Foggia, Zeman punge gli attaccanti: “Forse non sanno che la porta è di 240 centimetri…”

Il boemo non si accontenta del terzo attacco del campionato...

Zdenek-Zeman-Foggia
14 Marzo 2022

Redazione - Autore

Essere il terzo miglior attacco del campionato ma non accontentarsi di un dato che farebbe felice tutti. Zdenek Zeman è fatto così, prendere o lasciare. Il suo Foggia segna meno solo della capolista Bari e della sorpresa Turris. 53 gol i primi, 49 i secondi, 48 per la squadra del boemo, che domenica al Picerno ne ha fatti altri tre. Una vittoria che in generale mancava da ben tre giornate (dall’ 1-0 di Monopoli) e che in casa non si vedeva dal 15 febbraio (4-1 al Palermo). Beh, sul banco degli imputati ci sono comunque finiti gli attaccanti.

Foto Antonellis

La battuta di Zeman

Tanti infatti i loro errori davanti alla porta avversaria. “Forse non sanno che è di 240 centimetri, ogni tanto fanno le mete…”, ha scherzato l’allenatore a fine gara. Sono ben 14 intanto le reti in campionato di Alexis Ferrante, così come vicino alla doppia cifra è anche il trequartista Alessio Curcio, a quota 9 reti. Foggia che, nonostante un periodo di crisi di risultati vissuto a gennaio, non manca all’appuntamento con il gol della sconfitta di Catanzaro per 2-0 dello scorso 5 dicembre. Zeman ha dunque voluto caricare e motivare i suoi giocatori a migliorare, perché non si accontenta mai.

“Siamo stati molto passivi in difesa”

Zdenek Zeman ha sottolineato anche le disattenzioni difensive dei suoi ragazzi che, nonostante una gara positiva, hanno sofferto nella ripresa il Picerno di Leonardo Colucci, che con Vivacqua al 61’ e Parigi al 93’ ha impensierito i rossoneri. Con le due reti incassate domenica, sono 40 i gol subiti dal Foggia. “Dobbiamo lavorare anche sulla gestione delle ripartenze, – dice il boemo – in allenamento ci proviamo e ci riesce ma in partita, se siamo fermi e marcati, la palla non ci arriva più“. Mercoledì testa alla Paganese, in un match in cui non mancheranno colpi di scena, come Zeman ci ha sempre abituato a vedere.

Di Federico Rosa