Calcio verticale, umiltà e lavoro: la scalata di Aimo Diana

Allenatore giovane e moderno, protagonista con la Reggiana

Diana Reggiana
31 Marzo 2022

Filippo De Gradi - Autore

Il concetto di salita è spesso associato a quello di fatica. E per questo, considerato spesso con accezione negativa. Ma non c’è nulla di più nobile del lavoro, nulla di più bello di un traguardo raggiunto con il sudore. Lo sa bene Aimo Diana. Da amante del ciclismo, il concetto di salita ha sempre fatto parte della sua carriera. E anche quando è arrivato in alto, ha scelto di ripartire. Una scelta anche quella di Doriano Tosi e della Reggiana, che si è rivelata vincente. Perché a prescindere da come finirà, Aimo Diana è una scommessa vinta. Grazie a lavoro e sacrificio, con umiltà e determinazione. Una storia cominciata tempo fa, una carriera destinata a grandi palcoscenici.

Il suo Giro d’Italia

Una vita in salita. Tante tappe, il suo personale Giro d’Italia. Aimo Diana ha avuto l’umiltà (sì, è questa la parola chiave) di ripartire. Da ex giocatore con più di 300 presenze in Serie A, per la sua carriera da allenatore ha scelto di ricominciare da zero. Una nuova vita. Una risalita. O meglio, una scalata. Dalle giovanili della FeralpiSalò alla Reggiana, pedalando verso l’obiettivo. Una crescita costante in panchina. Le prime esperienze da ‘gregario’ sempre da subentrato, ma con la voglia di pedalare ancora più forte. A Salò ha portato la squadra all’ottavo posto. A Melfi l’ha raccolta quando era ormai troppo distante dal gruppo salvezza, senza riuscire nel miracolo. L’intuizione del ds Mignemi e la scelta di andare alla Sicula Leonzio. I playoff da neopromossa e il sogno Serie B. 

Una scalata continua. Ad Aimo Diana piacciono le sfide. Chiamato a risollevare le sorti del Renate accetta senza esitare. Una squadra portata alla salvezza, partendo dall’ultimo posto. Sacrifici e sudore, ha saputo entrare nel gruppo e farsi seguire. Successivamente la conferma estiva e la scalata verso la vetta: prima un terzo posto e poi, nella scorsa stagione, un bel periodo in cima alla classifica. Una crescita costante e sempre con lo stesso input: gruppo, umiltà e tanto lavoro. In estate la Reggiana non ha perso l’occasione e lo ha portato in granata.

Calcio verticale, umiltà e gruppo: i segreti di Diana

Una società forte, potrebbe dire qualcuno. Ma raccogliere un gruppo retrocesso non è mai semplice. Il fattore psicologico è importante. Serve entrare con il piglio giusto per farsi seguire e lasciare un’impronta. La rinascita della Reggiana ha un nome e un cognome: Aimo Diana. Umiltà, idee, sacrificio e calcio propositivo. Un mix vincente con cui è riuscito a trascinare la squadra. Tutti titolari, serve la spinta del gruppo per arrivare in cima. Lavorare sulla testa per mantenere alta la concentrazione. Ed è quello che ha imparato dal ciclismo. Nessuno sfarzo, nessun volo pindarico. Testa bassa e pedalare. Il talento coltivato grazie al lavoro costante. Una pedalata dopo l’altra per arrivare all’obiettivo.

Il lavoro fatto da Diana sulla testa dei giocatori della Reggiana è determinante. Un gruppo unito lo si vede all’interno della partita. Tutti pronti a sacrificarsi l’uno per l’altro e affrontare le difficoltà. Il concetto di salita lo si vede anche in campo. Il suo calcio è verticale (ecco l’altra parola chiave). Compatti verso l’obiettivo. Partito con un 3-4-1-2 a volte mutato in un 3-5-2, con sprazzi di attacco a tre in altre situazioni. Cambia il modulo ma non l’interpretazione della gara. Fondamentale il lavoro degli esterni, tanta corsa e un raccordo perfetto tra la fase difensiva e quella offensiva. Diana ha voluto costruire una squadra a sua immagine e somiglianza, valorizzando tutti i suoi elementi. 

La Reggiana di Diana in tre numeri

A guardarla non ci sono dubbi. La Reggiana è la squadra di Diana. Un gruppo capace di realizzare 65 gol (miglior attacco di tutta la Serie C) e subirne soltanto 23. Solo due le sconfitte che non hanno però impedito al Modena di essere in testa alla classifica. Ma a prescindere da come andrà, non si potrà parlare di sconfitta. Diana lo sa bene e ha sempre sottolineato il grande lavoro dei cugini. Un rispetto reciproco, come ribadito anche da Rivetti. Una sfida a due per cercare di arrivare in cima. Pedala Aimo, e non si ferma. Il concetto di scalata tradotto nel suo calcio verticale. La nobiltà del lavoro, dei risultati raggiunti con umiltà e sacrifico. Pedala Aimo, la strada è sempre in salita. Ma vedrai alla fine che panorama.

A cura di Filippo De Gradi