Un gol alla sfortuna: Tchetchoua stende la Vibonese, ma non solo. Il cammino dantesco e la Virtus Francavilla

La storia di una carriera fatta di infortuni e riscatti

5 Febbraio 2022

Redazione - Autore

Tre stagioni per carburare, e pochi secondi per lasciarsi alle spalle i fantasmi di un inizio carriera segnato dalla sfortuna. Giovanni Tchetchoua attende il minuto 93 per apporre un sigillo dal sapore di rinascita. È proprio l’attaccante nato in Camerun, ma arrivato in Italia già a 3 anni, a decidere all’ultimo respiro il recupero infrasettimanale tra la Vibonese e la “sua” Virtus Francavilla (qui per vedere i gol).

Sì, sua: perché il centrocampista classe 2000 si è imposto come vero e proprio motore della squadra guidata da Roberto Taurino. Un ingranaggio fondamentale di cui la Virtus non intende privarsi più.

Tchetchoua, l’identikit del match winner di giornata

L’attitudine ambiziosa del giovane Tchetchoua si intuisce anche dalle dichiarate fonti di ispirazione: Stankovic, Sneijder, Brozovic. Un trittico niente male, che non può che rispolverare il passato – neanche troppo remoto – vissuto da Giovanni nelle giovanili dell’Inter.

Un apprendistato di qualità che lo metterà in condizioni di imparare da alcuni dei più magistrali interpreti del ruolo: non è un caso, infatti, che nelle cartucce del giocatore della Virtus siano presenti sia doti da regista, che caratteristiche da recupera palloni instancabile.

A Francavilla Fontana, Tchetchoua arriva nell’estate del 2018. A soli 18 anni il centrocampista dell’Inter lascia la Lombardia e abbraccia il professionismo nella sua forma più reale e “provinciale”. In Puglia, però, le fortune del canterano nerazzurro, la cui bontà tecnica è testimoniata dal 50% sulla futura rivendita pattuito con l’Inter al momento della cessione, faticano ad arrivare. Incidenti di percorso che influenzano un percorso di crescita minato da tanta sfortuna: già nel 2018 sarà un virus molto pericoloso a tenere in ospedale il ragazzo per un mese, impedendogli di guadagnarsi la fiducia di un ambiente ambizioso come quello della Virtus.

Il percorso dantesco di Tchetchoua

Quando il calcio è nel DNA – e i sei fratelli calciatori ne sono la dimostrazione -, anche la sfortuna rischia di doversi arrendere. Tra Natale e Capodanno 2018 arriva per Tchetchoua la prima presenza dal primo minuto. Contro la Juve Stabia, Trocini regala al giovanissimo centrocampista la prima, vera gioia della sua carriera.

È stato bellissimo, devo ringraziare il mister e la società per la fiducia, io ho sempre cercato di dare il massimo per dimostrare di essere pronto in qualsiasi momento. La mia ora è arrivata e spero di aver risposto bene”. Ai microfoni di gianlucadimarzio.com, Giovanni non trattiene l’emozione.

E quando la direzione intrapresa sembrava fosse quella giusta, arriva un nuovo colpo a tagliare le gambe del classe 2000. Nell’ottobre 2019 il ginocchio di Tchetchoua fa crack: rottura del legamento crociato e un anno lontano dai campi.

Il paradiso

E se lo scorso campionato è servito a testare le condizioni psico-fisiche del giocatore, è in questa stagione che Tchetchoua assume il ruolo da motore imprescindibile dello scacchiere di Taurino.

24 presenze complessive tra Serie C e Coppa Italia, con una percentuale di minuti giocati che sfiora l’80%. A impreziosire l’inizio di stagione del centrocampista di Yaoundé contribuiscono anche le giocate decisive: due assist, ma soprattutto due reti, tra cui l’ultima, decisiva, proprio alla Vibonese. Corsa, grinta, e ora anche gol: il sogno serie B della Virtus Francavilla, attualmente quarta nel Gruppo C e in piena zona playoff, passa dalla ritrovata continuità del suo play.

Inferno, purgatorio, e ora paradiso. Due anni dopo la rinascita del talentino ex Inter è ormai completata.