Un viaggio verso la Slovacchia passando da Casa…(dei)

Da Cervia al settore giovanile del Cesena, il centrocampista segna nel suo Manuzzi. L'Under 21 vede la qualificazione a Euro 2025

23 Marzo 2024

Alvise Gualtieri - Autore

Dal divertimento e la leggerezza della Riviera all’umile, ma vivo, ‘Brian Filipi’ di Pinarella alla fastosità del Duomo fino all’ambizione della Scala del Calcio. L’attraversata della Manica, l’imponenza di Buckingham Palace, la sana angoscia dello Stamford Bridge; i fasti di cattedrali e castelli nel Leichestershire e la “Premier” al Leicester City Stadium. L’immagine di un Mondo mai stato così vicino all’Argentina. Questa la cartolina da sogno che Cesare Casadei invia alla sua gente. Un gol con l’Under 21 che vale un passo ulteriore verso l’Europeo 2025 e una Romagna che si sente orgogliosa. Cesare Casadei torna a casa e rende omaggio al suo Dolce Paese.

Credit: Martina Cutrona

Casadei e l’Europa romagnola

Un viaggio da raccontare. Nel pieno del suo sviluppo che trova l’ennesimo traguardo. Lì dove tutto comincia e dove le certezze sono lo stimolo per riprendere a correre. Cesare Casadei torna a casa e, da buon “burdel”, saluta e ringrazia la Romagna in grande stile: una sforbiciata che riaccende la memoria dei pomeriggi passati a imitare Ibra sulla sabbia di Pinarella e una maglia azzurra addosso che riporta alla realtà. Quella che racconta di un Casadei inedito. Ambito, immaginato, sognato, ma mai vissuto. Il tassello mancante di un mosaico d’alta fattezza. Come la bizantina Ravenna amata e frequentata da Cesare impone. Lo splendore di un sorriso a fine partita, il brillare dell’azzurro che illumina le figure sullo sfondo. Bambini, mamme e papà, coetanei e più di qualche volto conosciuto. Dietro all’opera Casadei si cela una vena autobiografica. Che rivede in quei ragazzini seduti nei distinti dello stadio cesenate un giovane Cesare che dalla sua Cervia, dove il calcio è l’elemento del vivere bene, urla, gioisce, piange e sorride di nuovo come tutti i “burdel“. Quelle sono le “gradinate” dello stadio ‘Manuzzi’. Il traguardo di ogni ragazzino che dai colli al litorale trascorre le sue giornate col pallone tra i piedi.

casadei

Cesena eccomi!

Cesare non fa in tempo. Non calpesta quel prato con la maglia più ambita, quella del suo Cesena, perché l’imprevedibile ha il sopravvento. Solo un fallimento della società romagnola nel 2018 separa il centrocampista cervese dall’esordio all’oggi Orogel Stadium. Libri in tribunale e Cesare lontano dalla Romagna. Milano, l’Inter, la concezione del calcio che inizia a cambiare e qualche trofeo giovanile che rinforza questo sentimento. L’idea di cambiare tutto. Partire, perché Cesare è così. Gol e prestazioni nerazzurre e l’Europa blues. Chelsea poi Leicester City. Maresca e campioni che, forse, sulle sponde dell’Adriatico non sono nemmeno nella più esagerata delle fantasie. Il Mondiale Under 20 in Argentina vissuto da protagonista assoluto e adesso l’Under 21. Quella nella quale ritrovare fiducia. La stessa che ripone nella sua Romagna.

Credit: Martina Cutrona

‘Manuzzi’, a Bridge to Slovacchia

Un gol, di quelli belli e mai banali. In girata come nelle più felici delle giornate al mare in cima al “bagno” con gli amici. Sempre lì dove si sta bene. In quella Riviera che rende tutto più dolce. E adesso spazio al piacere: una piadina con gli amici di MiMa (Milano Marittima). Ci penseranno mamma Elena e papà Daniele: sanno come si fa. Prati e Turicchia lo seguiranno, Giovane: prima il dovere poi il piacere. Da Calisese Berti porterà il Sangiovese, Francesconi e Pieraccini non mancheranno. Amici, pallone e tanta serenità. L’Europa di Casadei rivive in Romagna. Il ‘Manuzzi’? Un Bridge verso Stamford con destinazione Slovacchia.