A tutto Trocini, la nuova vita a Potenza e i ricordi alla Juventus: “Prima c’era poca tattica”

L'allenatore del Potenza si è raccontato ai nostri microfoni, tra aneddoti, curiosità e principi di gioco

Trocini
10 Novembre 2021

Redazione - Autore

Se non cambiamo, non cresciamo. Se non cresciamo, non viviamo davvero“, una celebre frase dello scrittore francese Anotole France, Premio Nobel per la letteratura, molto attuale per descrivere Potenza e il benvenuto a Trocini. L’allenatore ha subito chiamato a raccolta l’ambiente e ha ottenuto due vittorie in tre partite, che hanno leggermente allontanato i lucani dalla zona rossa. Cosa ho detto ai ragazzi? Una reazione d’orgoglio, perché l’esonero è sempre una sconfitta anche per i giocatori. La scossa sicuramente c’è stata, sia per determinazione che per atteggiamento”. L’allenatore però non vuole far cullare i giocatori e puntualizza con estrema intelligenza: “Nonostante i sei punti in tre partite abbiamo ancora difficoltà“.

Trocini crede molto nella Lega Pro e nella sua nuova identità, sia per i grandi messaggi sociali, sia per il valore che sta attribuendo ai giovani: “La Serie C è più favorevole ai giovani rispetto al passato. Molte squadre utilizzano i ragazzi sia perché ci credono sia per motivi economici, è una grande occasione per mettersi in mostra rispetto a qualche anno fa”.

Il rapporto con il presidente Caiata

Caiata ha subito creduto in Trocini e ha sempre detto che sarebbe stato il primo nome per la panchina del Potenza, in caso di esonero. Un uomo sempre sul pezzo, che l’allenatore ci descrive bene: “Il presidente è esattamente come me lo aspettavo, è un passionale, vive di emozioni, ama questa squadra e questa città. È molto presente, sempre vicinissimo alla squadra e a tutti i suoi componenti”. Parlate anche di altro oltre il calcio? “Per ora molto di calcio, per il resto ci stiamo conoscendo di giorno in giorno”.

Il suo passato alla Juventus

Trocini ha iniziato la sua carriera da calciatore nel migliore dei modi, nelle giovanili della Juventus e anche a stretto contatto con la prima squadra: “Ho dei ricordi molto belli, sono arrivato a Torino giovanissimo. È stata una grande emozione stare a stretto contatto con Baggio, Schillaci, Vialli, tutti giocatori che erano miei idoli. È stato un periodo che ricordo con felicità, poi non è andata come speravo, però se ho fatto una carriera in C è perché ero un giocatore da C“.

I principi di gioco e le differenze con il passato: “Prima la tattica era poca”

Il suo 3-5-2 può avere contaminazioni dalle sue esperienze in passato? Trocini risponde con estrema chiarezza: “Quando sei ragazzo non badi molto all’aspetto tattico e trenta anni fa era molto meno accentuato rispetto ad oggi. Prima si cercava di avere equilibrio, grinta e determinazione, ma l’aspetto tattico era secondario. Mi piace molto costruire a 3, è un punto fermo che seguo da qualche anno. Però dipende molto dai giocatori che ho a disposizione e dagli avversari. A volte la difesa è a cinque mentre altre volte a tre. Mi piace avere una squadra propositiva e che giochi con coraggio“.

L’intervista termina con un augurio e Trocini ci saluta in modo molto passionale. A fine anno sarà felice se…”Sarò felice se sarò riuscito ad ottenere la stima dell’ambiente potentino“.

A cura di Antonio Salomone