Pordenone, vittoria a Trento nel segno degli attaccanti. Di Carlo: “Atteggiamento prorompente”

I friulani vincono a Trento con un'ottima prestazione degli attaccanti. Le parole dell'allenatore

Pordenone
18 Febbraio 2023

Alvise Gualtieri - Autore

“L’uciel in gabie, al cjante di gust o di rabie.” Un uccello in gabbia non canta per amore, canta per rabbia. Così può essere riassunto il clima che ha portato il Pordenone alla vittoria conquistata contro il Trento. Una prestazione di rabbia, frustrazione e cuore allo stesso tempo.

Di Carlo analizza il percorso del Pordenone

E’ lo stesso Domenico Di Carlo, nella conferenza post partita, a sottolineare l’importanza di questa vittoria. “Abbiamo fatto tre punti che mancavano da troppo tempo. Serviva vincere”. I friulani sono arrivati a Trento a secco di vittore da quattro turni. Una situazione che l’allenatore non poteva sopportare. Ma cosa c’entra il detto iniziale? Beh …immaginate come può sentirsi un allenatore che ogni giorno prepara al massimo gli allenamenti, sprona i suoi ragazzi a migliorare, crescere e concretizzare i suoi insegnamenti e poi in partita non porta a casa il risultato. E’ come sentirsi in gabbia. Di Carlo è sempre stato consapevole delle possibilità dei suoi ragazzi. Le prestazioni sino alla partita col Trento sono sempre arrivate, ma il Pordenone non portava a casa il risultato.

“Oggi è cambiato qualcosa. Ho visto solidità difensiva. Venivamo da 13 partite consecutive in cui abbiamo sempre preso gol. Er importante non prenderne oggi”. La sofferenza di chi vede che il lavoro e la professionalità dei suoi ragazzi non manca. La voglia e la grinta di far male all’avversario sono pane che alimenta i neroverdi. Schemi, tattiche e atteggiamento non sono mai mancati. A mancare erano solo i punti e quelli conquistati oggi ai piedi delle Dolomiti “sono 3 punti cercati e meritati” dice il tecnico del Pordenone. Tre punti che confermano il club friulano al terzo posto ad un punto di distanza dalla Pro Sesto e dalla FerAlpiSalò.

A Trento non sono arrivati solo tre punti fondamentali per la classifica, ma anche tre prestazioni da incorniciare per gli attaccanti della squadra. Leonardo Candellone, Edgaras Dubickas e Kevin Piscopo. Sono questi i tre nomi di giornata. Il primo ha insaccato un rasoterra dal limite dell’area dopo una sgroppata condita da assist al bacio di Piscopo. Il secondo ha gonfiato nuovamente la rete giallonera con un diagonale dalla destra per finalizzare l’ennesima sgasata di Piscopo.

La vittoria dei tre tenori

Per Candellone è il settimo gol in questa stagione. Numeri che sono destinati a salire. Lo spirito di Leonardo è quello di chi vuole sempre migliorare. La sua filosofia, come ha raccontato a GianlucadiMarzio. com, è basata sul lavoro. Testa e cuore devono andare in una direzione sola perchè solo così riesci a crearti le occasioni per spiccare il volo ed affermarti. Esattamente quello che ha fatto l’attaccante del Pordenone sin da giovane quando indossava la maglia della sua città. Torino. E’ in maglia granata, seppur nel settore giovanile, che ha coltivato questa sua maturità. Ha potuto farlo grazie ai consigli di quello che ancora oggi è il suo esempio. Il gallo Belotti.

Dall’ex capitano del Toro ha potuto ottenere consigli e spunti che oggi porta in campo anche alla corte di Di Carlo. Non solo Belotti, anche Bonifazi ed Edera (oggi con lui in neroverde) con i quali ha condiviso la gioia della vittoria dello Scudetto Primavera. “Io sono il padrone del mio destino, io sono il capitano della mia anima” queste sono le parole che ha tatuato sul corpo Leonardo. Oggi a dipendere da lui non è solo il suo di destino, ma anche quello del Pordenone.

Poi è la volta di Edgaras Dubickas. Che dire di un classe 1998 che ha già visto la Serie A con la maglia del Lecce e che lo scorso anno ha messo a referto 10 gol in 32 partite con la maglia del Piacenza in Serie C. Terzo lituano a giocare in Serie A dopo Stankevicius e Danilevicius. Stesso ruolo di quest’ultimo, stessa grinta e capacità di corsa e stesse esperienze in Italia. Serie A e Lega Pro per entrambi. Con la staffilata di oggi sono sei i gol sul tabellino personale del giocatore per questa stagione. Se la storia insegna qualcosa non si fermerà. E’ proprio il caso di dirlo, “il ragazzo si è fatto e gioca con la maglia numero 7”.

Kevin Piscopo, corsa, possesso palla, visione di gioco ed estro. Queste le caratteristiche del fantasista di Di Carlo. A Trento le ha mostrate tutte, nessuna esclusa. Conquista palla a centrocampo, la tiene incollata al piede fino al limite dell’area, infilata per Dubickas e il gioco è fatto. Qualità tecniche indiscutibili. A Genova, dove ha cominciato a calpestare campi importanti, se ne sono accorti subito.

E’ bastata una stagione con la Primavera del Grifone perché il Giampiero Gasperini lo chiamasse tra “i grandi”. L’amicizia con Diego Perotti, le botte sul coppino di Izzo. Istantanee di una giovane carriera tutta da scrivere che lo porterà a cominciare dalla Serie D per poi stabilirsi in pianta stabile in Serie C. Ha trascorso stagioni importanti in Toscana con la maglia della Carrarese dove ha cercato di scovare ed indagare i segreti dell’attaccante di razza. Lo ha fatto osservando due giocatori come Tavano e Maccarone. Impossibile sbagliare quando i maestri sono questi.

Di Carlo elogia la sua squadra

Mimmo Di Carlo conosce bene il valore dei suoi tre tenori e in conferenza stampa non si esime dal sottolinearlo. “Mi è piaciuto molto l’atteggiamento che hanno avuto gli attaccanti. Atteggiamento prorompente e devastante. (…) abbiamo cominciato ad andare sulle fasce ed in profondità e così abbiamo visto le giocate che facciamo di solito”.Mi è piacito l’atteggiamento della squadra. Vale la vittoria. Ha sempre mantenuto la compattezza e questo è un segnale di partenza per affrontare la prossima partita”.

Prossima partita che vedrà il Pordenone impegnato sul campo della capolista FeralpiSalò. Uno scontro ai vertici che può valere tanto per entrambe e che l’allenatore dei friulano commenta così: “Ci voleva questa vittoria per andare li con la giusta energia e affrontare una squadra che sappiamo stia davanti a noi”.

A cura di Alvise Gualtieri