Dai primi passi a Catania alla chiamata di Mancini: il Vicenza si gode Freddi Greco

La storia del centrocampista ex Roma e Catania e con un futuro tutto da scrivere

Freddy Greco Vicenza
14 Settembre 2022

Redazione - Autore

Sono 7.000 i chilometri che separano Vicenza e Andohatapenaka, la città di nascita di una potenziale stella del nostro calcio: Jean Freddi Greco. Un viaggio partito da lontano e che con sacrificio è arrivato a traguardi fino a qualche anno fa impensabili. Vestire la maglia biancorossa o del Catania in Lega Pro fino alla grande chiamata di Roberto Mancini a giugno 2021. Il primo gol stagionale è arrivato contro il Lecco, in una vittoria rotonda per 4-0.

Greco e il Vicenza tra sogni e ambizioni

Una maglia importante e storica quella del Vicenza, che in questa stagione riparte dalla Lega Pro. Basti pensare che giocatori come Paolo Rossi o Stefan Schwoch hanno indossato i colori biancorossi, portando alla gloria il club veneto. Oggi questo compito di riportare alla luce la squadra è affidato alle cure di Francesco Baldini, che può contare sulla classe e la velocità di Jean Freddi Greco. Alla terza giornata è arrivato il suo primo gol in campionato contro il Lecco di Tacchinardi, che bissa un rotondo 4-0. Dopo il fallimento del Catania, il giocatore ex Roma è arrivato proprio per volontà di Baldini in Serie B a maggio dello scorso anno. La “mission impossible” della salvezza è mancata davvero per un soffio, ma non cancella il grande lavoro svolto in quei 2 mesi. La voglia di ripartire c’è e la vittoria del campionato può essere la consacrazione definitiva per un talento di sicuro prospetto. 

Il rapporto padre-figlio tra Greco e Baldini

A volte il rapporto giocatore-allenatore può assumere degli intrecci e delle trame particolari. Il legame tra Francesco Baldini e Jean Freddi Greco è stato davvero importante, quasi tra padre e figlio. In effetti il ruolo in campo dei due è grossomodo quello, anche se l’ex Napoli era un mediano mentre il centrocampista biancorosso è una mezzala pronta a scattare verso la porta avversaria. Per questa caratteristica a Catania lo chiamano ancora oggi con affetto “u muturinu“, per quella sua grande velocità che lascia sul posto il marcatore.

Baldini Vicenza

Credit Foto: Martina Cutrona

Nella mia breve carriera ho fatto esordire tanti giovani importanti. Carnesecchi, Colpani, Ferrari, Nicolussi, Portanova, Lorenzini, Simonetti, Cataldi. – dice Baldini –  Freddi è uno di questi. Si tratta di ragazzi legati a settori giovanili importanti e che hanno avuto la costanza di lavorare . Amo questo tipo di giocatori. Freddi ha avuto due anni non facili a Torino perchè giocava da terzino sinistro. Io ho sempre pensato che fosse una mezzala. Un ragazzo che ha giocato con tutte le nazionali giovanili italiane non poteva scomparire calcisticamente. Si è innamorato di Catania ed i meriti sono suoi“. Abilità affinate, inoltre, in una situazione difficile lo scorso anno con il club rossazzurro che prima è fallito a dicembre 2021 e poi escluso nell’aprile 2022. Un campionato che però non ha cancellato la crescita di Greco sotto l’Etna grazie anche al rapporto umano del suo allenatore. 

La chiamata in Nazionale

Una maglia che tutti i calciatori sognano di indossare è quella della Nazionale di calcio, soprattutto se si tratta di quella azzurra. Un sogno che è diventato realtà lo scorso giugno. Dopo alcune convocazioni in Under 20 insieme al suo collega Luca Moro, a fine campionato Roberto Mancini se lo è portato con sé a Coverciano

 
 
 
 
 
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In quel ritiro ha avuto modo di conoscere molti giocatori che quasi 12 mesi prima avevano vinto Euro 2020, riportando dopo 50 anni il trofeo in Italia. E già da subito non manca l’ambizione di arrivare a questi palcoscenici: “Io voglio calcare in futuro palcoscenici europei e mondiali“. Sicuramente con una crescita del genere il ragazzo arriverà lontano e sarà pronto esultare ed emozionarsi come un bambino. Da Andohatapenaka a Roma, passando per Catania e Vicenza. Juan Freddi Greco ora non vuole fermarsi, vuole correre verso la gloria e nuove gioie che solo il calcio sa regalare.

A cura di Federico Rosa