Beach volley e la storia della Fermana. Urbinati: “Abbiamo rimesso la chiesa al centro del villaggio”

5 Dicembre 2021

Redazione - Autore

Avete presente quel classico giocatore che sembra destinato ad una carriera tra i dilettanti ma che poi fa quel salto che nessuno si aspettava. Il calcio italiano ha vissuto con il cuore aperto la storia di Moreno Torricelli, passato dalla Serie D alla Champions League in un battibaleno. Ma c’è qualcuno, che seppur nel suo piccolo, ha ribaltato ogni pronostico facendo il suo percorso ideale. Stiamo parlando di Gianluca Urbinati, un ragazzotto di 34 anni con alle spalle oltre 180 presenze con la maglia della Fermana. 

Urbinati, l’inizio di stagione con la Fermana e la rinascita

L’inizio di stagione a Fermo non era stato dei migliori. “Quando la squadra non va bene i tifosi hanno diritto di avere delle spiegazioni”. Decisiva fu la sconfitta casalinga per 0-4 contro il Modena. “Mi sono sentito in dovere , essendo il capitano e il giocatore con la più lunga militanza presente in rosa di metterci la faccia come sempre e di spiegare la situazione“. Sfida che è stata anche l’ultima di Domizzi con la Fermana. “Con il cambio del mister la squadra è cambiata ed abbiamo reagito bene. Abbiamo fatto una grande sforzo mentale e fisico rimettendo la chiesa al centro del villaggio. 

Stagione che ha portato anche ad un cambio ruolo per il capitano gialloblù. “Sto facendo il centrale per delle esigenze, il mister mi ha adattato a difensore ed è andata bene”. Ma non sono mancate le reti, marchio di fabbrica delle ultime stagioni. “I gol nelle ultime stagioni sono arrivati perché ho guadagnato più convinzione nei miei mezzi. L’importante però non sono tanto i gol, ma i punti che ci permettano di salvarci”. Lui che è stato l’autore anche del gol salvezza dello scorso anno contro la Vis Pesaro. Essere decisivo con la propria squadra all’ultimo minuto in un derby provoca una serie di emozioni indescrivibili”. 

Il T-Rex all’ombra della Duomo: Urbinati nella storia della Fermana

Dalle parti di Fermo, per la sua aggressività e per la sua ferocia, è conosciuto come T-Rex, ma come nasce. “Il soprannome, che tanto piace al patron Vecchiola, nasce dalla trasferta di Recanati, quella decisiva per andare ai playoff di Serie D. Vincemmo 0-1 con gol di Degano [ex Parma e Crotone]. Alla fine dei festeggiamenti fu tirato fuori il gonfiabile di un T-Rex e Seba Valdes iniziò a chiamarmi così”. 

Tanti sono stati gli obiettivi che Gianluca Urbinati appena arrivato alla Fermana neanche si immaginava di raggiungere. Se mi guardo dietro di strada se n’è fatta: quel ragazzotto di 25 anni è andato anche oltre i propri sogni. Non mi sarei mai aspettato che Urbinati sarebbe diventato un giocatore da 180 presenze con questa maglia. Guadagnarsi il rispetto di tifosi e città sul campo e’ stata la più bella vittoria fatta qua”. 

Il Beach Stadium ed i tatuaggi: la vita fuori dal campo di Urbinati

Ma nella vita di Urbinati non c’è solo il calcio. “Ho una grande passione per i tatuaggi, ma non per bellezza. Sono uno di quelli vecchio stampo che ha voluto farli con un significato. Il mio corpo rappresenta una sorta di libro della mia vita”. Sono preziosissimi i suoi due labrador. “Sono un grande amante degli animali. Mi aiutano a stemperare la tensione delle partite andando per il lungomare a passeggio” 

Uno spazio d’onore anche per gli sport estivi e la vita da imprenditore. “Mi piace molto giocare a beach tennis e beach volley, sono anche un buon giocatore. Cinque anni fa ho aperto, insieme a dei miei amici un centro dove è possibile fare tutte queste attività. Noi giocatori di Serie C dobbiamo costruirci un futuro anche durante la nostra carriera”.