Zappacosta, dalla Serie C vinta con l’Avellino alla corsa Champions dell’Atalanta

La storia dell'esterno classe '90

Zappacosta Avellino
4 Maggio 2023

Domenico Giuliani - Autore

Se hai sempre la palla tra i piedi vuol dire che i tuoi compagni si fidano di te. A calcio si gioca anche per creare problemi alla squadra avversaria“. Parola di Davide Zappacosta, pronunciate dopo un Avellino-Novara dell’agosto 2013 (terminato 2-1 per i campani grazie a un gol proprio di Zappacosta), che tornano incredibilmente di attualità nella corsa Champions dell’Atalanta. Per avere conferma, chiedere a chi tiene il tabellino dalle parti di Bergamo: 29 aprile, Torino-Atalanta. Cavalcata sulla fascia sinistra di Zappacosta che conclude in rete ingannando Milinkovic-Savic sul primo palo. 3 maggio, Atalanta-Spezia. Calcio d’angolo di Muriel, la difesa dei liguri rinvia corto sui piedi di Davide che scarica in rete il gol del 2-1. Una propensione offensiva che Zappacosta ha sempre mostrato, sin dai tempi della Serie C giocata con la maglia dell’Avellino.

Avellino Zappacosta

Gli inizi di Zappacosta, dalla primavera dell’Atalanta alla fascia dell’Avellino

Prima la Seconda Divisione di Lega Pro con l‘Isola Liri, poi la primavera dell’Atalanta con Daniele Baselli. Sono questi i due passi che Zappacosta fa prima di arrivare nella piazza che, a tutti gli effetti, darà il via alla sua carriera professionistica. É l’agosto del 2011 quando un giovane Davide Zappacosta si trasferisce in prestito all’Avellino, nella Prima Divisione di Lega Pro. Un primo anno di ambientamento – con gli irpini che concluderanno al decimo posto la stagione – poi il rinnovo del prestito e il cambio di passo della squadra, grazie anche all’arrivo in panchina di Massimo Rastelli.

Rastelli Avellino Mihajlovic

Nell’estate del 2012 Rastelli diventa il nuovo allenatore dell’Avellino. Cambia modulo, schierando la difesa a tre e due esterni a tutto campo. Musica per le orecchie di Zappacosta, che infatti si prende la fascia destra e, tra una sgroppata e l’altra, contribuisce alla vittoria del campionato dell’Avellino e al conseguente ritorno dei campani in Serie B, quattro anni dopo l’ultima volta. La sua voglia di essere protagonista non si esaurisce nel campionato cadetto, anzi. Davide non sente il cambio di categoria e – oltre a segnare all’esordio in Serie B – conduce l’Avellino a una salvezza tranquilla.

Zappacosta, prima la Serie A e poi la Premier League

Prestazioni che non passano inosservate. E così, dopo tre anni passati in Campania, per Zappacosta è tempo di ritornare alla base, ovvero all’Atalanta. L’esordio in massima serie arriva il 31 agosto del 2014 in casa contro il Verona. Una data cerchiata in rosso nel calendario di Davide. A Bergamo ritrova Baselli, con il quale nell’estate del 2015 si trasferisce a Torino, sponda granata. Prima Ventura e poi Mihajlovic: a prescindere dall’allenatore Zappacosta gioca tanto – e bene. Tale continuità viene premiata nell’agosto del 2017 con una grandissima occasione: a chiamarlo è il Chelsea di Antonio Conte.

A Londra Zappacosta ci rimane per due stagioni. In Inghilterra si toglie la grande soddifazione di esordire (e segnare) in Champions League e di vincere, oltre alla FA Cup del 2018, anche un trofeo europeo: si tratta dell’Europa League del 2019, vinta dal Chelsea di Maurizio Sarri in finale contro l’Arsenal.

Il ritorno in Italia

Due mesi dopo l’Europa League vinta con il Chelsea, Zappacosta riprende un aereo per l’Italia. Direzione: Roma. É una stagione sfortunata, tra l’arrivo del covid in Italia e la rottura del crociato dell’esterno italiano. E così, la stagione successiva si trasferisce al Genoa, dove ritrova continuità. E, come nelle migliori storie d’amore, nell’agosto del 2021 Zappacosta ritorna lì dove tutto è iniziato, all’Atalanta.

L’Atalanta che ritrova nel 2021 è molto diversa da quella che aveva lasciato nel 2015. Anzitutto, c’è un nuovo allenatore che ha regalato un’altra dimensione alla squadra bergamasca. Si tratta di Gian Piero Gasperini, arrivato in Lombardia nel 2016. Tra i vari meriti del Gasp c’è sicuramente quello di valorizzare i suoi esterni: da Spinazzola a Conti, da Castagne a Gosens fino ad Hateboer e Zappacosta. Per il prosieguo della sua carriera, Davide non poteva scegliere una guida migliore. A poche giornate dalla fine del campionato, l’Atalanta è in piena lotta per un piazzamento Champions: il merito, tra gli altri, è anche di Zappacosta.