Lecco, Foschi: “Non siamo qui per grazia ricevuta”

Le parole dell'allenatore prima della semifinale

Foschi
3 Giugno 2023

Redazione - Autore

Il Lecco dopo la vittoria in trasferta sul campo del Pordenone non ha nessuna intenzione di smettere di sognare. Il primo a credere in questa favola è l’allenatore Luciano Foschi. Come dimostrano le dichiarazioni rilasciate ai giornalisti in occasione della conferenza stampa di presentazione della gara con il Cesena. Match che si giocherà domani, domenica 4 giugno alle ore 20:30 in un “Rigamonti-Ceppi” dal tutto esaurito. L’allenatore chiede ai suoi giocatori di mettere in campo tenacia, entusiasmo e coraggio. Solo così potranno raggiungere il loro obiettivo.

Foschi: “I calciatori vanno fatti sentire importanti anche quando non giocano”

Luciano Foschi – come riportato da leccochannelnews– ha occhi solo per la sua squadra. L’avversario viene di conseguenza. «Io penso al Lecco e ai miei giocatori. Che il Cesena sia forte lo sapevamo anche prima. Sono tutte forti, decisamente più forti di noi”. E quindi serve una prestazione di sostanza. Dobbiamo dare fastidio a queste squadre: spirito e voglia di emergere sono componenti che vanno al di là di tecnica e tattica. Nell’ultima partita hanno fatto la differenza”. Bunino e compagni hanno i loro meriti, ma la carica del tifo bluceleste è l’arma in più. La mia squadra ha dimostrato di avere le palle, la città ci sta trasferendo un entusiasmo che i ragazzi hanno creato: da una parte è giusto che si godano il momento, dall’altro dobbiamo giocarcela fino in fondo rispettando l’avversario“.

foschi lecco

La squadra va elogiata per quello che ha fatto e il Cesena non deve fare paura. Non credo che il Lecco sia lì per grazia ricevuta. Loro sono forti. Il Cesena è proprio una bella squadra, ma dobbiamo fare due prestazioni al di sopra delle righe. Le nostre condizioni e il nostro atteggiamento ci hanno dato la possibilità di giocare questa partita“. I giocatori, nessuno escluso, ha dato sempre il massimo. L’allenatore non si prende meriti. “Di me non mi interessa nulla. In campo ci vanno i ragazzi. La cosa importante è riuscire a comunicare: posso dire tante cose, ma i ragazzi ci devono credere. Sono del parere che gli allenatori perdano, ma non vincono mai“. Sul suo operato sin qui: “Ho dato massima lealtà e rispetto ai ragazzi, poi tecnicamente parlando siamo sessanta milioni di allenatori”. Forse, però, qualcosa di cui andare orgoglioso a livello personale c’è. “Farli sentire importanti anche quando non giocano è la cosa più difficile: penso sia fondamentale. Ci sono tante sfaccettature, anche private, che vanno approfondite con delicatezza”.

Sul possibile schieramento in campo

Come potrebbe giocare il Lecco contro il Cesena? Foschi prova a dare qualche spunto. Lepore è bravo a difendere e attaccare, si adatta a qualsiasi ruolo. Abbiamo lavorato per adattarci a entrambi i discorsi, danno il vantaggio di mettere in campo soluzioni diverse”. Prima di tutto vanno monitorate le condizioni fisiche del gruppo.

Luciano-Foschi-Lecco

Gli impegni ravvicinati non aiutano. “Vediamo chi sta meglio dal punto di vista fisico: domattina faremo delle valutazioni, poi cercheremo di mandare in campo chi sta meglio. Siamo un po’ logori e corti, dobbiamo sfruttare anche l’energia di chi ha giocato un po’ meno”. Il reparto avanzato è in grande forma. “Diventano importanti gli attaccanti. Posso usare tutti questi ragazzi, sono contento di quello che stanno facendo. Dobbiamo decidere che tipo di equilibrio avere“.

Per le semifinali è prevista l’introduzione del Var

L’allenatore dei lombardi si esprime anche in merito alla presenza della tecnologia a bordo campo che potrebbe aiutare l’arbitro nel prendere le decisioni. Memore di qualche episodio discutibile. “Non cambia nulla, le polemiche le porta via il vento. Gli arbitri fanno la loro parte, questo è un aiuto per loro. Magari facendo 0-0 con il Pordenone avremmo perso al ritorno: devo pensare a quello che deve fare la mia squadra”. Una partita quella con i friulani che ha visto protagonista anche il presidente Di Nunno: “Il patron Di Nunno è stato il quinto cambio con il Pordenone, poi l’hanno buttato fuori“.