Dalla Serie C al Mondiale, Erlic il difensore-guerriero in Qatar: “Col Brasile la corsa più lunga della mia vita”

La storia del giocatore con un passato in Lega Pro

11 Dicembre 2022

Redazione - Autore

“In ogni angolo del mondo c’è un bambino che gioca e si diverte con un pallone tra i piedi“, diceva Zdenek Zeman. Il mondiale è alle porte e per molti di quei bambini sarà un momento magico, la realizzazione di un sogno. La nostra nazionale non parteciperà alla competizione e, questo, è un dato di fatto. I giocatori che rappresenteranno in qualche modo il nostro paese, però, non mancano tra quelli che giocano ancora in Italia e quelli con un passato nei nostri campionati, con occhio particolare alla Serie C. Oltre a Cheddira del Marocco, protagonista con il Bari, infatti, anche Martin Erlic è stato convocato dalla Croazia. Una scalata non da poco conto, dalla Lega Pro al Qatar 2022. Un ragazzo silenzioso, che non giudica gli altri, pronto a lavorare sempre sodo senza mai dire una parola fuori posto.

Martin Erlic, dalla Serie C agli scontri con i campioni: un croato cresciuto in Italia

I più attenti conosceranno già il difensore che gioca in Serie A. Classe 1998, titolare del Sassuolo, la carriera del croato inizia proprio dalla Serie C, per essere più precisi con il Sudtirol. Il primo allenatore a farlo esordire nel calcio dei grandi, infatti, è stato proprio Paolo Zanetti in Lega Pro. 26 presenze e una rete in quella stagione per lui. “Le prime 7 partite non ho giocato neanche un minuto, poi piano piano sono cresciuto e ho trovato fiducia“, racconterà qualche anno dopo. Una scalata incredibile per un difensore che ha sempre lavorato sodo per confermarsi come calciatore.

Alla Gazzetta dello Sport, Erlic ha parlato del sogno Mondiale, raccontando l’empatia di gruppo e svelando i retroscena della vittoria col Brasile: “Sembrano frasi fatte, ma noi siamo davvero un gruppo meraviglioso. Basta vedere un allenamento per capire: andiamo più forte che in partita, tutti, per consentire ai titolari di essere al top”. Poi ha aggiunto:  “Per esultare dopo la vittoria contro il Brasile ho fatto lo scatto più veloce della mia vita. Ho avuto paura di strapparmi”. Un pensieri poi rivolto anche a Petkovic, che ha segnato la rete decisiva che ha allungato la sfida ai calci di rigore: “Gli ho mostrato una foto di quando era all’Entella e gli ho detto: ‘Tu giocavi in Serie B e adesso ci fai andare in semifinale al Mondiale’. Roba da matti“.

Arrivato in Italia dopo gli sforzi di papà Nino, Erlic si è subito imposto nel calcio italiano. Ovunque è andato, si è sempre preso il posto da titolare. Sudtirol, Spezia e adesso Sassuolo, squadra che dopo anni di prestito ha deciso di puntare sul centrale. Il croato, oramai da anni, marca e annulla i campioni in Serie A, trovando anche in più di un’occasione la via del gol (5 reti e 2 assist in 67 presenze). Anche Zlatko Dalic, allenatore della Croazia, ha deciso di scommettere su di lui convocandolo al Mondiale. Cresciuto con l’idolo di Chiellini e guardando gli allenamenti di Dejan Lovren alla Dinamo Zagabria, ‘Ricky‘, come lo chiamavano i compagni per via del nome Martin, sogna il Qatar 2022.

La guerra in Jugoslavia, le scarpe e il Mondiale: una scalata incredibile

Carote, patate e un paio di scarpe comprate grazie all’aiuto dei fratelli. Erlic ha sempre dato il massimo per arrivare a giocare su campi importanti come quelli di Serie A. Il papà Nino è sempre stato il suo migliore amico, pronto a supportarlo in ogni situazione, anche in quelle più difficili come la ripresa dalla guerra di Jugoslavia. La Dinamo Zagabria il posto in cui è cresciuto, lo Spezia il luogo dove è diventato grande.

Italiano Spezia

Con Vincenzo Italiano prima e Thiago Motta poi, il croato è sempre stato una colonna portante della difesa ligure. In estate, il Sassuolo ha deciso di ‘riportarlo’ a casa e questo inizio di stagione sta premiando la scelta della società. In Qatar non andrà per fare la comparsa ma per giocarsi le sue carte, pronto a farsi spazio in mezzo a mostri sacri come Lovren e Vida. Il Sudtirol e la Serie C la sua rampa di lancio, il Qatar il suo punto d’arrivo, per ora. Succede solo a chi ci crede e Martin ci ha creduto veramente.

A cura di Fabio Basile