Dai palleggi con Marchisio all’AlbinoLeffe: baby Poletti è già grande

Cresciuto nel vivaio della Juventus, il centrocampista bluceleste sta stupendo

Poletti
15 Febbraio 2022

Redazione - Autore

Ciuffo biondo-castano, occhi vispi, fisico esile e faccia da bravo ragazzo. A prima vista timido, sorridente, tranquillo. Educatissimo e pacato. Amedeo Poletti è così, fuori dal campo. Ma appena tocca palla si trasforma: lotta, imposta. Riconquista e mette ordine. 19 anni, ma già la consapevolezza e i numeri di un veterano: sono 23 le partite giocate in stagione dal giovane centrocampista dell’AlbinoLeffe. Una sicurezza.

Titolare inamobile da fine ottobre (ne ha saltate solo due, per il resto è sempre partito tra i primi undici), Poletti è una luminosa sorpresa nel Girone A di Serie C, e sta confermando un grande trend di crescita dopo aver conquistato lo scorso anno la promozione dalla D alla C con il Seregno.

Poletti: dal vivaio della Juventus ai consigli dell’amico-idolo Marchisio

Pulito, preciso. Ma non rinuncia a combattere. Gli hanno insegnato a non mollare mai. Mentalità. Appresa da un grande maestro: Claudio Marchisio. I due sono amici (per motivi extra-calcio), parlano spesso e Poletti cerca sempre di imparare il più possibile da ogni conversazione. Che si tratti di consigli tattici o di vita. Il “Principino” è il suo idolo: il classe 2002, cresciuto sin da piccolo nelle giovanili della Juventus, l’ha sempre visto come un modello.

Tra i due c’è feeling, e, a testimoniarlo, c’è un video del 2018 in cui Marchisio e Poletti palleggiano spensierati in spiaggia, assieme. Postato proprio dall’ex calciatore bianconero, convinto forse di avere trovato in quel ragazzino magro e tecnico il suo successore, a cui affidare le chiavi del centrocampo.

L’Albinoleffe ha il suo “Principino”

Eredità pesante, che Poletti vuole raccogliere. Con calma, passo passo. Consapevole dell’importanza della gavetta. E ora in C stanno arrivando buoni frutti. Il sogno? Tornare, un domani, alla Juventus. Ma intanto Amedeo si gode l’Albinoleffe, e viceversa. Lo “Stadium” di Zanica come quello di Torino. Anche i blucelesti hanno trovato il loro “Principino“.

A cura di Luca Bendoni