Dai complimenti di Pinilla alla missione Fidelis: Di Piazza fa ancora gol

Un viaggio dentro l’Odissea del bomber palermitano che vuole salvare la Fidelis Andria dopo una vita da protagonista

28 Dicembre 2021

Redazione - Autore

L’1-1 tra Juve Stabia e Fidelis Andria ( CLICCA QUI PER I GOL ) ha chiuso col boccone amaro il 2021 di entrambe le squadre. Gli ospiti però ,nonostante il 18º posto in classifica, possono comunque dirsi rinfrancati dal match. Merito di una prestazione finalmente positiva dopo le precedenti tre sconfitte consecutive. E (soprattutto) dell’ennesima rete stagionale di Matteo Di Piazza. 16 partite, 5 gol segnati tra campionato e coppa. Il solito controllo a seguire che termina con un violento scarico in rete. Ma chi è l’uomo deciso a riprendersi il palco della C? E perché il suo nome, è sempre stato garanzia assoluta di qualità?

Rotolando verso sud

Il primo ricordo associato a Matteo negli occhi degli appassionati, risale probabilmente alla Coppa Italia 17-18. Quando il ragazzo siciliano classe 88, (al tempo con la 9 del Lecce sulle spalle), chiuse la rassegna da capocannoniere davanti a nomi altisonanti quali Immobile, Icardi e Higuaín. Cartolina niente male per chi ha sempre fatto del gol il suo mestiere. Da ogni parte d’Italia, con particolare attenzione al sud. Anche se prima però, occorre ricordare quel formativo triennio 10-13 alla Pro Vercelli, racchiuso complessivamente in 44 gare, 12 gol tra primavera e prima squadra, ed una scalata eccezionale, dalla C2 alla B.

Di Piazza, Akragas per splendere

‘Valle dei templi’, dalla stagione 15-16, non rappresenta più soltanto la denominazione dello storico monumento agrigentino ma anche l’aggettivo perfetto per sintetizzare l’esplosione di Di Piazza: 16 gol in 34 partite con l’Akragas. Numeri importanti , frutto di un contributo devastante alla causa prima di Legrottaglie e poi di Rigoli, che regala ai biancazzurri uno storico 12º posto (con tanto di derby vinto sul Catania) e di riflesso all’attaccante originario di Partinico (provincia di Palermo), il definitivo status di top player della categoria.

Foggia-Lecce: sola andata per la gloria

La svolta, dopo una breve ed infruttuosa parentesi a Vicenza, arriva per davvero. Dove? Al Foggia di Stroppa che, lanciatissimo verso la promozione rende Matteo da gennaio la variabile impazzita di un parco attaccanti 16-17 ricco di talenti dal calibro di Sarno, Chiricó e Mazzeo. Risultato? Cinque gol (tutti siglati in momenti cruciali), campionato vinto e l’ennesima grande opportunità. Il Lecce targato Liverani, infatti, significherà consacrazione. Nel Salento, per Di Piazza, ecco un altro trionfo, condito da 15 reti in 37 partite e da un messaggio speciale a firma…Pinilla! “Ti auguro tanta fortuna “- aveva detto il cileno. Proprio in vista di un Lecce-Catania ripreso all’ultimo dall’italiano, cresciuto col rosanero nel cuore. Che storia!

Di Piazza-Catania, odi et amo

John Connolly, nel ‘Ciclo delle stagioni’ pone l’accento sull’eco dei mondi, evidenziando come le cose lasciate in sospeso, alla fine tornino a perseguitarci. La fantasia non è troppo lontana dalla realtà. E così, dopo un passato nelle giovanili e qualche scambio pepato di troppo, Di Piazza torna a Catania nel gennaio 2019, mettendo insieme 19 reti in 60 presenze. Un matrimonio che malgrado la B sfuggita in semifinale playoff col Trapani ed una difficile situazione societaria nella parentesi successiva, ha saputo comunque regalare al centravanti un riscatto personale nei confronti dei colori rossazzurri: Gol importanti( 3 in 6 gare playoff) Fischi trasformati in applausi. Per la trama perfetta è mancato solo il giusto finale.

Caduta e speranza

La missione del ragazzo palermitano, adesso, dopo una vita ai vertici, é salvare la Fidelis Andria. Un compito non semplice, iniziato con la mancata idoneità sportiva a causa di un problema cardiaco (poi per fortuna risolto). “Oltre che una liberazione, è stato un motivo d’orgoglio in più. Entrare e sentire quel boato per me è la conferma della fiducia nei miei confronti.”- aveva raccontato l’attaccante al rientro. La strada é in salita ma il messaggio appare chiaro. Matteo, di vivere senza gol, non vuol proprio sentir parlare.

A cura di Damiano Tucci