Rimini Cesena, una partita per descrivere un’identità
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Credits: Luigi Rega
40 minuti di gioco per una festa di oltre 90. È questo il riassunto migliore per raccontare il derby della Romagna fra Rimini e Cesena. Per una partita che sul campo vede un unico protagonista, ossia la squadra bianconera, c’è uno stadio intero che canta, balla, salta e si esalta per un’ora e mezza. Senza sosta. Al ritmo di un “La Romagna siamo noi” che racchiude un senso di appartenenza e identità inconfondibile. Rimini Cesena, un pallone che scorre sul prato come metronomo di migliaia di cuori pulsanti.
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Romagna, sei tu la protagonista del derby Rimini Cesena
Storie di genti. Tradizioni che si intrecciano. Racconti che si tramandano. Generazioni che si alternano. Un pallone come congiunzione. Questo è stato il derby tra Rimini e Cesena. Una partita giocata prima sugli spalti che sul campo. Dove le oltre seimila anime giunte al Romeo Neri decidono di dare vita a uno spettacolo capace di regalare novanta minuti di pura passione. Tra sciarpe, bandiere e cori il match della “Terra Solatia” si trasforma in un palcoscenico dei sentimenti. Quelli dell’appartenenza a un territorio. Del campanilismo più sfrenato che regala quel goliardico sfottò che codifica emozioni difficili da spiegare. Che si tramandano nell’arco della storia e culminano nell’identità di un popolo. Fuochi d’artificio illuminano e colorano lo stadio per sottolineare che, in fondo, la Romagna è la terra della festa. Quella che al Romeo Neri trova, in una partita di calcio, la sua massima rappresentazione. Rimini e Cesena si sono date battaglia. A spuntarla sono stati i bianconeri per manifesta ed evidente superiorità tecnica. Ma l’unico vincitore resta il pubblico. Dodicesimo uomo? No, unico vero protagonista.
![Cesena Shpendi](https://www.lacasadic.com/wp-content/uploads/2023/09/cesena-cristian-shpendi-credit-luigi-rega-ok-1250x782.jpg)
Cesena inarrestabile
Dagli spalti al campo il tragitto è di quelli brevi e concisi. Cinici. Perché, di fatto, il match tra Rimini e Cesena dura solo 40 minuti. Il tempo necessario a Donnarumma e Adamo per fare capire agli avversari che quando decidono di partire è inutile provare a fermarli. Se poi si sveglia anche Cristian Shpendi allora la pratica può considerarsi chiusa. Ecco, dunque, che l’esterno napoletano e il gemello decidono di lasciare il segno e innalzare il coro dei 1.282 tifosi bianconeri giunti in Riviera. Un gol a testa e Rimini ammutolito. Secondo tempo? Sì, forse, ma in pochi lo notano. Una vittoria quella nel derby che consegna l’ennesima dimostrazione del valore di questo Cesena. Inavvicinabile sul piano tecnico, realizzativo e morale. Sì, perché anche con delle assenze importanti come capitano De Rose, Silvestri in mezzo alla difesa, i muscoli di Varone e il costante martello di Toscano in panchina, i bianconeri non mostrano alcun calo mentale. Sempre attivi, concentrati, precisi e mai eccessivi. Rimini: La(…)mesta realtà di non essere all’altezza. Strada spianata verso la promozione diretta? Non ancora, solo la grandissima soddisfazione di poter urlare al vento: “La Romagna siamo noi“. “Romagna Terra Solatia, Dolce Paese”. Perché in fondo è solo questione di identità…