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Dall’Atalanta agli scacchi e l’università, Ghislandi: “Mi ispiro a Theo e Dimarco”

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Credit: atalanta.it

Più che di sogni parlerei di obiettivi, e quest’anno vorrei giocare più partite possibile e segnare“. Nella voce la consapevolezza di chi si è e di cosa si vuole raggiungere. Obiettivi, non tanto sogni. Idee chiare segno di una maturità che, seppur la giovane età, Davide Ghislandi si è già costruito. Perché sentendolo parlare si ha la sensazione di un ragazzo che ha già in sé i tratti dell’adulto. Per l’esperienza e il percorso compiuto, per la diversità dei suoi interessi, per l’analisi del suo presente e le prospettive del suo futuro. Una storia, quella di Davide Ghislandi, che assume fin da piccolo i colori nerazzurri dell’Atalanta. Il settore giovanile, l’esordio in prima squadra e ora la prima e storica stagione con l’U23. Nel mezzo le esperienze in prestito con la Turris e la Triestina. Una forma mentis forte e dalle tante sfumature. Immagine della scuola di vita in cui è cresciuto e della poliedricità della sua persona. In lui ci sono un pallone, la passione per la cucina e gli scacchi, le canzoni pop e rap e i riferimenti Theo Hernandez e Dimarco. E, naturalmente, quelle sfumature nerazzurre che lo accompagnano da sempre. Davide Ghislandi corre verso il suo futuro.

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Credit: atalanta.it

Il calcio di Ghislandi

La storia di Davide Ghislandi parte da Treviglio, a pochi kilometri da Bergamo e da Zingonia, le realtà in cui crescerà. Un passato e un presente nel segno della Dea, con due parentesi in Serie C con Turris e Triestina. Quest’anno il ritorno in nerazzurro e la stagione con l’U23 di Francesco Modesto: “Sono soddisfatto di quanto fatto finora, anche se sono stato fuori tanto per infortunio. La nostra è una squadra perché molto forte e stiamo ottenendo buoni risultati“. Sulle potenzialità del gruppo: “Credo che possiamo ambire a di più per le qualità che abbiamo. Anche collettivamente penso che stiamo andando bene, ma possiamo fare di più, soprattutto a campionato inoltrato. È alla fine che si vede il reale valore di una squadra”.

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Credit: atalanta.it 

Un rapporto speciale che lega Davide Ghislandi a molti suoi compagni all’Atalanta: “Mi sento estremamente fortunato perché sono con amici di una vita: una buona parte dell’annata del 2001 e altri con cui ho giocato con cui mi sono trovato sempre molto bene. Anche gli altri ragazzi che ho conosciuto quest’anno sono molto positivi“. Un’unione forte che vive nello spogliatoio: “C’è un’armonia importante che si può percepire anche dall’esterno“.

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Essere Davide Ghislandi

Un ragazzo dalle tante sfumature. Una mente aperta al “conoscere” nelle sue diverse forme. Il calcio come passione più grande. L’idolo? “Kakà, ma mi ispiro a Theo Hernandez e a Dimarco“. Ma al pallone si accompagnano e legano altri interessi. Perché sviluppare il proprio essere in più prospettive ti forma. Ti aiuta come calciatore e come persona. A partire dallo studio: “Sono iscritto alla facoltà di amministrazione in università“. E poi le passioni: “Mi piace cucinare, provare ristoranti e giocare a scacchi“. Intelligenza e apertura mentale, appunto. Ad accompagnarlo anche la musica: “Ascolto jazz mentre cucino. I miei generi preferiti il pop, rap e in particolare il R&B. Mi aiutano a caricarmi prima delle partite“. Il calcio, le sue sfumature e gli obiettivi: la corsa di Davide Ghislandi continua.