base sulla quale poggiare tutte le altre cose che devo ancora imparare”. 

Poi, la strada si delinea: il futuro è la Serie C. Prima Giana Erminio e poi Pro Sesto. La seconda, è stata l’esperienza che gli ha dato di più. Ben 33 presenze, 2 gol e 1 assist in vetrina. Prima di passare al Pontedera, sempre in Lega Pro, nell’estate del 2021. “E’ successo tutto in maniera velocissima in questo weekend. Tra venerdì e sabato il direttore Giovannini si è presentato, mi ha parlato nella maniera giusta e io ci ho messo pochissimo a dire di sì“, disse al suo arrivo in sala stampa. Un “sì” convinto, una trattativa “veloce”, come lui stesso ha spiegato. Veloce come il tempo, o come la sue gambe sul settore di destra. Un treno diverso, rispetto a quello che lo portò a Milano anni prima. Ma non per questo meno intenso, curioso e affascinante.

Credit: Gianni Mattonai

Quel trasferimento che salvò il Como

Storie di calciomercato. Storia, di un trasferimento che ha permesso al Como di ottenere i fondi utili per l’esercizio provvisorio fino a fine stagione. Poche volte si sentono storie simili nel mondo del calcio. “So che ho aiutato il club a salvarsi, e mi fa solo piacere se, indirettamente, ho potuto aiutare il Como economicamente. Non finirò mai di ringraziare tutti per l’aiuto che mi hanno dato in questi anni”, le sue parole a ‘La Provincia’. Gennaio 2016; la chiamata dell’Inter. Un contratto di due anni firmato senza pensarci, quasi ad occhi chiusi. Il suo rendimento non è stato all’altezza, ma Milano Cristian se la ricorderà. E a lungo. Ora si gode il sogno Pontedera. In un treno, che Mutton non vuole, forse, mai più lasciare. Il desiderio, si chiama Serie B.

A cura di Manuele Nasca