“Cinque passi avanti”: da Manchester a Latina, ecco Johan Guadagno

L'intervista al portiere nerazzurro

15 Marzo 2024

Fabio Basile - Autore

“Ero al cinema con la mia fidanzata a vedere Tutti tranne te. Mi ha chiamato il mio procuratore, mi sono fatto le valigie e sono partito”, così è nata l’avventura di Johan Guadagno a Latina. Un ragazzo solare, sorridente e sempre educato con tutti, che sta piano piano entrando nel cuore dei tifosi e della squadra nerazzurra. Il portiere classe 2003 cresciuto nel Manchester United si è raccontato a LaCasadiC.com, tra passato, presente, futuro e sogni da realizzare.

“Sento la fiducia di tutto l’ambiente. Playoff? Vogliamo raggiungerli”

Si parte dal presente, che in questo momento per Johan si chiama Latina: “Quando sono arrivato ho sentito la fiducia un po’ di tutto l’ambiente. Sono molto contento di quest’opportunità, arrivata nell’ultimo giorno di calciomercato. Ero al cinema con la mia fidanzata a vedere Tutti tranne te. Mi ha chiamato il mio procuratore, mi sono fatto le valigie e sono partito”. Poi l’obiettivo, che sembra oramai chiaro a tutti: “Noi cerchiamo sempre di ottenere i tre punti nel weekend. Vogliamo arrivare ai playoff e perchè no anche un po’ oltre. Se crediamo in quello che facciamo e ascoltiamo il nostro allenatore riusciremo a raggiungere il nostro traguardo.

credit: Latina Calcio

Uno dei simboli della risalita in classifica del Latina, oltre a Johan e non solo, è Gaetano Fontana, allenatore subentrato a stagione in corso a Di Donato: È una persona che sa cosa vuole dalla sua squadra. Ogni giorno lavoriamo duro per cercare di arrivare a quello che ci chiede. Io sono utile perchè so giocare con i piedi e lui ci tiene molto alla costruzione dal basso. Ha avuto molte esperienze, pure in Serie A, quindi anche a livello personale è sempre disponibile per parlare con noi. Anche per questioni extra-campo, mi è capitato diverse volte di confrontarmi con lui”.

Diventare uomo in fretta

La chiacchierata si sposta sul passato di Johan Guadagno, con i toni che diventano più seri. Tra le difficoltà di trasferirsi giovanissimo in un paese a oltre 2.000 chilometri da casa all’adattamento lontano dalla famiglia: Com’è per un ragazzo di 16 anni vivere tutto questo? Non è stato facile. Il primo anno è stato molto duro, più di adattamento. Doversi trasferire in un paese che non conosci e da solo a quell’età ti fa maturare molto in fretta. A 17 anni il calcio è diventato il mio lavoro, andavo a scuola una volta a settimana. Mi era richiesto di diventare subito uomo. In fretta. A quell’epoca lì ero in Svezia in una squadra che mi voleva bene, ero considerato un po’ “il talento” della squadra. A Manchester era totalmente diverso”.

C’è però chi ha recitato un ruolo importante nella crescita del calcio: “La mia famiglia mi ha sempre supportato in tutto, specialmente mia madre. È sempre stata al mio fianco. È anche venuta a Latina, a vedere la partita contro il Catania il giorno di San Valentino. Abbiamo vinto 1-0, ero contentissimo. Porterò sempre con me quella giornata. Venivo da 4-5 mesi difficili e quella sfida mi ha aiutato molto, ero al settimo cielo”.

L’esperienza a Manchester, Guadagno: “Non bisogna mai mollare”

Un’esperienza che ha segnato la carriera del portiere classe 2003 si chiama sicuramente Manchester United: “Mi ha dato molto, sia come portiere che come uomo. A livello umano mi porto con me la convinzione di non dover mai mollare. Anche quando hai un piccolo infortunio, non devi mai mollare. Altrimenti qualcuno ti ruba il posto, l’ho vissuto e non è stato facile. Scelsi di allenarmi perchè non mi sentivo al top e ne pagai le conseguenze. Devi sempre stare sul pezzo”.

Gli allenamenti con i campioni e il sogno, un giorno, di poterci giocare insieme: “È capitato di allenarmi con i grandi. Quando sei lì con loro, con giocatori come De Gea e Romero, pensi dentro di te: “Ci voglio arrivare anche io”. È il mio sogno. I più forti con cui ho giocato? Ho fatto qualche allenamento con Mason Greenwood, era davvero fortissimo. Poi ho giocato con Elanga, ora al Nottingham Forest, con me a a Manchester c’erano anche James Garner (Everton), Garnacho che ora è un fuoriclasse, Brandon Williams e tanti altri”.

Copenaghen: un campionato vinto e le notti europee

Poco più di vent’anni, ma il bagaglio d’esperienza di Johan Guadagno passa anche per la Danimarca: Porterò sempre con me il campionato vinto con il Copenaghen, seppur dalla panchina è stato bellissimo. E’ stata una grande opportunità, è durato poco ma è stata una stagione indimenticabile. Loro sono una delle più grandi squadre del Nord Europa, sia dentro che fuori dal campo ho imparato davvero tanto da quell’esperienza. E’ un mondo molto diverso dall’Italia, bisogna adattarsi, ma una volta che ci riesci diventa tutto più semplice. Lì ho anche avuto la possibilità di confrontarmi con un portiere forte come Kamil Grabara, un fuoriclasse vero”.

Johan Guadagno fuori dal campo: “Cinque passi avanti”

E fuori dal campo? “Sono arrivato a Latina da poco, passo le mie giornate al telefono con la mia famiglia e sto leggendo tanto. Un libro che ho letto nell’ultimo periodo si chiama “Your five next moves”, che parla di business. Una frase che mi ha segnato è “Devi sempre agire come se dovessi fare cinque passi e non uno”, così riesci a prevedere cosa accadrà in futuro, sempre pronto a stravolgere i tuoi piani”.

Un obiettivo in testa, un bagaglio pieno di esperienze, tante emozioni e la testa sulle spalle. Guadagno vuole diventare grande e Latina è il posto giusto per crescere. Un passo alla volta, senza bruciare le tappe. Succede solo a chi ci crede, e Johan ci crede tantissimo.