Tra Premier League e Serie A, Trotta si racconta: “La Triestina è ambiziosa, siamo pronti per il finale di stagione”

L'intervista esclusiva ai nostri microfoni

trotta triestina
1 Aprile 2022

Filippo De Gradi - Autore

Per capire al meglio Marcello Trotta bisogna ripercorrere tutte le tappe della sua carriera. Tante e, soprattutto, diverse. Tasselli importanti che lo hanno reso uomo e calciatore. Una diversità di ambienti e situazioni che gli hanno permesso di allargare i propri orizzonti, in campo e fuori. Da un piccolo paese campano alla Serie A. Il tutto iniziato grazie ad una chiamata del Manchester City, quando ancora era ragazzino. Lascia le giovanili del Napoli e parte oltre La Manica. Ben presto si stabilizza a Londra dove costruisce la prima parte della sua carriera. Un ambiente diverso da quello che per lui è sempre stato casa. L’occasione per forgiare carattere e talento: “Una delle esperienze migliori che io abbia mai fatto. Hanno una visione completamente diversa e fanno di tutto per metterti in condizione. Sono molto avanti a livello di mentalità soprattutto quando sei giovane. Io mi sono trovato davvero benissimo.”

L’esordio in Premier League, il Brentford e il gol al Chelsea

L’Inghilterra come teatro dei suoi sogni. Gli stessi che è riuscito a trasformare in realtà. Un percorso lungo che lo ha portato dalle giovanili del Fulham fino all’esordio in Premier League: “É stata una grande soddisfazione. Sembra scontato ma nulla arriva per caso. Me lo sono meritato con il lavoro. Sono entrato e ho avuto pure una bella occasione per fare gol. Ho giocato poco ma è stato comunque bellissimo.”
Da Londra a…Londra. Si sposta al Brentford. Due stagioni in cui succede di tutto. É il 27 gennaio 2013 quando la sua squadra, club di League One, affronta il Chelsea. Storie che solo la FA Cup sa regalare. Ma Marcello non ha nessuna intenzione di recitare il ruolo di comparsa. Segna il gol decisivo. Contro due leggende come John Terry e Petr Cech. Un 2-2 che rimanda la qualificazione dei Blues alla partita dello Stamford Bridge: “Una grande emozione. Eravamo una piccola squadra ed era anche un derby, c’era lo stadio pieno e la mia famiglia a vedermi.”


Non solo luci però. Perché in quella stessa annata la promozione in Championship sfuma anche a causa di un rigore sbagliato da lui all’ultima giornata. Una giornata da cui Marcello ha saputo comunque tirare fuori il meglio: “Quella traversa maledetta mi ha aiutato tanto a crescere anche mentalmente. Si può reagire e se la prendi nel modo giusto puoi solo imparare. Mi hanno aiutato anche i compagni e i tifosi, da cui ho ricevuto tanto conforto.” Questione di mentalità. Ha imparato dai suoi errori e il destino gli ha concesso una seconda possibilità. Lui non ha fallito, portando la sua squadra dove l’anno prima non era riuscito: “dopo la delusione dell’anno precedente, la soddisfazione più grande è stata ritornare l’anno dopo e vincere il campionato.”

Il ritorno in Italia, Avellino e la Serie A con il Sassuolo: “La mentalità di Berardi mi ha stupito”

La Championship come regalo d’addio. Al Brentford e all’Inghilterra. E’ il momento di tornare in Italia: “Un impatto difficile, un mondo e un approccio diversi. Ho capito di dovermi adattare. Con testa e cuore mi sono immerso nella realtà italiana e da lì ho fatto benissimo.” Ad Avellino, vicino a casa, si è rimesso in gioco, mettendo in campo tutti gli insegnamenti appresi in Inghilterra. Due stagioni grandiose in Serie B che gli sono valse la chiamata in Serie A. E a bussare alla porta è il Sassuolo, una realtà in grande crescita: “C’era una squadra che stava facendo benissimo e infatti giocammo i preliminari di Europa League. Fu un altro step con giocatori di un altro livello. Ho capito di dover migliorare ulteriormente e abbassare la soglia di errore. L’esordio In Serie A è stato un altro tassello nella mia carriera, un’altra soddisfazione dopo un ritorno in Italia non facile.”

Due stagioni a Sassuolo in cui ha potuto imparare molto da giocatori di grande livello: “Berardi mi ha stupito per la mentalità. Si allenava al massimo tutti i giorni, così come Pellegrini. Ma lui era quello che spiccava più di tutti. Anche quando sono ritornato con giocatori come Sensi, Locatelli e Boateng vedevi una qualità immensa e vedevi in loro la voglia di migliorarsi ogni giorno. “Ma quali sono i segreti di un Sassuolo che continua a regalare tanti giovani ragazzi di talento? “Oltre ad un’area scouting molto forte, è una piazza in cui hai le giuste pressioni. Sanno aspettare e far crescere i giocatori. Ti permettono di fare lo step mentale e fisico che serve.”

Crotone, l’assist decisivo contro la Juve, i duelli con Koulibaly e Zielinski: ” Dal vivo mi ha sorpreso più di tutti”

Tra le due esperienze a Sassuolo, Marcello è stato anche a Crotone: “Due anni bellissimi. Nel secondo anno abbiamo sfiorato una salvezza storica e per poco non ci siamo riusciti, stavamo per fare un qualcosa di straordinario. Dopo un anno di esperienza ho preso più consapevolezza. Ho imparato davvero tanto.” Tante sfide in palcoscenici importanti. Campioni che Marcello ha affrontato da vicino: “Koulibaly è fortissimo, ma quello che mi ha sorpreso più di tutti dal vivo è Zielinski.” Vittorie e sconfitte in una corsa salvezza durata fino all’ultima giornata. Una di queste è proprio quella alla Juventus. Allo “Scida” la squadra di Zenga frena quella di Allegri grazie ad una rovesciata di Simy proprio su assist di Trotta, entrato nella ripresa: “Partite che non dimentichi. Ero entrato in fiducia e ho fatto delle belle giocate. Un pareggio che ci ha dato la carica per lo sprint finale, poi purtroppo non ci siamo riusciti per un niente. “

Stadio US Triestina Calcio

“La Triestina è una società ambiziosa, vogliamo toglierci qualche soddisfazione”

Dopo alcune esperienze in Serie B e una breve parentesi in Portogallo, ha scelto la Serie C, in particolare la Triestina: “E’ una società ambiziosa che da un paio di anni punta alla Serie B. Il direttore Milanese mi ha parlato del progetto e delle ambizioni della società e quindi ho voluto accettare questa piazza. Voglio cercare di fare cose importanti. Siamo consapevoli che potevamo e dovevamo dare tutti un po’ di più. Ai playoff ce la giocheremo e a fine anno tireremo le somme.” Fare gol per un attaccante è l’obiettivo principale. Ti fa sentire importante, ti fa capire che la strada è quella giusta. Marcello Trotta lo ha ritrovato dopo più di un mese di digiuno. Un periodo in cui non ha mai mollato, consapevole che sarebbe arrivato presto: “Cerchi di lavorare per restare concentrato. Voglio ripartire dalla prestazione di domenica per dare una mano alla squadra in questo finale di stagione in cui vogliamo toglierci qualche soddisfazione.” 

È proprio così, una questione di mentalità. Che lui ha acquisito con il tempo grazie alle esperienze che ha fatto. Insegnamenti che ora vuole trasmettere ai più giovani. I tanti anni in Inghilterra non gli hanno fatto mai dimenticare le sue origini. Ora l’ASD Recale, società in cui ha mosso i primi passi da calciatore, porta il suo nome: “Stavamo lavorando a questa cosa insieme ai miei vecchi allenatori. Abbiamo fatto questa collaborazione con cui vogliamo cercare di migliorare il centro sportivo e offrire servizi migliori ai ragazzi per metterli a loro agio.”

Per pensare al futuro ci sarà tempo, ora lui vuole solo “divertirsi. Credo sia lo spirito principale per ottenere grandi obbiettivi. Ed è quello che voglio fare ancora.” Per lui, amante del cinema e delle serie tv, la Triestina è un nuovo episodio. Il Nereo Rocco sullo sfondo, Marcello Trotta come protagonista. Il film della sua carriera continua.

A cura di Filippo De Gradi