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Potenza, Marchionni si presenta: “Sono un po’ rompiscatole, voglio un gruppo unito”

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Credit: Potenza Calcio Official

Potenza era nel mio destino”. Così Marco Marchionni in sala stampa, nel giorno della sua presentazione. Il nuovo allenatore dei rossoblù ha spiegato i motivi che lo hanno spinto ad accettare il club potentino: “Ha una proprietà nuova ma importante, che sta facendo investimenti e che vuole dire la sua. Il direttore è navigato, ha fatto piazze importanti e conosce il calcio”. Elogio poi immancabile a De Giorgio, traghettatore ad interim in attesa dell’arrivo dell’ex Juventus: “Lo ringrazio per il lavoro svolto in queste ultime partite”.

Potenza, Marchionni: “Bisogna creare alchimia”

Il nuovo allenatore del Potenza si è presentato in conferenza stampa: Sono un po’ rompiscatole, pretendo tanto, ma mi pongo allo stesso livello dei calciatori. Bisogna creare un’alchimia, un’unione con il gruppo per tirarne fuori le caratteristiche”. Tra i motivi che lo hanno spinto a scegliere il club anche la presenza del ds: Devo ringraziare la società che mi ha scelto. Ho parlato con il direttore e si è concretizzato tutto. Potenza era già nel mio destino. Con lui ho avuto la sensazione di parlare con una persona che conoscevo da anni”.  Obiettivo mettersi subito a lavoro: Credo che un allenatore debba lavorare con quelle persone con le quali si confronta giornalmente. Ma devo ringraziare Pietro (De Giorgio, ndr) perché ho trovato ragazzi motivati e tranquilli, che hanno lavorato nel modo giusto. Non giudico il lavoro degli altri, lo si può fare solo se si è presenti, ora giudicherò il lavoro mio e quello dei ragazzi“. 

“Livello della rosa? Non meritiamo questa classifica”

Capitolo mercato, Marchionni fa il punto della situazione in vista della sessione invernale: Per quanto riguarda la rosa, analizzando singolarmente i giocatori, non merita quella classifica. Ma se è in quella posizione qualche mancanza c’è stata. Lavoreremo per conquistare il maggior numero di vittorie e riportare l’entusiasmo e provare a puntare a quegli obiettivi iniziali che finché la matematica non condanna non sono perduti”.