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Pontedera, Ignacchiti e la profezia sul gol: “Prima della partita lo avevo detto: oggi segno in rovesciata”

Credit: U.S. Città di Pontedera

Talento ed entusiasmo. Da questo binomio nascono i risultati di un Pontedera che continua a stupire. Nonostante lo stop col Cesena, imbattuto dalla prima giornata, la classifica sorride ancora ai ragazzi di Canzi. Dopo 22 giornate, la squadra toscana si trova al quinto posto del girone B e non sembra volersi fermare. L’ultima vittoria, un netto 4-0 sulla Fermana, è manifesto di quelle che sono le caratteristiche di questa squadra. Su 16 giocatori impiegati tra titolari e subentrati, ben 13 sono nati dal 2000 in avanti, con un’età media tra le più basse del campionato. In una rosa così ricca di giovani interessanti, una delle individualità di maggiore spicco è quella di Lorenzo Ignacchiti, protagonista dell’ultima partita con uno splendido gol in rovesciata: “L’emozione è stata tanta, perché era il mio primo gol nel nostro stadio e perché è stato bellissimo – ha raccontato il classe 2004 ai microfoni de Lacasadic.comha chiuso la partita ed è stato tutto perfetto“. Passato e magari anche futuro all’Empoli, che ne detiene il cartellino. Ma intanto si gode il presente, che lo vede in Serie C e con la maglia dell’Italia Under 20.

“Oggi faccio gol in rovesciata”

Lorenzo Ignacchiti è alla prima esperienza tra i grandi, in prestito fino a fine stagione dall’Empoli, dove ha fatto la trafila nelle giovanili. Dei tre gol segnati finora tra i professionisti, l’ultimo in rovesciata è sicuramente il più bello ed è accompagnato da un retroscena particolare, raccontato ai nostri microfoni: “In settimana l’avevo provata diverse volte e prima della partita avevo detto ad Ambrosini ‘oggi faccio gol in rovesciata’. Poi è andata veramente così e ci abbiamo scherzato su“.

Intuizione segno anche di grande fiducia, che fin dal primo momento ha trovato al Pontedera, di cui è un titolare inamovibile a centrocampo: “Per ora sono contentissimo. È un’esperienza più che positiva, però c’è ancora tanto da fare. L’ambiente è quello perfetto per uno come me alla prima esperienza tra i grandi. È un gruppo incredibile, con uno staff importantissimo, quindi ci sono tutti gli ingredienti per fare il meglio possibile. Poi in campo ognuno deve dare risposte e per ora lo stiamo facendo alla grande“. Un’esperienza tanto voluta e iniziata nell’ultimo giorno del mercato estivo. Lasciare la propria comfort zone è stato il passo decisivo per Ignacchiti: “Il mercato è stato lungo, c’era l’opportunità di venire qua ma l’Empoli non mi ha lasciato subito andare via. Ho fatto tutto il ritiro là, poi abbiamo visto che le possibilità di giocare non erano elevate e non era possibile allenarsi in prima squadra con continuità. Io volevo fare un’esperienza tra i grandi, perché con la Primavera avevo già raggiunto tutti i miei obiettivi. Ci siamo ritrovati all’ultimo giorno, io volevo avere continuità e rimanere vicino a casa. Penso che sia stata la scelta più giusta per l’inizio della mia carriera da professionista“.

Credit: Martina Cutrona

I 13 anni all’Empoli e il futuro: “Sogno la Serie A”

Parlavamo di comfort zone, perché l’Empoli per il giovane Lorenzo vuol dire casa: “Sono arrivato lì a 6 anni e ci sono stato per 13 stagioni. Io ho iniziato a 4 anni nella squadra del mio paese, poi mi ha chiamato l’Empoli e ho fatto tutta la trafila dai pulcini fino alla Primavera. È stato un percorso bellissimo, vedremo se in futuro ci saranno le condizioni per un prosieguo“. In maglia azzurra è cresciuto tra infanzia e adolescenza, raggiungendo traguardi importantissimi sul campo. In questi anni l’Empoli ha avuto uno dei vivai più floridi d’Italia, facendo emergere i vari Asllani, Baldanzi e Fazzini: “Eravamo ragazzi che hanno fatto tantissimi anni insieme, con un gruppo coeso e un ambiente sereno. Questi sono elementi che possono contribuire alla crescita di un ragazzo. Poi c’è chi ha la fortuna e la bravura di fare subito il salto e chi ha bisogno di qualche step. Ognuno ha il suo percorso e a me non piace parlare di altri. Guardo quello che sto facendo io e adesso sono molto contento di essere a Pontedera“. Nella sua ultima stagione, in cui è stato capitano della Primavera empolese, sono arrivate anche le prime convocazioni in Serie A: “Non ho mai avuto la possibilità di subentrare. Però vista da fuori è bellissima e spero un giorno di poter realizzare questo mio sogno“.

Credit: U.S. Città di Pontedera

Ignacchiti e la maglia azzurra: “Non ci potevo credere”

La nazionale è qualcosa di incredibile che non mi sarei mai aspettato da bambino. Poterci essere dentro da tre anni è incredibile“. Realizzare i propri sogni e soprattutto tenerseli stretti. Ignacchiti ha vestito la maglia dell’Italia in U18 e U19 e adesso lo fa in U20. Maglia azzurra che è il sogno di ogni bambino, così come lo è vincere lo scudetto, che lui ha conquistato con la Primavera dell’Empoli da sotto età nella stagione 2020/21, senza esordire ma venendo convocato per la fase finale. La sua prima vera annata in Primavera è stata quella successiva: “L’anno con lo scudetto cucito al petto è stato molto particolare, perché abbiamo giocato anche in Youth League ed è stato bellissimo giocare su campi internazionali contro squadre blasonate. Poter rappresentare la società in cui sei stato 10 anni in campo europeo è bellissimo“.

Credit: Martina Cutrona

Proprio dalla Youth League passa la sua prima chiamata in nazionale: “Mi sembrava un sogno, non ci credevo. Ero a Belgrado a giocare la Youth League ed è arrivata la chiamata. Stentavo a crederci e ho avvisato subito la mia famiglia. Le prime due partite sono state con la Francia ed è stata un’emozione troppo grande. Poi ho avuto la fortuna di fare il torneo del Mediterraneo in cui siamo arrivati secondi proprio dietro la Francia, è stata una delle esperienze più belle della mia vita. Abbiamo giocato la finale davanti a 50mila spettatori in Algeria, un’atmosfera bellissima. Purtroppo non siamo riusciti a vincerla ma rimane un’esperienza fantastica“.

Credit: U.S. Città di Pontedera

L’ambizione come prima regola: “Voglio superare il record di punti”

Come detto, ora la crescita passa da Pontedera. Una nuova sfida, in cui ha trovato un tipo di gioco che gli piace molto: “Ero venuto l’anno scorso a vedere delle partite e avevo già visto il calcio di Canzi. Mi aveva impressionato questo gioco innovativo, tutto uomo contro uomo, alla ricerca dei duelli. Mi era piaciuto tantissimo ed ero rimasto veramente colpito, perché è un gioco che non vedi molto spesso, con molta intensità. Poi sono arrivato qua e mi sono messo subito a disposizione. All’inizio è stato un pochino difficile adattarmi, ma ora mi sto trovando benissimo. Lui è una persona fantastica, uno molto tranquillo ed educato“. A proposito di comfort zone, Ignacchiti ha lasciato la sua anche in campo, con una nuova posizione: “Io ho sempre fatto la mezz’ala, che è il ruolo che rispecchia maggiormente le mie caratteristiche. Qui faccio il play, ruolo che non avevo mai fatto ma che mi ha consentito di crescere sotto tanti aspetti. Con la Fermana ho giocato più avanti per la partenza di Catanese ed è un ruolo che comunque mi piace molto, perché ho la possibilità di inserirmi e fare gol. Poi l’importante è giocare e fare bene per aiutare la squadra“. A prescindere dalla posizione in campo, a fine stagione conteranno i risultati, che al Pontedera non stanno mancando. Lo scorso campionato terminò col sesto posto con 60 punti, record in Lega Pro per la squadra toscana. Asticella quindi già alta, ma che Ignacchiti vorrebbe alzare ancora: “La società ci ha sempre detto di guardare passo per passo e raggiungere la salvezza. Io però, se devo dire la verità, anche se magari non dovrei, ho sempre avuto quell’obiettivo. Dal mio primo giorno qui voglio superare l’annata stratosferica dell’anno scorso. Il mio obiettivo personale è quello, però intanto pensiamo a salvarci“.

Credit: U.S. Città di Pontedera

L’amore per il calcio: “Se non gioco guardo altre partite”

Il bel momento sul campo da gioco di questo ragazzo passa anche da una grande serenità al di fuori di esso: “Vivo ancora con la mia famiglia, abitiamo a cinque minuti dal campo. Nel tempo libero sto soprattutto con loro, i miei amici o la mia ragazza. Sono uno molto tranquillo“. Ma anche quando non gioca, il calcio ha uno spazio importante nella quotidianità: “Sono matto per il calcio e quando non gioco mi piace vedere le partite. Cerco di guardare chi gioca nel mio ruolo e provo ad apprendere dalle categorie superiori. Idoli non ne ho, però ci sono tanti giocatori che mi piacciono e hanno caratteristiche simili alle mie. In questi ultimi due anni mi è piaciuto tanto Rabiot. Poi mi piace apprendere da tanti giocatori perché hanno tutti caratteristiche diverse“. Apprendere da chi gioca ad alti livelli perché l’obiettivo non cambia e, chissà, magari la strada per raggiungerlo passerà ancora dalla squadra che lo ha cresciuto: “È presto per dire se tornerò all’Empoli, le cose si fanno in due e loro faranno le loro valutazioni. Poi se ci saranno le condizioni per rimanere sarebbe un sogno per me. Il mio sogno è giocare in Serie A. So che sarà difficile ma io lavoro per giocare in palcoscenici sempre più grandi. Vedremo se l’anno prossimo riuscirò a salire di categoria, ma l’obiettivo comunque è quello“. Al termine della stagione terminerà il suo prestito nella squadra di Max Canzi e si deciderà il suo futuro. Intanto, Ignacchiti scrive ogni giorno una nuova pagina del suo presente, che lo vede protagonista in Serie C. Gol speciali, profezie, sogni, consapevolezza. La sua è la forza della gioventù, che a Pontedera è libera di sprigionarsi.